Sareste dispiaciuto anche voi, ci giurerei, se dopo aver lucidato le scarpe nel miglior modo possibile veniste a scoprire che il vostro socio non fa altrettanto. Tutti i clienti apprezzano molto Dick, ma non hanno nessuna stima di Jack, così spesso non tornano una seconda volta. Insomma, se fossi ricco comprerei la parte di Jack e la regalerei a Dick, e gli regalerei pure un’insegna bella grande. Lui dice che un’insegna significa molto nel suo lavoro... E gli regalerei un bel po’ di stracci e spazzole nuove per avviarlo come si deve. Lui dice che tutto sta a partire nel miglior modo possibile».

Cedric aveva un modo talmente naturale e fiducioso di raccontare le sue storie che neppure gli passava per la testa che probabilmente al suo importante ospite non potessero interessare affatto quei discorsi. A dire il vero, Mr Havisham cominciava a sentirsi in qualche modo coinvolto non tanto dalla faccenda di Dick o della fruttivendola, quando da quel ragazzino gentile la cui testolina, sotto i riccioli biondi, appariva piena di tanti generosi propositi per i suoi amici mentre invece non sembrava chiedere nulla per sé.

«E per te?... Non c’è anche qualcosa che desideri per te?», indagò l’avvocato.

«Come no, un mucchio di cose!...», rispose il piccolo. «Ma prima darei a Mary una sommetta di denaro per Bridget, sua sorella... Ha dieci bambini e il marito non può lavorare. Viene qui e si mette a piangere, e allora il mio tesoro le riempie un cesto con tante cose utili, e allora lei si rimette a piangere e dice: “Che Dio la benedica, bella signora”... E poi... poi so che a Mr Hobbs piacerebbe tanto un orologio d’oro con la catena, in mio ricordo, e anche una pipa di schiuma. E poi... poi vorrei organizzare una compagnia».

«Una compagnia?!...», si stupì Mr Havisham.

«Sì, tipo quella repubblicana», spiegò Cedric. «Comprerei torce, uniformi e tutto il necessario per i ragazzi e anche per me. Così potremmo fare marce e manifestazioni. Ecco, vorrei fare tutto questo se fossi ricco».

In quel momento la porta si aprì ed entrò Mrs Errol.

«Sono spiacente di avervi dovuto abbandonare tanto a lungo», disse all’avvocato, «ma è venuta a trovarmi una poveretta che si trova in un mare di guai».

«Questo nostro bel giovanotto», disse Mr Havisham, «mi ha parlato a lungo di molti suoi amici e di cosa gli piacerebbe fare per loro se fosse ricco».

«Bridget si trova sicuramente fra quegli amici», rispose Mrs Errol, «ed è proprio con lei che stavo parlando in cucina. È disperata perché suo marito ha della forti febbri reumatiche».

Cedric scivolò giù dalla grande poltrona.

«Credo che andrò a salutarla e a chiederle come sta suo marito», disse. «È un uomo tanto simpatico quando si sente bene, e io sono in debito verso di lui perché una volta mi ha costruito una spada di legno. È un uomo di grande talento».

Corse fuori dalla stanza, e Mr Havisham si alzò. Aveva l’aria di voler dire qualcosa: esitò un attimo ma poi, fissando lo sguardo su Mr Errol, disse:

«Prima che partissi dal castello di Dorincourt, il conte mi parlò a lungo, dandomi diversi incarichi. Egli desidera che suo nipote pensi con un certo entusiasmo alla sua futura vita in Inghilterra, accanto a lui. Così, mi ha pregato di far capire al ragazzo che tale cambiamento gli frutterà parecchio denaro e grandi soddisfazioni... Mi ha detto anche molto chiaramente che qualsiasi desiderio suo nipote avesse manifestato io avrei dovuto accontentarlo a nome del nonno. Ora, non credo che il conte avesse immaginato una simile evenienza, ma se Lord Fauntleroy desidera aiutare questa povera donna, sono più che certo che il conte vorrebbe che io lo accontentassi».

Per la seconda volta aveva preferito non ripetere testualmente le parole del conte, che invece si era espresso all’incirca così:

«Fate sapere al ragazzo che io posso dargli tutto ciò che desidera... Insomma, fate in modo che comprenda subito bene cosa vuol dire essere nipote del Conte di Dorincourt. Compra- tegli quello che vuole, riempitegli le tasche di soldi e ricordategli sempre che è suo nonno che fa tutto questo per lui».

Le sue motivazioni non erano di certo dettate dalla generosità, e se il piccolo Ceddie avesse avuto una natura meno sensibile avrebbero potuto produrre effetti assai deleteri. Mrs Errol, da parte sua, era troppo ingenua per intuire la verità: pensava che quel vecchio signore solo e infelice, i cui figli erano tutti morti, desiderasse essere generoso con il bambino per conquistarsi il suo affetto e la sua amicizia. Fu molto contenta che Cedric potesse aiutare Bridget: l’idea che la prima conseguenza dell’inaspettata fortuna toccata al suo piccolo fosse di poter soccorrere una persona bisognosa la rendeva felice, e il suo giovane viso si coprì di un leggero rossore.

«Oh, questo è davvero molto gentile da parte del conte!...», esclamò.