- Lei è annoiato di me, e me ne vado!
- Mio caro Padre - rispose Percy, immobile nella sedia, - io so che la colpa è sua!
- Oh! caro fratello mio, non sono annoiato, - rispose schiettamente Percy; - solo Mi ascolti: Ella dice che il Cristianesimo è assurdo ed impossibile, eppure sa che mi addolora terribilmente il pensare che tutto ciò che lei rinnega è vero!
non è. Potrà essere non vero - lasciamo andar questo, sebbene io sia convinto L’altro lo guardò fisso e poi replicò:
della assoluta sua verità - ma non può essere assurdo, dacché uomini dotti e 17
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- Ed io so che vero non è! Potrà esser bello, potrei desiderare di credervi ancora, mezzo un vasto baldacchino, sotto il quale, ora, come già da più di un secolo, penso che non sarò più felice, ma… ma è così….
ardevano sei ceri, e più indietro saliva l’ampia linea dell’abside, che terminava Percy sospirò.
su nella volta scura traforata di finestroni, dalla quale la immagine del Cristo Gli aveva ripetuto tante volte che il cuore è un dono divino come la mente, e che dominava nella sua maestà. Percy volse intorno gli occhi per qualche momento non tenendone conto per la ricerca di Dio, ci si espone a brancolare tra le rovine.
prima di dar principio alla preghiera, inchinandosi alla magnificenza del luogo, Ma, il prete non aveva mai voluto fare di queste parole una applicazione a se al coro echeggiante, al modulare dell’organo, alla esile e morbida voce del stesso, accampando sempre il vieto argomento psicologico della suggestione che celebrante. A sinistra rosseggiavano le luci rifratte delle lampade accese davanti spiega ogni cosa.
a Gesù Sacramentato, a destra dodici candele tremolavano sparse qua e là ai
- Suppongo, - soggiunse quest’ultimo, - che la romperà del tutto con me!
piedi delle scarne immagini, e su in alto pendeva la gigantesca croce, con quel
- E’ lei invece - rispose P. Franklin - che la rompe con me! Posso io seguirla, se macilento ed esangue Uomo Povero, che tutti coloro i quali miravano a lui, persiste nelle sue opinioni?
invitava al suo amplesso divino. Quindi nascose il volto fra le mani, mandò due
- Ma non potremmo restare amici come prima?
lunghi sospiri, e si dispose a pregare.
- Amici? Non è l’amicizia unione di sentimenti? quale sorta d’amicizia può Secondo l’usato egli cominciò la sua orazione mentale con un risoluto atto di dunque restare tra noi due?
rinuncia al mondo dei sensi: figurandosi come di dover sommergere una L’altro si fece ancora più triste nel volto.
superficie, egli fe’ forza a se medesimo per discendere nell’intimo del suo spirito;
- Eppure non lo vedo impossibile….
finché il cadenzare dell’organo, il rumore dei passi, la durezza del banco, tutto
- Giovanni!… - esclamò Percy - la cosa è troppo chiara: possiamo pretendere di gli apparve esterno ed estraneo, e sentì nella sua persona il solo cuore che rimanere amici, quando lei, da una parte, non crede più in Dio? Per questo io palpitava, la sola mente che foggiava immagini sempre nuove, e suscitava sono persuaso che neppur lei lo crede possibile!
emozioni troppo languide per manifestarsi nei loro atti.
Francis si alzò.
Discese poi più profondo rinunciando a tutto ciò che egli era, a tutto quel che
- Ebbene, sarà come lei vuole! Io me ne vado.
possedeva; e gli parve che anche il suo proprio corpo svanisse, e che l’intelletto Francis si mosse verso l’uscio.
ed il cuore, trepidanti alla divina presenza, nella quale ritrovavano se medesimi,
- Giovanni! - soggiunse Percy - e va via in codesta maniera, senza neppure darmi si riunissero intimamente docili alla volontà di Colui che era loro protettore e la mano?
signore.
L’altro si volse, visibilmente sdegnato.
Mandò nuovi sospiri sentendo la divina presenza alitargli dintorno, ripeté
- Perché ella dice di non poter essermi amico! Percy allora capi e sorrise.
meccanicamente alcune parole, e cadde in quella calma che fa seguito al totale
- Oh!… è questo tutto ciò che lei intende per amicizia, nevvero?… Sì, possiamo rinnegamento di se medesimo. Così rimase per qualche tempo. Echeggiavano trattarci cortesemente l’uno con l’altro, se così vuole.
dall’alto la musica divina, il clangore delle trombe, il sibilo dei flauti, ma come E si alzò calmo porgendogli la mano; Francis lo fissò per qualche istante, mentre vani rumori di strada che non turbano chi è immerso nel sonno.
le sue labbra tremavano; quindi si mosse nuovamente senza proferir parola.
Si trovava ora dentro il velame delle cose, di là dai confini del senso e della riflessione, in quel recesso, la cui via tanti sforzi gli era costata! in quella II.
meravigliosa regione dove ogni realtà apparisce evidente, dove le percezioni Percy restò immobile finché udì la campanella automatica annunciare di fuori vanno e vengono con la rapidità della luce, dove il potere della volontà coglie che P. Francis era veramente uscito; quindi uscì lui pure avviandosi per il lungo ora uno, ora quell’atto, gli dà forma e lo esegue, dove tutte le cose si incontrano, vicolo che portava alla cattedrale. Attraversata la sacristia udì il suono dove il vero si conosce si opera e si gusta, dove Dio immanente e Dio dell’organo, ed entrando nella cappella, dove si celebravano le funzioni trascendentale si unificano, dove l’aspetto esteriore del mondo si rende noto per parrocchiali, si accorse che i Vespri non erano ancora terminati dentro il gran il suo aspetto interiore, dove la Chiesa con i suoi misteri si vede dal di dentro in coro. Scese diretto sotto la navata, volse a destra, e, attraversato il centro, si pose un nembo di gloria.
in ginocchio.
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