- Lo conosco, ma molti uomini dì legge lo conoscono.
- Non è in alcun modo suo socio in affari?
Edgar Wallace
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1922 - Il Segreto Della Miniera
- No - negò prontamente Maxell.
Era una bugia e lo sapeva. Lo aveva detto deliberatamente nel desiderio dì apparire in buona luce agli occhi dei suoi colleghi. Conosceva abbastanza bene la reputazione dì Cartwright e dì come era considerato dal partito che aveva servito per ben tre anni. Cartwright era stato infatti membro dì una circoscrizione dì Londra, ma si era poi dimesso. La
“pressione del lavoro” era stata la scusa da lui addotta, ma c’era chi sosteneva che in realtà fosse stata la pressione dei capigruppo del partito che avevano fiutato un caso piuttosto sconveniente finito davanti al tribunale, dove spiccava la figura dì Cartwright.
dì certo non si era saputo niente poiché la causa in cui Cartwright era implicato era stata depennata dal ruolo all’ultimo momento. I più maligni sostenevano che il depennamento fosse costato a Cartwright una piccola fortuna, ma quel che era certo, però, è che una delle segretarie del tribunale aveva abbandonato il suo posto dì lavoro e che da allora aveva vissuto nell’abbondanza. Cartwright aveva respinto con sprezzo l’accusa secondo cui il caso avrebbe celato qualcosa dì sensazionale, fatto sta, però, che aveva abbandonato per sempre la vita politica.
- Sono lieto dì sentire che non è suo socio - esclamò semplicemente il ministro. - È un ottimo individuo e sarà anche la persona più retta e valida della City. Ma è un po’ sfuggente… - esitò - un po’ equivoco. Lei mi capisce, Maxell… O forse farei meglio a dire che è un po’ guasto?
- È sicuramente un uomo brillante - replicò Maxell, non molto desideroso dì difendere l’amico in maniera troppo vigorosa.
- Sì, lo credo anch’io - ammise il ministro. - Gli uomini come lui sono tutti brillanti. Che peccato però che il suo impegno non segua la retta via, ma il corso dì un petardo acceso che vaga qua e là, pronto a esplodere in qualsiasi momento.
Scivolò giù dall’orlo del tavolo su cui era seduto e si tolse la toga. - Sono felice dì sapere che non è socio dì Cartwright, comunque - ribadì.
Maxell non tentò dì indagare cosa nascondesse questa osservazione, ripetuta per ben due volte.
Ritornò al suo appartamento dì Cavendish Square, per incontrare una ragazzina minuscola e dagli occhi seri che era stata fin lì accompagnata da Hindhead, per quella che era la visita mensile a “zio Max”.
Cartwright non aveva accompagnato l’amico in Inghilterra, e per ottimi motivi. Una buona parte dei suoi affari era espletata a Parigi, dove Edgar Wallace
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possedeva un’importante base finanziaria. Occupava un appartamento che si affacciava sull’imponente, ma non certo raccomandabile, Avenue de la Grande Armée. Viveva all’estremità, per niente alla moda, dì quell’interminabile viale, dove i locali erano più ampi, l’affitto più a buon mercato e lui meno in vista, come invece sarebbe stato se avesse vissuto, secondo i suoi mezzi e la sua condizione sociale, in un appartamento dì lusso più vicino all’Étoile.
Avrebbe dovuto partecipare a una riunione del Consiglio, una riunione informale ma non per questo meno importante.
Cartwright era presidente e dirigente della Società dì Estrazione dell’Oro dì Parigi e Londra, una fiorente azienda che deteneva grossi pacchetti azionari in varie imprese dì estrazione dell’oro e minerarie e controllava tre miniere in Sud Africa. Pur traendo un modesto reddito dalla proprietà dì Johannesburg, le operazioni della società non si limitavano al puro e semplice sfruttamento dell’oro. In realtà si trattava dì un intermediario su grande scala. Rischiava grosso, ma con assennatezza.
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