«Cedric ne sarà entusiasta. È molto affezionato a Bridget e a Michael. E se lo meritano... Anch’io ho sempre desiderato di poterli aiutare. Michael è un grande lavoratore quando è in salute, ma da parecchio tempo sta male e ha bisogno di medicine costose, abiti pesanti e cibo nutriente... Lui e Bridget non sprecheranno il denaro che gli daremo».
Mr Havisham trasse di tasca un grosso portafogli rigonfio. Sul suo viso affilato si disegnò un mezzo sorriso: pensava a cosa avrebbe detto il Conte di Dorincourt nell’apprendere il primo desiderio di suo nipote, quale avrebbe potuto essere la reazione di quel vecchio aristocratico egoista e superficiale.
«Non so se avete potuto farvi un’idea dell’enorme ricchezza del Conte di Dorincourt», disse a Mrs Errol. «È un uomo che può togliersi ogni capriccio, e sarà lieto di sapere che Lord Fauntleroy è stato accontentato nel suo desiderio. Se volete farmi la cortesia di chiamarlo, gli darò cinque sterline per quella gente».
«Ma sono venticinque dollari!...», esclamò la giovane donna. «Per loro rappresentano un vero capitale. A quella povera Bridget non sembrerà vero».
«E invece è proprio vero», ribadì l’avvocato con il suo sorriso stiracchiato. «Nella vita di vostro figlio è avvenuto un grosso cambiamento e d’ora in poi potrà disporre di un grande potere».
«Oh», sospirò la madre, «ed è ancora soltanto un bambino!... Come gli si potrà insegnare a usarlo nel modo giusto?... Mio dolce, mio piccolo Ceddie!...».
Mr Havisham si schiarì la voce. Quegli occhi scuri dallo sguardo tanto timido e dolce avevano toccato il suo cuore duro ed egoista.
«Da quanto ho potuto appurare stamattina conversando con Lord Fauntleroy», disse, «sono convinto che il futuro Conte di Dorincourt penserà più agli altri che a se stesso. È vero, è ancora un bambino, ma si può avere fiducia in lui».
Mrs Errol andò a cercare Cedric e lo condusse nel salottino. Mr Havisham lo udì parlare al di là della porta.
«Si tratta di un reumatismo infiammiatorio», stava dicendo, «ed è un tipo di reumatismo terribile. Lui è preoccupato per la pigione che non potranno pagare, e Bridget dice che la preoccupazione aggraverà il suo stato. E Pat potrebbe trovare un posto in qualche negozio se solo avesse un vestito presentabile».
Era assai in pena per Bridget, ed entrò nel salotto con un visetto molto preoccupato.
«La mamma ha detto che volevate vedermi. Stavo parlando con Bridget», disse a Mr Havisham.
L’avvocato lo fissò un momento. Era un po’ imbarazzato e non riusciva a decidersi: in fondo, come aveva detto Mrs Errol, Cedric era soltanto un ragazzino...
«Il Conte di Dorincourt...», iniziò a dire, lanciando senza volere un’occhiata a Mrs Errol.
Allora la madre si inginocchiò accanto al piccolo e lo abbracciò con tenerezza.
«Ceddie», disse, «il conte è tuo nonno, il papà del tuo papà... È tanto, tanto buono, ti vuole bene e spera che anche tu gliene voglia, perché, come sai, i suoi figli sono tutti morti. È suo desiderio che tu sia felice e che possa rendere felici anche gli altri. È molto ricco, e intende appagare ogni tuo desiderio, perciò ha consegnato a Mr Havisham una grossa somma di denaro tutta per te. Adesso puoi dare a Bridget quanto le occorre per pagare la pigione e comprare a Michael tutto quanto gli serve... Non è una cosa fantastica, Ceddie?», e così dicendo baciò il ragazzo sulle guance, che erano divenute di porpora per l’emozione.
Cedric spostò lo sguardo da sua madre a Mr Havisham.
«Posso averlo subito il denaro?», pregò. «Così glielo darò prima che se ne vada».
Mr Havisham gli consegnò il denaro: erano biglietti nuovi di zecca. Cedric si precipitò fuori dalla stanza.
«Bridget!...», lo udirono gridare mentre faceva irruzione in cucina. «Aspetta un momento, Bridget! Ho del denaro. È per te, così potrai pagare la pigione...
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