Il giovane regista le si avvicinò. - C’è un’atmosfera allegra, vero? - le chiese con amarezza. - Mi è capitato di vedere un pubblico più numeroso a uno spettacolo di pulci ammaestrate.
- Certo non è molto promettente - cercò di confortarlo Betty e l’uomo fece un sorriso sardonico.
- Ma dobbiamo sperare - le disse. - È l’unica cosa che ci è rimasta… la speranza! Una commedia musicale che non conta nemmeno su un motivetto azzeccato o un sottofondo di allegria per suscitare una risata nel pubblico non può fare molta strada. L’avviso è stato esposto questa sera…
l’avete visto?
Betty annuì. La ragazza di Fez sarebbe rimasta in cartellone per quindici giorni. Avevano provato per sette settimane, ma ora sul tabellone degli avvisi era apparso quel piccolo foglietto scritto a macchina. Betty era già stata disdetta anche in precedenza, ma alla fine di un lungo ciclo di recite fortunate. Ora la notizia che la commedia sarebbe stata rappresentata solo per quindici giorni le procurò un piccolo colpo. Le ultime righe dell’avviso erano ancor più preoccupanti: La disdetta preventiva notificata agli artisti
la sera della prima diventerà operativa come stabilito.
- La disdetta riguarda anche me, signor Tillet? - chiese ricordandosi dell’infausto messaggio.
- Mi dispiace, sì, signorina Carew - rispose il regista. - Il principale Edgar Wallace
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1993 - Il Segno Del Potere
sapeva che sarebbe stato un insuccesso prima ancora di leggere le recensioni sui giornali del mattino… ma lui si è protetto le spalle e si è messo in salvo dalla parte giusta. La Florette non è vostra amica, vero?
Betty scosse la testa. La Florette, la ballerina francese dalle labbra sottili, non faceva parte del cast. Van Campe raramente l’aveva diretta in uno spettacolo, ma l’artista durante le prove era sempre rimasta seduta al fianco del regista e aveva fatto critiche nel suo strano francese. Aveva sogghignato con scherno, li aveva derisi, e aveva umiliato Van Campe spiegandogli come questi spettacoli fossero organizzati molto meglio in Francia; e Van Campe, che era suo schiavo, aveva tagliato e fatto dei cambiamenti nella commedia, tanto che gli autori del testo erano disperati e gli attori sul punto di ribellarsi!
- Bene…
Il regista aveva appena iniziato a dare delle istruzioni, quando la porta del palcoscenico venne spalancata e apparve fluttuando una figuretta vaporosa; dalla cima dei capelli ondulati e tinti di henné, alla punta delle scarpe ornate di Strass era l’autentico trionfo dell’arte di bamboleggiare.
Avanzò leggiadra fra le misere attrezzature del palcoscenico e si fermò davanti a Betty, scrutandola attraverso un paio di occhialini assolutamente superflui. Sotto il trucco la ragazza arrossì per quell’esame indiscreto.
- Voi siete la Carew, vero? Volevo chiedervi cosa avete fatto ai capelli?
Non avete usato l’acqua ossigenata, vero? Mi piacciono molto. Siete una pessima attrice e la vostra voce, mon Dieu!, è spaventosa, ma i vostri capelli sono magnifici. Sono un vero rebus, e per questo motivo ho promesso a Charles che vi avrei chiesto come fate ad averli tanto belli.
- E ora avete mantenuto la promessa, signorina Florette - confermò Betty, cercando di dissimulare la rabbia che le traspariva dalla voce.
- Dovete dirmi… come fate?
- Non ho niente da dirvi. I miei capelli sono esattamente come me li ha dati il buon Dio - Betty sorrise nonostante il fastidio. - E credo di avervelo già detto in un’altra occasione.
La Florette scrollò le spalle. - Ma io pensavo che si fosse trattato di…
una bugia, capite? Una piccola menzogna? Gli occhi di Betty si spalancarono ardenti come braci.
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