- No, non voglio metterla in un ufficio - ribatté con un sorriso. - Eppure, in un certo senso, voglio che svolga un lavoro d’ufficio. Ho una piccola impresa quaggiù, nota con il nome dì Società Benson. Benson è il mio nome…

- O il nome che le serve dì copertura - interloquì lei, rapida, e lui scoppiò a ridere.

- Lei è acuta! Se è così, allora non credo che O’Grady sia il suo nome. -

La ragazza non rispose e Cartwright proseguì: - Voglio qualcuno a Parigi Edgar Wallace

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1922 - Il Segreto Della Miniera

dì cui mi possa fidare; qualcuno che riceva denaro, lo trasmetta alla Società Benson e lo reinvesta nelle attività che io indicherò.

- Non parla troppo difficile? - esclamò lei. - Come sa che non la deruberò? Nessuno mi ha mai affidato soldi prima d’ora.

Avrebbe anche potuto dirle che non intendeva affidarle somme cospicue in una volta sola e che comunque sarebbe stata tenuta d’occhio. Preferiva, tuttavia, fornire una spiegazione più lusinghiera alla sua nuova collaboratrice. E non solo fu lusinghiera, ma conteneva anche un bel pizzico dì verità, quando espresse, in certo qual modo, quello che era il credo dì Alfred Cartwright.

- La donna è più onesta dell’uomo - esclamò. - Ci penserei due volte prima dì affidare a un uomo, fosse anche il mio migliore amico, l’incarico che sto offrendo a lei. Si tratterà dì una cosa semplice, e la pagherò profumatamente. Potrà alloggiare nel migliore hotel, anzi è assolutamente necessario che lei lo faccia. Potrebbe… - esitò un attimo. - Potrebbe farsi passare per Mrs. Benson, una ricca signora inglese.

La ragazza lo fissò con espressione perplessa. - A che scopo tutto ciò?

esclamò in tono deluso. - Pensavo mi offrisse un lavoro alla mia altezza. Io sono una frana in affari.

- Rimanga pure una frana - replicò lui con indifferenza. - Non deve fare altro che svolgere una certa operazione, che io le spiegherò per filo e per segno, in modo tale che non le sia possibile sbagliare. Le offro un lavoro che le lascia un sacco dì tempo libero, è remunerativo, le procura ottimi vestiti e un’auto. Ora, se ha un po’ dì buonsenso, lo accetti.

La ragazza rifletté per un momento, poi assentì. - Se significa pranzare qui tutti i giorni, accetto - esclamò in tono deciso.

Così nacque la formidabile Società Benson intorno alla quale tanto si è scritto, e molte teorie sono state sviluppate. Perché, se si vuol essere sinceri, la Società Benson non esisteva affatto fino al momento in cui Cartwright non la nominò nel ristorante Ciro.