La luce della candela illuminava i lineamenti di un volto fine, singolarmente piacevole. Un altro mistero, più profondo di quello di cui stava parlando il dottore, si celava nei suoi occhi abbassati, nell’ombra Edgar Wallace
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1993 - Il Segno Del Potere
scura della sua gola. Solo la luce dei suoi capelli risplendeva, superando la scarsa illuminazione di cui si circondava il dottor Laffin. Ma gli occhi scuri e spietati dell’uomo, che la guardavano immobili, simili a quelli di un avvoltoio nella loro intensità priva di emozioni, non riscontravano in lei nessuna bellezza.
- Può darsi che io sia tutto quello che avete appena elencato - lo interruppe con calma Betty - e tuttavia provo una naturale diffidenza a mettermi in mostra in una vetrina, perché la gente mi guardi a bocca aperta. Non c’è nessuna logica. Non credo di essere una brava attrice… so di non esserlo… ma amo troppo il mio mestiere per abbassarmi ad accettare l’incarico che mi suggerite. Per cosa dovrei fare della pubblicità?
Un gesto vago fu la sola risposta che ricevette.
- Non è importante che io lo sappia, suppongo. Tanto non lo farò. - Si alzò lentamente dalla scrivania consunta, con un gesto risoluto della testa e stringendo con forza le labbra, per dimostrare un’incrollabile decisione.
- Buona notte - la salutò Laffin, restando seduto. - Conosci la strada.
Voglio riposarmi. Chiudi bene la porta.
Era tutto quello che si sarebbe aspettata da lui. Per un attimo lo guardò, stringendo le labbra, provando amarezza in cuor suo per quell’uomo che l’aveva torturata durante la fanciullezza con la paura, e che voleva rovinarle il futuro per un semplice capriccio. La testa del dottore era china… era già completamente addormentato… in quei dieci minuti di sonno profondo nessun rumore sarebbe riuscito a svegliarlo. Com’era indifeso in quel momento! Per un attimo, tremante d’angoscia e di furore, lo sovrastò, con le mani tese, fremente per la rabbia che non trovava sfogo; poi, superando l’odio che cresceva dentro di lei, corse fuori dalla stanza, discese le scale e uscì di casa. La porta sbatté dietro di lei. - Spero che la senta nei suoi sogni! - esclamò.
L’uomo alto che stava aspettandola davanti al cancello del giardino sorrise teneramente. - Mi sembra un desiderio cattivo - cercò di calmarla.
- Quell’uomo ti piace, Clive?
Clive Lowbridge soffocò il riso, mentre l’aiutava a salire nella piccola coupé, rimasta in attesa durante il breve colloquio. - Sì… in un certo senso.
La sua enfasi non mi infastidisce, perché è sincera. Lui pensa veramente di essere l’uomo migliore del mondo. E mi ha aiutato molte volte.
- Come ti è capitato di conoscerlo?
Clive rispose solamente dopo aver raggiunto la strada principale e aver Edgar Wallace
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1993 - Il Segno Del Potere
superato un tram traballante e molto lento. - Quel manovratore supera tutti i limiti di velocità! - brontolò con rabbia.
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