‘In realtà’
pensava ‘è solo un fantasma della mia mente! Devo convincermi con la ragione che la mia sposa è ormai morta in fondo al mare.’ Ma poi fra sé obiettava: ‘E non potrebbe invece darsi che proprio mia moglie Cristo l’abbia condotta qui, come prima, abbandonata in mezzo al mare, la condusse al mio paese?’.
Dopo pranzo Alla andò col senatore a casa sua per veder chiaro in questo sorprendente caso. Il senatore rese ad Alla grandi onori e mandò subito a chiamare Costanza. Ma figuratevi che voglia avesse lei di ballare, quando le dissero che questo era il motivo per cui si convocava: era già lì che si reggeva a stento in piedi…
Appena vide la sua sposa, Alla le andò incontro affabilmente e non riuscì a trattenere le lacrime per la commozione, riconoscendola immediatamente al primo sguardo. Lei invece, per il dolore, rimase muta come un albero, col cuore chiuso nella sua angoscia, pensando ancora alla crudeltà con cui l’aveva trattata. Per ben due volte gli svenne davanti agli occhi, mentr’egli piangendo si scusava pietosamente. «Dio e tutti i suoi radiosi santi» diceva «abbiano pietà dell’anima mia, quant’è vero che sono innocente del male da voi sofferto, proprio come Maurizio mio figlio, che tanto vi somiglia. Se non è vero, che il demonio mi porti via da questo posto!»
Singhiozzarono e penarono a lungo, prima che i loro cuori addolorati si calmassero. Che pietà sentirli piangere e col pianto accrescersi il dolore!… Ma, vi prego, risparmiatemi questo strazio, non posso continuare così fino a domani… sono ormai stanco di parlare di tristezze.
Riconosciuta dunque la verità (che Alla era innocente dei patimenti da lei sofferti), quei due finalmente s’abbracciarono e si baciarono almeno cento volte, provando una felicità che, all’infuori della beatitudine eterna, non ha e non avrà mai al mondo nulla di simile.
Lei allora pregò timidamente il marito che, a sollievo della lunga e pietosa sofferenza, rivolgesse un invito a suo padre affinché, pur nella sua maestà, si degnasse di desinare un giorno con loro; lo pregò anche di non dirgli nulla di lei. Sostengono alcuni che fosse il piccolo Maurizio a recare questo messaggio all’imperatore, ma io non credo che Alla fosse così dappoco, da mandare un ragazzo da colui che godeva il sovrano onore d’essere il capo della cristianità. E’ probabile invece, come sembra in realtà, che vi andasse lui stesso in persona. L’imperatore accettò affabilmente d’andare al banchetto come gli fu chiesto (m’immagino che allora vedesse il ragazzo e gli venisse in mente sua figlia…) ed Alla se ne tornò alla sua locanda a far preparare ogni cosa nel miglior modo possibile.
L’indomani Alla si preparò, insieme con sua moglie, ad andare incontro all’imperatore; e felici e contenti partirono tutt’e due a cavallo. Appena lei lungo la strada vide suo padre, balzò di sella e gli si prostrò ai piedi: «Padre,» gli disse «vi ricordate della vostra giovane Costanza?… Eppure son io, vostra figlia Costanza, che un giorno voi mandaste in Siria; son proprio io, padre, che in mezzo al mare fui abbandonata sola e condannata a morire… Oh, buon padre, abbiate misericordia, non mandatemi mai più nel mondo dei pagani, ma a costui ch’è mio marito rendete merito per la sua benevolenza…».
Chi può dire tutta la commovente gioia di quei tre al momento del loro incontro? Ma è ora ch’io metta fine a questa storia, il giorno fa presto a passare ed io non voglio più annoiarvi. Alla fine, dunque, tutti beati, si sedettero a pranzare, e lì a banchetto lasciamoli stare, mille volte più felici e contenti di quanto io possa mai dire.
Il piccolo Maurizio fu creato in seguito imperatore dal papa e visse santamente, facendo grande onore alla Chiesa di Cristo. Ma io tralascio la sua storia; (20) il mio racconto riguarda specialmente Costanza. La vita di Maurizio la si può trovare nelle gesta dei romani antichi; io ora non l’ho in mente.
Re Alla, nel frattempo, insieme con Costanza, la sua dolce e santa moglie, se ne tornò in Inghilterra, dove insieme vissero contenti e in pace. Ma la felicità dura ben poco a questo mondo, ve l’assicuro; il tempo non si ferma mai e cambia dal mattino alla sera con la marea. Chi è che ha mai trascorso un giorno così contento, da non aver l’animo turbato dall’ira, dal desiderio o da qualche lite, dall’invidia, dall’orgoglio, dalla passione oppure da qualche offesa? Questo, per dirvi che nella gioia e nel piacere anche la felicità di Alla con Costanza durò ben poco. Perché la morte, che riscuote il suo tributo da chi sta in alto come da chi sta in basso, trascorso un anno o forse ancora meno, strappò da questo mondo re Alla, recando a Costanza un altro gravissimo dolore. E per l’anima di lui a noi non resta ormai che pregare Iddio!
Finalmente, per concludere, madonna Costanza si mise in viaggio per la città di Roma.
Ed ecco che giunta a Roma, questa creatura santa ritrovò tutti quanti i suoi amici, libera ormai da tutte le sventure. Quando poi ritrovò anche suo padre, si prostrò in ginocchio sulla terra e pianse col cuore pieno di gioia, lodando centomila volte Iddio. E tutti vissero in virtù ed opere sante, senza mai più separarsi, e così camparono finché la morte non li divise. Ed ora, statevi bene, il mio racconto è terminato.
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