Adesso penserebbe lei a persuadere Carlino di partire immediatamente. Noemi si mostrò spaventata. Suo cognato non avrebbe voluto che la Dessalle venisse più a Subiaco, tanto per la pace di lei quanto per la pace di don Clemente. Noemi aveva la missione di farle comprendere la convenienza di una tale rinuncia. Selva era guarito e offriva di venir lui a prendere la cognata; anche nel Belgio, se fosse necessario. Ella si trovò a combattere, intanto, l’idea di partire subito. Non fece che irritare Jeanne, la quale protestò e riprotestò che i Selva s’ingannavano; né seppe dare altra ragione del suo violento resistere. Carlino, udito un aspro «basta!» di sua sorella, accorse. Litigavano, il prete e la signorina? Adesso che dovevano cominciare le tenerezze mistiche?

«Ci lasci in pace» rispose Noemi. « A quest’ora il Suo prete di novant’anni sarebbe morto dieci volte di stanchezza. Non ci dia più ordini. Guiderò io, che conosco Bruges meglio di Lei. E Lei stia cento passi indietro.»

Carlino non seppe replicare che «oh oh! – oh oh! – oh oh!» e la D’Arxel si portò via Jeanne avviandosi lungo la cancellata del piccolo cimitero di Saint-Sauveur. Le parve giunto il momento di metter fuori l’ultima rivelazione.

«Credo che Giovanni abbia ragione, sai» diss’ella. «Questo don Clemente è di Brescia.»

Allora Jeanne, presa da un impeto di dolore, cinse con un braccio il collo dell’amica, ruppe in singhiozzi. Noemi, atterrita, la supplicò di chetarsi.

«Per amor di Dio, Jeanne!»

Questa le domandò, fra un singhiozzo soffocato e l’altro, se Carlino sapesse. Oh no, ma che direbbe adesso?

«Qui non può vedere» singhiozzò Jeanne.

Erano nell’ombra della chiesa. Noemi ammirò che Jeanne, in preda a quell’emozione, se ne fosse accorta.

«Per carità, non sappia niente! Per carità!»

Noemi promise di non parlare. Jeanne si venne a poco a poco chetando e fu la prima a muoversi. Ah esser sola, esser sola nella sua camera! La vista della torre di Notre Dame saettante il cielo con la guglia affilata le fece male come la vista di un nemico vincitore e implacabile. Lo comprendeva bene adesso, si era illusa per tre anni di non avere più speranza. Come soffriva e si dibatteva la sua speranza creduta morta, come si ostinava a tempestarle nel cuore: no, no, non si è fatto frate, non è lui! Ella strinse con uno spasimo di desiderio il braccio di Noemi. Lo voce consolatrice si affievolì, venne meno. Probabilmente era lui, probabilmente tutto era proprio finito per sempre. Il silenzio della notte, la tristezza della luna, la tristezza delle vie morte, un’aria gelida che si era levata, consentivano con i pensieri amari.

Oltrepassata di poco Notre Dame, ecco ancora scivolare lungo il muro, dalla parte ombrosa della via, l’uomo sinistro. Noemi affrettò il passo, desiderosa ella pure di arrivare a casa. Quando Carlino si avvide che le signore andavano diritte alla villetta invece di pigliare il ponte che conduce all’altra sponda del Lac d’amour, protestò. Come? E l’ultima scena? Avevano dimenticato? Noemi voleva ribellarsi, ma Jeanne, trepidante che Carlino venisse a scoprire qualche cosa, la pregò di cedere.