D’altra parte, ci si può domandare se le pallottole dei fucili a ripetizione, la mitraglia del cannoncino e le cartucce di dinamite non facciano più male alla popolazione innocente che ai soldati che si oppongono al “mostro alato”…

L’estensione delle possibilità dell’apparecchio è accompagnata dal contemporaneo sviluppo dei tratti negativi dell’eroe. Il primo romanzo ce lo presentava già sotto una luce inquietante. Il campione del “più pesante dell’aria” ha un temperamento collerico che si fa sentire fin dal suo primo contatto coi membri del Weldon-Institute. E le prove si accumulano nel corso del periplo aereo dell’“Albatros”. Qualche citazione chiarificatrice: Robur, la cui pazienza era proprio agli estremi, un irresistibile moto di collera, una voglia violenta di eseguire la sua minaccia”, “si abbandonò ad un violento accesso di collera. I a stessa prigionia dei due volatori in pallone, che dovrebbe essere ergastolo, testimonia di questo atteggiamento irrazionale, poiché se Nemo voleva mantenere l’anonimato, Robur si è rivelalo al mondo e brucia dal desiderio di essere celebrato come il conquistatore dello spazio. È vero che la testardaggine del presidente e del segretario del Weldon-Institute, il loro rifiuto di accettare la stessa evidenza, esasperano l’orgoglio in qualche modo legittimo del creatore dell’”Albatros”, accentuano il suo disprezzo per quelli che sono incapaci di elevarsi a livello del suo genio. Robur decide quindi di partire col suo segreto, che non sarà perduto per l’umanità. Diverrà suo il giorno in cui sarti abbastanza colta per trarne profitto e abbastanza saggia per non abusarne mai. Ma questi cambiamenti non avvengono. Quando il nuovo apparecchio di Robur fa la sua apparizione sulle strade, sopra e sotto le acque degli Stati Uniti, la sola preoccupazione della gente è “che l’Unione soltanto divenisse la proprietaria di quella macchina in grado di assicurarle un’incontrastata superiorità sugli altri paesi, soprattutto in caso di guerra”. E i governi europei hanno manifestamente lo stesso scopo. Come se fosse stato contaminato da questo desiderio di predominio, da questa sete di dominio universale, colui che si accontenterebbe di essere il conquistatore dell’aria si proclama padrone del mondo, “si crede al di sopra e al di fuori dell’umanità”. Nella sua irriducibile follia, Robur si crede al di sopra delle stesse forze della natura e si lancia con l’“Epouvante” nel cuore di una tempesta, per morire folgorato. Il vecchio Hetzel non era più là a reclamare una fine conforme ai suoi principi un po’ superati sulla letteratura destinata alle nuove generazioni.

Questa avventura tragica è raccontata con più nerbo di quella drammatica di Robur il conquistatore. Anche la costruzione romanzesca è superiore. Il segreto dell’“Epouvante” è svelato poco per volta, cominciando dai fenomeni strani che si verificano nel Great Eyry e continuando con le imprese del veicolo che percorre in continuazione lo spazio terrestre e le acque. La spiegazione finale è preparata con mano maestra. Gli avvenimenti e i commenti dell’ispettore Strock ci fanno credere che la caduta sia inevitabile, che l’apparecchio e i suoi passeggeri siano irrimediabilmente perduti, quando “nel momento in cui sta per essere trascinato giù per la cascata, l’«Epouvante» si alza invece nello spazio, superando le acque vorticose in mezzo a uno spettrale arcobaleno lunare!” Bisogna ascrivere fra i meriti del romanzo il persistere dell’enigma riguardante l’eroe. Lo scrittore non ripete l’errore commesso dotando il capitano Nemo di un’identità fittizia, nell’Isola misteriosa. Robur rimane uno sconosciuto, cosa che Io eleva a simbolo. Rappresenta “la scienza futura”, “la riserva sicura dell’avvenire”, come ci viene assicurato alla fine del primo romanzo? Oppure la scienza maledetta di quelli che si comportano come se fossero “al di sopra e al di fuori dell’umanità?” Incarnando questa incertezza fondamentale nelle due ipostasi del suo personaggio, Jules Verne dimostra una volta di più di non essere soltanto il divulgatore abile e divertente da accantonare fra la letteratura giovanile, come si è voluto fino a questi ultimi decenni di gloriosa resurrezione.

 

Ion Hobana

LIBRO PRIMO

ROBUR IL CONQUISTATORE

 

CAPITOLO PRIMO

 

Nel quale gli uomini istruiti e gli ignoranti si trovano

nello stesso imbarazzo

 

 

 

Pam!… Pam!

I due colpi di pistola partirono quasi nello stesso tempo. Una mucca, che passava a cinquanta passi di distanza, ricevette una pallottola nel dorso. Eppure non aveva niente a che vedere con la questione.

Né l’uno né l’altro dei due avversari era rimasto ferito.

Chi erano quei due gentlemen? Non si sa, e, tuttavia, sarebbe stata proprio quella l’occasione buona per affidare il loro nome ai posteri. Tutto quello che possiamo dire è che il più vecchio era inglese, il più giovane americano. Quanto invece ad indicare il luogo dove l’inoffensivo ruminante aveva brucato il suo ultimo ciuffo d’erba, niente di più facile. Esso era sulla riva destra del Niagara, non lontano dal ponte sospeso che congiunge la riva americana alla riva canadese, tre miglia al di sotto delle cascate.

L’inglese avanzò allora verso l’americano:

— Continuo a sostenere che si trattava del Rule Britannia! — affermò.

— No! dello Yankee Doodle! — ribatté l’altro.

La discussione stava per ricominciare, quando uno dei testimoni — senza dubbio nell’interesse del bestiame, s’interpose dicendo:

— Facciamo conto che si trattava del Rule Doodle e dello Yankee Britannia, ed andiamo a far colazione!

Questo compromesso fra i due inni nazionali dell’America e della Gran Bretagna fu adottato con soddisfazione generale. Americani e inglesi, risalendo la riva sinistra del Niagara, andarono a mettersi a tavola nell’albergo di Goat-Island — terreno neutrale tra le due cascate. Non li disturberemo dato che sono alle prese con le tradizionali uova sode ed il prosciutto, il roastbeef freddo, reso piccante da pickles incendiari, e fiumi di tè da fare invidia alle celebri cascate. È poco probabile, del resto, che si parli ancora di loro in questa storia.

Chi aveva ragione, l’inglese o l’americano? Sarebbe stato difficile dare un giudizio. Ad ogni modo, questo duello dimostra quanto gli animi si fossero accesi, non solo nel nuovo, ma anche nel vecchio continente, a proposito di un fenomeno inspiegabile, che, da circa un mese, turbava le menti di tutti.

 

Os sublime dedit coelumque tueri,

 

ha detto Ovidio a massima gloria della creatura umana. E realmente, non si era mai tanto guardato il cielo da quando l’uomo era apparso sulla Terra.

Ora, appunto durante la notte precedente, una tromba aerea aveva lanciate le sue note squillanti attraverso lo spazio, al di sopra di quella porzione del Canada situata fra il lago Ontario e il lago Erie. Gli uni avevano udito lo Yankee Doodle, gli altri il Rule Britannia.