Ti ho battezzato Tento-la-sorte Anderson prima che tu entrassi.
- Oh, mi chiamano tutti così - rispose il ragazzo con indifferenza. - Ti affibbiano sempre un nomignolo se ha qualche iniziale nel nome, come nel mio caso.
- Sei un ragazzo fuori dal comune - sentenziò il cugino. - Puoi venire a pranzare con me.
4.
Alfred Cartwright aveva l’invidiabile facoltà dì saper sgombrare la mente da tutte le faccende e le persone fastidiose. Avendo questo potere, era capace dì scacciare dalla memoria altrettanto facilmente il ricordo delle proprie responsabilità, piacevoli o spiacevoli che fossero. Aveva da poco lasciato Londra che già aveva dimenticato T.A.C. Anderson del tutto. A onor del vero, aveva riflettuto vagamente su come assicurare il futuro dì suo cugino, ma era così assorbito nei suoi pensieri che nella sua mente non vi era assolutamente spazio per entrambi, e Tento-la-sorte Anderson doveva sgombrare il campo.
Arrivò a Parigi con il treno della sera e subito si diresse con l’auto all’alloggio che aveva affittato per la sua nuova protetta. La trovò sistemata in un comodissimo appartamento sulla riva meno alla moda della Senna e fu accolto con un sospiro dì sollievo.
Sadie O’Grady non aveva messo del tutto a tacere i sospetti che la assillavano sulla buona fede del suo nuovo amico. Eppure, poiché non aveva tentato nessun approccio, ma, al contrario, le aveva fatto capire chiaramente che la funzione che lui si aspettava da lei non avrebbe Edgar Wallace
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1922 - Il Segreto Della Miniera
assolutamente intaccato la sfera personale, la ragazza si stava abituando all’idea dì quella nuova relazione che, per lo meno, era alquanto bizzarra.
Si era sistemata in un ufficio al terzo piano dì uno dei boulevard parigini, figura impacciata e poco avvezza in un ambiente del tutto estraneo alla propria esperienza, malgrado non avesse alcun motivo dì sentirsi imbarazzata poiché era lei che costituiva l’intero personale, e i suoi unici visitatori erano il postino e il custode che si occupava della pulizia dell’ufficio.
Avrebbe presto imparato, però, che il suo compito non si limitava soltanto a recarsi ogni giorno al suo bureau,
o ad adempiere a tutte le richieste dì Cartwright.
Fu soltanto quella sera, dopo cena, che Cartwright rivelò i propri propositi.
- Sadie, mia giovane amica - esclamò, tra sbuffi dì fumo - adesso le spiego che cosa voglio esattamente da lei.
- Lo immaginavo - ribatté lei, sulle difensive, e lui rise piano.
- Non saprà mai ciò che voglio da lei - continuò lui con franchezza - se non mi ascolta. Ora, glielo dico senza mezzi termini, da lei non voglio nient’altro che servizi. E i servizi dì cui ho bisogno sono del genere che lei non dovrebbe esitare a procurarmi. Lei è un’attrice, e io posso parlarle in maniera più diretta dì quanto potrei fare con una ragazza ingenua. Lei si chiese che cosa mai stesse per dirle, ma non dovette attendere a lungo.
- Le dirò - la illuminò lui - qualcosa dì veramente più importante del mio nome, e su cui lei ha mostrato una certa curiosità. C’è un uomo in questa città a cui io voglio arrivare.
- Che cosa intende dire? - chiese lei sospettosa.
- È un uomo che ha il potere dì rovinarmi… un ubriacone, senza cervello né immaginazione.
Proseguì spiegandole brevemente che la propria occupazione era promuovere nuove imprese e che aveva una partecipazione in una miniera marocchina, la cui rendita era ancora da dimostrare.
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