Se poi, tutti d’accordo, vorrete seguire il mio consiglio e domani in viaggio farete come vi dirò, giuro per la buon’anima di mio padre che mi farò tagliare la testa se non vi divertirete! Ed ora basta con le ciance: chi approva alzi la mano.»
Il nostro consenso non si fece aspettare: pensammo che non valesse la pena di stare a tergiversare, e senz’altro ci affidammo a lui, pregandolo d’esporci il suo progetto, a suo piacere.
«Ebbene, signori, ascoltate,» disse «ma non prendetela alla leggera, vi prego. In breve, ecco il punto: ciascuno di voi, per ingannare il lungo cammino, dovrà raccontare due novelle durante l’andata a Canterbury, questa è almeno la mia idea, e durante il ritorno ne dovrà raccontare altre due, tutte d’avventure accadute in passato. Chi di voi si comporterà meglio di tutti, cioè in questo caso racconterà le novelle più significative e divertenti, riceverà una cena a spese di noi tutti, qui in questa locanda, seduto in questo posto, appena ritorneremo da Canterbury. Sperando di tenervi più allegri, verrò anch’io volentieri con voi, a spese mie naturalmente, e vi farò da guida. Chi si rifiuterà di stare ai patti dovrà pagare le spese del viaggio a tutti gli altri. Se siete d’accordo, ditemelo subito, senza tanti discorsi, e io, domattina presto, mi farò trovare pronto.»
La cosa fu subito sistemata: ben lieti d’accettare il patto, richiedemmo che anche lui vi si attenesse facendo da moderatore, giudice e censore dei nostri racconti, e fissasse pure un certo prezzo per la cena, giacché noi ormai ci saremmo in tutto assoggettati alle sue regole. E fu così che seguimmo d’accordo la sua proposta. Concluso il patto, si prese dell’altro vino: bevemmo e poi, senza perdere più tempo, andammo tutti a riposare.
L’indomani, cominciava appena ad albeggiare che il nostro Oste si alzò e, cantandoci la sveglia come fosse il nostro gallo, ci chiamò tutti a raccolta; e così, cavalcando poco più veloci che a passo d’uomo, partimmo in direzione dell’abbeveratoio di San Tommaso.
(46) Là il nostro Oste, fermando per la prima volta il cavallo, disse:
«Signori, ascoltatemi, vi prego. Sapete quali sono i patti, ricordate. Ebbene, se il canto della sera va d’accordo con quello della mattina, vediamo ora chi deve dire il primo racconto. Ch’io non possa mai più bere né vino né birra, se chi si rifiuta d’obbedirmi non pagherà tutte le spese del viaggio! Via, tirate le paglie prima che si proceda oltre: dovrà incominciare chi pescherà la più corta. A voi, messer Cavaliere, mio padrone e signor mio! Su, tirate questa paglia, eravamo d’accordo! Avvicinatevi, reverenda madre Priora! E voi, messer Studente, via quella vostra timidezza, smettetela di almanaccare!
Su, fatevi tutti avanti!»
Ognuno si mise allora a tirare a sorte, e insomma, per farla breve, fosse avventura, destino o caso, il fatto è che la paglia più corta toccò al Cavaliere, con gran gioia e contentezza di tutti. A lui dunque, com’era giusto, spettava ora narrare il suo racconto secondo il patto e l’accordo che sapete. Occorrono altre parole? Quando questo galantuomo vide che così stavano le cose, da persona assennata e ligia a mantenere un impegno liberamente accettato, disse:
«Dal momento che devo incominciare il gioco, ebbene sia lodato Iddio ch’è toccato proprio a me! Mettiamoci in cammino, e voi statemi a sentire.»
A queste parole riprendemmo a cavalcare, ed egli attaccò subito di buon animo il suo racconto, narrandoci quanto segue.
Note del “Prologo generale”.
Nota 1. San Tommaso di Canterbury, al secolo Thomas Becket, arcivescovo, teologo e uomo politico, cancelliere di Enrico Secondo, col quale entrò poi in conflitto, onde fu costretto a esulare in Francia: richiamato in Inghilterra, fu ucciso dai mandatari del re (1170). Diventò in seguito il santo nazionale.
Nota 2. Sobborgo di Londra sulla riva meridionale del Tamigi.
Nota 3. Alessandria d’Egitto fu sottratta ai Saraceni da Pietro di Lusignano, re di Cipro, nel 1365.
Nota 4. Le campagne alle quali il Cavaliere ha preso parte si possono distinguere in tre gruppi: quelle contro i pagani della Prussia, della Lituania e della Russia, con l’esercito internazionale dei cavalieri dell’Ordine Teutonico; quelle contro i Mori nella Spagna e nell’Africa nord occidentale (Granada, Algeciras, Belmaria e Tramissene); e quelle contro i Saraceni in Egitto e in Asia Minore (Alessandria, Layas, Satalia e Palatia).
Nota 5. Il porto spagnolo d’Algeciras.
Nota 6.
1 comment