Poi il papa e Raimondo re d’Ungheria con Bruno incatenato)
IL PAPA: Il nostro sgabello!
RAIMONDO: Bruno il Sassone, giù la schiena! Sua santità salirà sul tuo dorso al seggio di Pietro e al rango pontificio.
BRUNO: Lucifero superbo, quel seggio è mio. Ma io mi prostro a Pietro, non a te.
IL PAPA: A me e a Pietro devi piegarti, strisciando con la faccia a terra davanti alla dignità papale. Suonate le trombe! L’erede di Pietro sale al seggio sulla schiena di Bruno.
(Squillo di trombe mentre sale al trono)
Gli dei vanno con piedi di bambagia prima di usare il loro pugno di ferro. E così ora la nostra vendetta si sveglia e colpisce a morte il tuo atto odioso. Signori cardinali di Francia e di Padova, recatevi al concistoro e controllate sulle Decretali che cosa ha stabilito il Sacro Sinodo nel concilio di Trento per colui che assume il potere pontificio senza elezione o vero consenso. Andate e riportateci subito la risposta.
(Escono i cardinali)
PRIMO CARDINALE: Andiamo, santità.
IL PAPA: Sire Raimondo…
(Parlano a parte)
FAUST: Presto, Mefistofele, segui i cardinali al concistoro, e mentre sfogliano i loro libri superstiziosi colpiscili con una fiacca improvvisa, con un colpo di sonno, e falli dormire saporitamente mentre ci travestiamo coi loro abiti e veniamo a presentarci a questo tronfio rivale dell’imperatore. In barba alla sua santità libereremo Bruno e lo riporteremo in Germania.
MEFISTOFELE: Vado.
FAUST: Fa’ presto. Il papa maledirà il mio arrivo a Roma.
(Escono Faust e Mefistofele)
BRUNO: Papa Adriano, dammi il diritto di difendermi. Sono stato eletto dall’imperatore.
IL PAPA: Per questo lo deporremo e malediremo chi gli obbedisce. Tu e lui sarete scomunicati ed espulsi dalla Chiesa e dalla comunità dei Santi. Diventa troppo borioso sul suo trono, alza la testa sopra le nuvole e pende sulla Chiesa come una torre. Ma noi abbatteremo la sua insolenza come fece Alessandro, nostro predecessore, che mise il piede sul collo a Federico il Tedesco e aggiunse alla nostra gloria quest’aurea sentenza: gli eredi di Pietro calpesteranno gli imperatori, cammineranno sul dorso del serpente, schiacceranno il leone e il drago, ricacceranno senza paura il velenoso basilisco. Così domeremo quello scismatico arrogante e lo deporremo con la nostra autorità apostolica.
BRUNO: Ma papa Giulio, davanti a Sigismondo, giurò fede negli imperatori come sovrani legittimi, per sé e per i futuri vescovi romani.
IL PAPA: Papa Giulio abusò dei suoi poteri e perciò nessuno dei suoi decreti ha valore. Non ci è dato forse tutto il potere sulla terra?
Per cui, anche volendo, non possiamo sbagliare. Guarda questa cintura d’argento, ha sette chiavi d’oro sigillate con sette sigilli, come simbolo del potere settemplice che ci viene dal cielo: legare o sciogliere, serrare, condannare, giudicare, sigillare o dissigillare o altro a nostro piacimento. Perciò tu, lui e tutto il mondo dovete piegarvi, o sarete certi della nostra maledizione pesante come le pene dell’inferno.
(Entrano Faust e Mefistofele travestiti da cardinali)
MEFISTOFELE: Di’ un po’, non siamo ben truccati?
FAUST: A meraviglia. Il papa non avrà mai avuto un simile servizio. Lì dentro il concilio dorme. Andiamo a salutare sua santità.
RAIMONDO: Sua santità, sono tornati i cardinali.
IL PAPA: Bentornati, venerandi padri. Dite, cosa ha deciso il concilio riguardo a Bruno e all’imperatore, per punire il complotto contro di noi?
FAUST: Sacrosanto patrono della Chiesa di Roma, per consenso unanime del sinodo dei preti e dei prelati è stato deciso che Bruno e l’imperatore tedesco siano dichiarati lollardi e scismatici insolenti, attentatori alla pace della Chiesa. E se questo Bruno, di sua propria istanza e senza costrizione dei baroni tedeschi, ha tentato di imporsi la tiara e salire al trono di Pietro tramando la vostra morte, le Decretali dicono che venga condannato come eretico e bruciato su un rogo di fascine.
IL PAPA: E tanto basta! Prendetelo in custodia, portatelo al Ponte Angelo e rinchiudetelo nella torre più sicura. Domani sederemo al concistoro col collegio dei cardinali e lì decideremo della sua vita o della sua morte. Ecco, prendete con voi la sua tiara e deponetela nel tesoro della Chiesa. Ancora una volta affrettatevi, miei buoni signori, e ricevete la mia benedizione apostolica.
MEFISTOFELE: Perdio, nessun diavolo fu così benedetto.
FAUST: Presto andiamo, Mefistofele. Questa i cardinali la pagheranno cara.
(Escono Faust e Mefistofele [con Bruno])
IL PAPA: E ora portate il pranzo, che si possa celebrare la festa di san Pietro e brindare con re Raimondo d’Ungheria alla nostra ultima e felice vittoria.
(Escono)
SCENA NONA
(Squilli di tromba mentre è portato il banchetto. Poi entrano Faust e Mefistofele senza travestimento)
MEFISTOFELE: Preparati a ridere! Arrivano i cardinali assonnacchiati con la condanna di Bruno, ma lui è in viaggio, su un cavallo veloce come il pensiero vola sulle Alpi verso la bella Germania e il suo afflitto imperatore.
FAUST: Il papa maledirà questi inetti che fecero sparire Bruno e la sua tiara. Voglio divertirmi alle spalle di questi idioti. Incantami, caro Mefistofele, fammi diventare invisibile.
MEFISTOFELE: Inginocchiati, presto. Ti metto la mano sul capo e t’incanto con la mia bacchetta magica. Con questa cintura sarai invisibile a tutti.
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