«Non potrebbe capire, e ne sarebbe molto scosso e addolorato... Sono certa che il suo affetto per il nonno sarà più sincero e spontaneo se non verrà a sapere che il conte mi disprezza. Mi è tanto affezionato, e lo sconvolgerebbe sapere che qualcuno mi odia a tal punto. È molto meglio anche per il conte: sarebbe come gettare una barriera tra lui e suo nipote, anche se Ceddie è tanto piccolo...».
Così, Cedric seppe soltanto che quella decisione era dovuta a motivi misteriosi, ragioni che lui non era abbastanza adulto per capire ma che in seguito gli sarebbero state chiarite. Era piuttosto perplesso, ma dopotutto non era il caso di prendersela troppo: i discorsi di sua madre lo confortavano e lo aiutavano a vedere il lato migliore della situazione, smussandone via via gli aspetti più dolorosi.
Eppure, a Mr Havisham capitò spesso di sorprenderlo mentre fissava il mare, seduto nella sua posizione preferita, con un visetto triste e imbronciato, e più di una volta udì un profondo sospiro uscire dalle sue labbra infantili.
«È una cosa che proprio non mi va giù», affermò una volta Cedric durante uno dei suoi cortesi discorsi con l’avvocato. «Neppure potete immaginare, Mr Havisham, quanto non mi vada giù; ma nella vita capitano parecchi dispiaceri, e bisogna sopportarli... Mary lo diceva spesso, e pure Mr Hobbs lo diceva. Del resto la mamma vuole che io stia volentieri con il nonno, perché, ecco... perché tutti i suoi figli sono morti e lui è molto triste. Fa proprio una gran pena vedere un uomo a cui sono morti tutti i figli... e poi uno così all’improvviso».
Una delle cose che maggiormente divertiva le persone che conoscevano il piccolo lord era l’espressione seria e saggia che assumeva il suo visetto quando parlava: era irresistibile con quell’aria da adulto sull’innocente faccino paffuto.
Vedere quel bambino bello, sano, con la sua testa ricciuta, seduto con le ginocchia tra le mani mentre conversava con estrema serietà, era un vero spasso per chiunque. Poco per volta, anche Mr Havisham cominciò a divertirsi in sua compagnia.
«Dunque, stai già provando ad affezionarti al conte?», gli chiese un giorno l’avvocato.
«Sì», rispose il piccolo lord, «è mio parente e bisogna volere bene ai propri parenti. Per giunta, è stato così buono con me... Quando qualcuno mostra tanta attenzione nei tuoi confronti e vuole che tu sia contento in ogni modo, devi volergli bene anche se non è un tuo parente... ma se per giunta è tuo nonno devi proprio affezionarti a lui».
«E pensi», insinuò Mr Havisham, «che anche lui ti vorrà bene?»
«Ma certo», disse Cedric. «Mi vorrà bene perché è mio nonno e io sono il figlio di suo figlio. E poi... deve volermi molto bene per forza se vuole che ogni mio desiderio si realizzi e se ha mandato voi a prendermi dall’Inghilterra».
«Ah, dunque le cose stanno così», concluse l’avvocato.
«Sì, stanno così», rispose Cedric. «Non lo credete anche voi? È naturale che un uomo voglia bene a suo nipote».
Quelli che soffrendo il mal di mare si erano rinchiusi nelle loro cabine e ora se ne stavano sul ponte a godersi la traversata non avevano neanche fatto in tempo a sistemarsi sulle sdraio che già erano stati informati della romantica storia del piccolo Lord Fauntleroy. Tutti si interessavano a quel bel bambino sempre intento a scorrazzare avanti e indietro per la nave parlando con la madre e con il vecchio avvocato, o con i marinai. Tutti lo trovavano delizioso, e lui era amico di tutti.
Spesso passeggiava sul ponte in compagnia di signori conosciuti durante il viaggio, e spesso cercava di imitarne la camminata facendo, come loro, passi lunghi e decisi, e sempre rispondendo a tutti i loro scherzi con grande divertimento. Quando invece alcune signore si mettevano a chiacchierare con lui, spesso da quel gruppetto si levavano allegre risate, e quando giocava con gli altri bambini li sorprendeva immancabilmente con le sue straordinarie trovate. Ma i suoi amici preferiti restavano sempre i marinai, che gli raccontavano storie meravigliose di pirati, naufragi e isole deserte; da loro imparò a legare le gomene e a costruire graziose barchette, senza contare che apprese – e con sorprendente facilità – un’infinità di cognizioni sulle vele e sulle scotte. La sua parlata aveva assunto un’impronta marinaresca, e una volta fece sbellicare dalle risa un gruppo di signore e di signori che se ne stavano seduti sul ponte avvolti in scialli e coperte, dicendo con aria molto compunta: «Porcaccia la miseria, giornata fredda oggi!».
Cedric rimase parecchio stupito di quelle risa. Aveva imparato quell’espressione da un vecchio lupo di mare a nome Jerry, che la intercalava di frequente nei suoi discorsi. A giudicare dalle avventure di cui si diceva protagonista, Jerry doveva aver fatto almeno due o tremila viaggi, e regolarmente era andato a naufragare su isole deserte infestate da feroci cannibali assetati di sangue. Sempre secondo i suoi mirabolanti racconti, doveva essere stato arrostito e mangiato più di una volta e scotennato almeno quindici o venti volte.
«Per questo è completamente pelato!», spiegò Lord Faun- tleroy alla mamma. «Dopo essere stati scotennati diverse volte i capelli non ricrescono più. I capelli di Jerry non sono più ricresciuti da quella volta che il re dei Parromacchiatani lo scotennò con un coltellaccio ricavato dal teschio del re dei Wapslemunchiesi. Non se l’era mai vista così brutta! Era talmente spaventato, che quando il re alzò il coltello, i capelli gli si drizzarono sulla testa e non ci fu verso di farli riscendere giù.
1 comment