Mentre queste cose dicevamo, i famigliari avevan recata l’acqua alle Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 6

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mani; e poi che lavati ci fummo, a tavola ci sedemmo, come piacque al buon vecchio, che volle me come forestiero onorare. E ‘ncontinente de melloni fu quasi carica la mensa: e gli altri frutti vidi ch’all’ultimo della cena ad un suo cenno furono riserbati. Ed egli così cominciò a parlare: Quel buon vecchio Coricio, coltivator d’un picciolo orto, del quale mi sovviene d’aver letto in Vergilio,

Dapibus mensas onerabat inemptis.

E a questa imitazione disse il Petrarca, del suo bifolco ragionando: E poi la mensa ingombra

Di povere vivande,

Simili a quelle ghiande

Le quai fuggendo tutto il mondo onora.

Sì che non dovete maravigliarvi s’anch’io ad imitazion loro potrò caricarvi la mensa di vivande non comprate, le quali se tali non saranno quali voi altrove sete solito di gustare, ricordatevi che sete in villa, e a casa di povero oste vi sete abbattuto. Estimo, diss’io, parte di felicità il non esser costretto di mandare alle città per le cose necessarie al ben vivere, non ch’al vivere, delle quali mi pare che qui sia abbondanza.

Non occorre, diss’egli, ch’io per alcuna cosa necessaria o convenevole a vita di povero gentiluomo mandi alla città, percioché dalle mie terre ogni cosa m’è, la dio mercé, copiosamente somministrata: le quali in quattro parti, o specie che vogliam dirle, ho divise. L’una parte è la maggiore e da me arata e seminata di frumento e d’ogn’altra sorte di legumi; l’altra è lasciata a gli alberi e alle piante, i quali sono necessari o per lo fuoco o per l’uso delle fabriche e degli instrumenti delle case, comech’in quella parte ancora che si semina sian molti ordini d’alberi su’ quali le vite secondo l’usanza de’ nostri piccioli paesi sono appoggiate; la terza è prateria, nella quale gli armenti e le greggi ch’io ho usano di pascolare; la quarta ho riserbata a l’erbe e a’ fiori, ove sono ancora molti alveari d’api: perciò ch’oltre questo giardino nel quale tanti alberi fruttiferi vedete da me piantati e il quale dalle possessioni è alquanto separato, ho un bruolo molto grande, che d’ogni maniera d’erbaggio è copiosissimo molto. Bene avete le vostre terre compartite, dissi io, e ben si pare che di Varrone, non sol di Virgilio, siate studioso. Ma questi melloni, che sono così saporosi, nascono anch’essi su le Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 7

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vostre terre? Nascono, diss’egli, e, se vi piacciono, mangiatene a vostra voglia, né riguardate a me: che se poco n’ho gustati, non l’ho fatto perché ce ne sia carestia, ma perch’io gli giudico assai malsani, come quelli che, se ben sono oltre tutti gli altri di dolcissimo sapore e gratissimi al gusto, nondimeno, non sollevandosi mai di terra né ogni lor parte scoprendo al sole, conviene che molto quasi beano del soverchio umor della terra, il quale il più delle volte non potendo essere né bene né egualmente maturato dalla virtù del sole, che non percuote tutte le parti loro, aviene che pochi melloni buoni si ritrovino e molti di sapore alle zucche e a’ cucumeri, ch’anch’essi non s’inalzan dalla terra, sian somiglianti.

Qui egli si tacque; e io, mostrando d’approvare ciò ch’egli diceva, mi taceva, sapendo ch’i vecchi, o quelli che già cominciano ad invecchiare, sogliono esser più vaghi del ragionare che di alcun’altra cosa e che non si può far loro maggiore piacere ch’ascoltarli con attenzione. Ma egli, quasi pur allora aveduto che la moglie vi mancasse, disse: La mia donna, dalla vostra presenza ritenuta, aspetta forse d’essere invitata, onde, s’a voi pare, la farò chiamare: perché, se ben so ch’i modesti forestieri con alquanto di vergogna e di rispetto maggiore dimorano in presenza delle donne che degli uomini, nondimeno non solo la villa, ma l’uso de’ nostri paesi porta seco una certa libertà, alla quale sarà bene che cominciate ad avezzarvi.

Venne la moglie chiamata, e s’assise in capo di tavola in quel luogo che voto era rimaso per lei; e il buon padre di famiglia rincominciò: Omai avete veduto tutte le mie più care cose, perché figliuola femina non m’è stata concessa dal cielo: del ch’io certo molto avrei da ringraziarlo, se non fosse che la mia donna, che da’ maschi, com’è costume de’ giovani, spesso è abbandonata, della solitudine si lamenta; ond’io penserei di dar moglie al maggior de questi miei figliuoli, s’egli l’animo molto alieno non ne dimostrasse. Allora io dissi: Io non posso in alcun modo lodar questa usanza di dar così tosto moglie a’ giovani, percioché ragionevolmente non si dovrebbe prima attendere a l’uso della generazione che l’età dell’accrescimento fosse fornita, nella quale vostro figliuolo ancora mi par che sia. Oltre di ciò i padri dovrebbon sempre eccedere i lor figliuoli almeno di ventiotto o di trent’anni, conciosia cosa che, di meno eccedendoli, son anco nel vigor dell’età quando la giovinezza de’ figliuoli comincia a fiorire; onde né essi hanno sopite ancora tutte quelle voglie le quali, se non per altro, almeno per essempio de’ figliuoli debbon moderare, né lor da’ figliuoli è portato a Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 8

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pieno quel rispetto che si dee al padre, ma quasi compagni e fratelli son molte fiate nel conversare, e talora, il ch’è più disdicevole, rivali e competi-tori nell’amore. Ma se di molto maggiore numero d’anni eccedessero, non potrebbono i padri ammaestrare i figliuoli e sarebbon vicini alla decrepità quando i figliuoli fossero ancor nella infanzia o nella prima fanciulezza, né da lor potrebbono quell’aiuto attendere e quella gratitudine che tanto dalla natura è desiderata. E in questo proposito mi ricordo che, leggendo Lucrezio, ho considerata quella leggiadra forma di parlare ch’egli usa: “Natis munire senectam”; percioch’i figliuoli sono per natura difesa e fortezza del padre, né tali potrebbon essere s’in età ferma e vigorosa non fossero quando i padri alla vecchiaia sono arrivati; alla quale voi essendo già vicino, mi par che non meno dell’età che delle altre condizioni de’ vostri figliuoli debbiate esser sodisfatto e rimaner parimente che ‘l vostro maggior figliuolo oltre il piacere, che ragionevole certo è molto, non cerchi di piacervi nel prender moglie, la quale fra dieci o dodici anni assai a tempo prenderà.

Io m’accorgeva, mentre queste cose diceva, che più al figliuolo ch’al padre il mio ragionamento era grato; ed egli, del mio accorgere accorgen-dosi, con volto ridente disse: Non in tutto indarno sarò oggi uscito fuori alla caccia, poiché non solo ho fatto preda, ma, quel ch’anco non isperai, così buono avocato nella mia causa ho ritrovato. Così dicendo, mi mise su

‘l piattello alcune parti più delicate del capriolo, che parte era stato arrostito e parte condito in una maniera di manicaretti assai piacevole al gusto. Venne co ‘l capriolo compartito in due piatti alquanto di cinghiaro, concio secondo il costume della mia patria in brodo lardiero, e in due altri due paia di piccioni, l’uno arrosto e l’altro lesso; e il padre di famiglia disse allora: Il cinghiaro è preda d’un gentiluomo nostro amico e vicino, il qual con mio figliuolo suole il più delle volte accomunar le prede, e i piccioni sono stati presi da una colombaia: e in queste poche vivande sarà ristretta la nostra cena, perch’il bue si porta più tosto per un cotal riempimento delle mense che perché da alcuno in questa stagione ancor calda sia gustato. A me basterà, dissi io, se pur non è soverchio, il mangiar delle due sorti di carni salvatiche, e mi parrà d’essere a cena con gli eroi, al tempo de’ quali non si legge che si mangiasse altra carne che di bue, di porco e di cervo o d’altri somiglianti: percioché i conviti d’Agamennone, come si legge in Omero, tutto che per opinion di Luciano meritasser d’aver Nestore quasi per parasito, non eran d’altre vivande composti; e i compagni d’Ulisse non per cupidità di fagiani o di pernici, ma per mangiare i buoi del sole sopportarono tante Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 9

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sciagure. Vergilio parimente, per non dilungarsi da questo costume, introduce Enea che nell’Africa uccide sette cervi: ove per altro non di cervi, ma d’alcuna sorte d’augelli doveva far preda, perciò che nell’Africa non nascono cervi; ma mentre egli volle aver riguardo alla convenevolezza e al costume degli eroi, si dimenticò, o dimenticar si volle, di quel ch’era proprio di quella provincia.