Ora Javert capiva. Là si trovava la figlia di Fantine. Jean Valjean andava a cercarla. Ora, quella bambina era stata rapita da uno sconosciuto. Chi poteva essere questo sconosciuto? Forse Jean Valjean? Ma Jean Valjean era morto. Javert, senza dir nulla a nessuno, prese la diligenza del Plat d'Étain, vicolo cieco della Planchette, e andò a Montfermeil.

            Si aspettava di trovare colà un grande chiarimento; vi trovò una grande oscurità.

            I primi giorni, i Thénardier, indispettiti, avevano chiacchierato. La scomparsa dell'Allodola aveva fatto rumore nel villaggio. Subito si erano diffuse parecchie versioni della storia, che aveva finito per diventare un ratto di minore. Donde la nota della polizia. Tuttavia, passato il primo umore, Thénardier, col suo ammirevole istinto, aveva rapidamente compreso che non è mai utile suscitare l'interesse del signor procuratore del re, e che le sue lamentazioni a proposito del rapimento di Cosette avrebbero avuto come primo risultato di attirare su di lui Thénardier, e sui molti torbidi affari che aveva, la raggiante pupilla della giustizia. La prima cosa che i gufi temono è che qualcuno porti loro una candela. E poi, come giustificare i millecinquecento franchi che aveva ricevuto? Tagliò corto, mise il bavaglio alla moglie, e fece il finto tonto quando gli parlavano della bambina rapita. Non ci capiva nulla; senza dubbio si era lamentato in un primo tempo che gli «rapissero» così all'improvviso quella cara piccina; avrebbe voluto, per tenerezza, tenerla con sé ancora due o tre giorni; ma era stato «suo nonno» a venirla a prendere, come la cosa più naturale del mondo. Aveva aggiunto il nonno, che faceva buona impressione. Fu su questa storia che piombò Javert giungendo a Montfermeil. Il nonno faceva svanire Jean Valjean.

            Tuttavia Javert affondò come sonde alcune domande nella storia di Thénardier. «Chi era quel nonno e come si chiamava?», Thénardier rispose con semplicità: «È un ricco coltivatore. Ho visto il suo passaporto. Mi pare che si chiamasse signor Guillaume Lambert».

            Lambert è un nome rispettabile e molto rassicurante. Javert tornò a Parigi.

            «Jean Valjean è proprio morto», si disse, «e io sono uno sciocco».

            Ricominciò a dimenticare tutta quella storia, quando, nel marzo 1824, intese parlare di un personaggio bizzarro che abitava nella parrocchia di St-Médard e che era soprannominato «il mendicante che fa l'elemosina». Quel personaggio era, si diceva, un possidente di cui nessuno sapeva esattamente il nome e che viveva solo con una bambina di otto anni, la quale a sua volta non sapeva nulla, se non che veniva da Montfermeil. Montfermeil! Quel nome tornava sempre fuori, e fece drizzar le orecchie a Javert. Un vecchio mendicante confidente della polizia, ex scaccino, a cui quel personaggio faceva la carità, aggiungeva qualche altro particolare: quel possidente era un tipo selvatico; non usciva che di sera; non parlava con nessuno; solo coi poveri, qualche volta; e non si lasciava avvicinare. Portava un'orrenda vecchia finanziera gialla che valeva diversi milioni, essendo tutta imbottita di banconote. Questo suscitò decisamente la curiosità di Javert. Allo scopo di vedere da vicino quel possidente fantastico senza spaventarlo, prese in prestito un giorno dallo scaccino i suoi cenci e il posto in cui il vecchio confidente si accoccolava tutte le sere biascicando orazioni e spiando attraverso la preghiera.

            «L'individuo sospetto» si avvicinò in effetti a Javert così travestito, e gli fece l'elemosina: in quel momento Javert alzò la testa, e la scossa che ricevette Jean Valjean credendo di riconoscere Javert, Javert la ricevette credendo di riconoscere Jean Valjean.

            Tuttavia l'oscurità l'aveva forse ingannato; la morte di Jean Valjean era ufficiale; Javert aveva ancora gravi dubbi; e nel dubbio, Javert, l'uomo dello scrupolo, non afferrava per il collo nessuno.

            Seguì il suo uomo fino alla stamberga Gorbeau, e fece parlare «la vecchia», cosa per nulla difficile. La vecchia gli confermò il fatto della finanziera imbottita di milioni e gli raccontò l'episodio del biglietto da mille franchi. Aveva visto! Aveva toccato con mano! Javert affittò una camera. La sera stessa vi si installò. Andò ad origliare alla porta del locatario misterioso, sperando di intendere il suono della sua voce, ma Jean Valjean scorse la candela attraverso la serratura e deluse lo spione mantenendo il silenzio.

            L'indomani Jean Valjean faceva i bagagli.