Ma poi seguiva nel manoscritto un lungo pezzo intitolato La confusione, composto di semplici estratti dalle relazioni parlamentari sulle crisi del 1848 e 1857, dove le dichiarazioni di ventitré uomini d’affari e scrittori di questioni economiche, specialmente su denaro e capitale, deflusso dell’oro, superspeculazione ecc. sono raggruppate e qua e là commentate umoristicamente. Ivi, o dagli interpellanti o da chi replicava, sono rappresentate pressoché tutte le opinioni allora correnti sul rapporto tra denaro e capitale, e Marx intendeva trattare criticamente e satiricamente la « confusione », qui risultante, su tutto ciò che sul mercato monetario è il denaro e ciò che è il capitale. Dopo molti tentativi, mi sono convinto che la preparazione di questo capitolo è impossibile: il materiale, specialmente quello postulato da Marx, è stato usato là dove si trovò per esso una connessione.

Segue a ciò, passabilmente in ordine, quanto da me collocato nel capitolo 32, ma subito dopo viene — mescolata con lunghe o brevi osservazioni dell’Autore — una nuova massa di estratti dalle relazioni parlamentari su tutti i possibili argomenti toccati in questa parte. Verso la fine gli estratti ed i commenti si concentrano sempre più sul movimento dei metalli monetari e del corso dei cambi e si concludono di nuovo con aggiunte di ogni genere. Il capitolo 36, Condizioni pre capitalistiche, era invece completamente elaborato.

Con tutto questo materiale — dalla Confusione in avanti, utilizzando quelle parti che non erano ancora state collocate altrove — ho messo insieme i capitoli dal 33 al 35. Questo non poté naturalmente essere fatto senza notevoli interpolazioni da parte mia per stabilire il nesso. Tali interpolazioni, quando non abbiano natura del tutto formale, sono espressamente contrassegnate come mie. In questo modo mi è finalmente riuscito di inserire nel testo tutte le enunciazioni dell’Autore comunque attinenti alla materia: nulla è stato eliminato, eccetto una piccola parte degli estratti che o ripeteva solamente cose già esposte in altro modo, oppure toccava punti nel manoscritto sorvolati.

La sezione concernente la rendita fondiaria era elaborata con molto maggior compiutezza, pur mancando di sistemazione organica, manchevolezza comprovata dal fatto che Marx stesso ritiene necessario riassumere in breve il piano dell’intera sezione nel cap. 43 (che nel manoscritto conclude la sezione dedicata alla rendita). Tale ricapitolazione risultò tanto più utile per la mia edizione, in quanto il manoscritto comincia con il cap. 37, cui fa seguire i capitoli 45-47, per riportare quindi i capitoli 38-44. Il lavoro maggiore lo diedero le tabelle sulla rendita differenziale tipo Il e la constatazione che nel cap. 43 non era stato esaminato il terzo caso di questo tipo di rendita, che colà avrebbe dovuto essere trattato.

Per questa sezione relativa alla rendita fondiaria Marx aveva compiuto dopo il 1870 indagini speciali di un genere del tutto nuovo. Durante una serie di anni egli aveva studiato sui testi originali, facendone anche degli estratti, le rilevazioni statistiche resesi necessarie in Russia dopo la riforma del 1861 e le ulteriori pubblicazioni sulla proprietà fondiaria che amici russi gli mettevano a disposizione con la massima larghezza; era suo proposito di utilizzarle per un rifacimento della parte in questione. Per la molteplicità delle forme sia della proprietà fondiaria che dello sfruttamento dei produttori agrari, la Russia, nella parte dedicata alla rendita fondiaria, avrebbe dovuto assumere il ruolo tenuto dall’Inghilterra nel primo Libro per il lavoro salariato dell’industria. Purtroppo gli fu negato di dare esecuzione al suo programma.

La settima sezione, infine, esisteva in stesura completa ma soltanto in forma di primo abbozzo; per una edizione a stampa, era necessario scomporne i periodi interminabili e intricati. Dell’ultimo capitolo esisteva solo l’inizio: ivi le tre grandi classi della società capitalistica giunta a maturità, proprietari fondiari, capitalisti e operai salariati, corrispondenti alle tre fondamentali forme di reddito — rendita fondiaria, profitto e salario —, e la lotta di classe che la loro esistenza necessariamente presuppone, dovevano essere presentate come il risultato effettivo del periodo capitalistico. Simili ricapitolazioni conclusive erano da Marx riservate al momento della redazione definitiva, alla vigilia della stampa, proprio al momento in cui gli ultimi avvenimenti storici gli avessero offerto, con immancabile regolarità, la riprova dei suoi sviluppi teorici nelle forme più attuali.

Le citazioni e il materiale di documentazione sono in questo terzo Libro, come già nel secondo, notevolmente più scarse di quanto non fossero nel primo. I riferimenti a quest’ultimo sono fatti sulla base della 2a e 3a edizione. Là dove richiama formulazioni teoriche di precedenti economisti, il manoscritto indica per lo più solo il nome degli autori; i singoli passi dovevano essere riportati all’atto della redazione definitiva. Naturalmente ho dovuto lasciare le cose in questo stato. Quattro sole relazioni parlamentari hanno trovato utilizzazione, peraltro abbastanza larga. Le elenco di seguito:

1) Reports from Committees (della Camera dei Comuni) vol. VIlI, Commercial distress, vol. II, Parte I, 1847-48. Minutes of evidence (citati come: Commercial distress 1847-48).

2) Secret Committee of the House of Lords on commercial distress 1847. Repoirt printed 1848. Evidence printed 1857 (perché nel 1848 considerata troppo compromettente). Citato come: Commercial distress 1848-57.

3) Report: Bank Acts, 1857; Idem, 1858. Rapporti della Commissione della Camera dei Comuni sugli effetti dei Bank Acts del 1844 e 1845, corredati da dichiarazioni di testi.