E gli disse: «Giovanni, mio caro amato padrone di casa, tu mi devi giurare, sul tuo onore, che a nessuno rivelerai questo segreto; perché quello che ti dico è un segreto di Cristo e, se vai a raccontarlo in giro, sei perduto. Difatti, se mi tradisci, la punizione che avrai sarà quella di diventar matto!».

«No, Cristo, per il suo santo sangue, me ne liberi!» fece quell’insensato. «Io non sono un pettegolo e ti assicuro che non mi piace andare in giro a far chiacchiere. Dimmi pure quello che vuoi… non andrò certo a riferirlo a delle donne o dei bambini, in nome di Colui che discese all’inferno!»

«Dunque, Giovanni» disse Nicola «non ti racconto storie, ma con la mia astrologia ho scoperto, mentre scrutavo la luna chiara, che lunedì prossimo, passato il primo quarto della notte, verrà un acquazzone, ma così furioso e scatenato, che sarà come due volte il diluvio di Noè! Sarà un rovescio così terribile, che in meno di un’ora il mondo intero verrà sommerso e tutto il genere umano annegherà e perderà la vita.»

Fece il falegname: «Oh, povera moglie mia! annegherà anche lei? Ahimè, mia povera Alison!». E per poco non cadde a terra per il dispiacere, e soggiunse: «Ma non c’è proprio nessun rimedio?»

«Sì, perdio che c’è!» disse il cortese Nicola «basta che tu voglia agire con cognizione e con giudizio, senza metterti a fare di testa tua. Anche Salomone, ch’era così sapiente, dice: ‘Agisci con giudizio e non te ne pentirai’. Se dunque avrai buon senso, ti assicuro che anche senza trinchetto e senza vela riuscirò a mettere in salvo lei e te e me. Non hai mai sentito raccontare come si salvò Noè, quando nostro Signore lo avvertì che il mondo intero sarebbe stato distrutto dall’acqua?»

«Sì» fece il falegname «tanti anni fa.»

«Non hai mai sentito parlare» disse Nicola «della fatica di Noè e dei suoi compagni, prima di riuscire a far entrare nell’arca sua moglie? (15) Ci scommetto che in quel momento avrebbe dato via tutte le sue belle pecore con la lana nera, purché lei avesse avuto una barca per sé sola. Sai perciò qual è la miglior cosa? Far presto; e per far presto non si può stare a predicare e a far chiacchiere… Cerca dunque per la casa una tinozza o un barile per ciascuno di noi, ma bada che siano belli grandi, in modo che vi si possa galleggiare come in barca, e che c’entri da mangiare almeno per un giorno… al diavolo tutto il resto! Intanto il mattino dopo l’acqua farà presto a calare e ad andar via… Ma di tutto questo il tuo garzone Robin non deve saper niente, e neppure posso mettermi a salvare la tua serva Gille: non chiedermi perché, tanto, anche se me lo chiedi, non ti dirò mai ciò che è un segreto di Dio. A meno che tu non sia matto nel cervello, dovrebbe bastarti d’aver ricevuto una grazia grande come quella di Noè… Sta’

tranquillo, tua moglie la metterò in salvo io: tu va’ dove devi andare e sbrigati. Quando hai trovato queste tre tinozze, una per lei, una per te e una per me, appendile al soffitto, bene in alto, ma senza che nessuno s’accorga dei nostri preparativi,. Quando hai fatto come t’ho detto e in ciascuna hai messo ben bene da mangiare, ficcaci dentro anche una scure: con essa, appena verrà l’acqua, taglieremo in due la corda e ce n’andremo, aprendoci un varco in alto sul tetto, dalla parte del giardino, sopra la stalla.

E appena il grande acquazzone cesserà un po’, via liberi per la nostra strada! Vedrai, navigherai allegro come l’anitra bianca che corre dietro al maschio! Allora mi metterò a chiamare: ‘Ehi, Alison! Ehi, Giovanni! State allegri, la piena passerà presto!’. E tu risponderai: ‘Salute, mastro Nicola, buon giorno! Ti vedo benissimo, è già chiaro…’. E

per tutta la vita saremo ormai padroni del mondo intero, come Noè e sua moglie!… Ma di una cosa ti devo mettere bene in guardia: la notte che saliremo a bordo delle nostre barche, nessuno di noi potrà dire una parola, né chiamare o far schiamazzi, ma ciascuno dovrà starsene in preghiera; bada che questa è la sacrosanta volontà di Dio!

Tu e tua moglie dovrete stare ben separati l’uno dall’altra, affinché fra voi, come dice il comandamento, non vi sia peccato, non soltanto con gli atti, ma neppure con gli occhi… Ora va’, e che Dio t’accompagni! Domani sera, quando tutti dormiranno, noi c’infileremo dentro le nostre arche e ce ne staremo là seduti ad aspettare la grazia di Dio. Va’, dunque, non ho più tempo di star qui a predicare. Dice il proverbio: ‘Datti da fare e non chiacchierare…’. Tu comprendi, non c’è bisogno che ti spieghi. Va’, salvaci la vita, ti supplico!»

E quello stupido d’un falegname, gemendo in continuazione «ahimè» e «povero me!», se ne andò di corsa a spifferar tutto a sua moglie, la quale, già informata, sapeva meglio di lui che cosa volesse dire tutta quella strana storia. Tuttavia, facendo finta d’aver una paura da morire, gli disse: «Povera me! Va’ subito dove devi andare e aiutaci a filar via, altrimenti siamo tutti perduti… io sono la tua fedele e legittima moglie… va’, mio caro sposo, e aiutaci a mettere in salvo la pelle!».

Eh, sì, gran cosa è la fantasia! Uno può talmente impressionarsi, da morire per solo effetto d’immaginazione… Quel balordo falegname incominciò a tremare credendo di vedere veramente il diluvio di Noè, che, a ondate come il mare, veniva a sommergere la sua dolce e cara Alison; e si mise a piangere e a lamentarsi e a far la faccia triste, senza mai smettere di sospirare. Andò poi a comprare una tinozza, un barile e una botte; di nascosto li mandò a casa e, sempre in gran segreto, li appese al soffitto.

Costruì con le proprie mani tre scale, in modo da poter salire per mezzo dei loro staggi e piuoli dentro i tre recipienti appesi ai travi, e rifornì tinozza, barile e botte di pane, formaggio e un buon boccale di birra, più che sufficienti per un giorno. Ma prima di mettere in atto tutto questo, aveva mandato il garzone e la serva a fargli alcune commissioni a Londra…

Il lunedì, cominciò appena a far notte ch’egli chiuse la porta di casa e, senza neppure accendere la candela, sistemò ogni cosa al suo posto. Subito dopo salirono tutti e tre ai loro posti. Rimasero per un bel po’ seduti senza muoversi, poi Nicola disse: «Ora, un

“Paternoster” e… silenzio!».

«Silenzio!» ripete Giovanni.

«Silenzio!» replicò Alison.

Il falegname disse la sua orazione rimanendo fermo accovacciato; recitata la preghiera, si mise in ascolto aspettando che arrivasse la pioggia.