Maxell sarebbe stato scandalizzato, inorridito. Cartwright sorrise all’idea.
Non si faceva alcuna illusione al riguardo; sapeva che la sua azione era riprovevole, ma allontanò dalla mente tale pensiero, troppo spiacevole per indugiarci. Maxell era un inetto… necessario, ma pur sempre un inetto.
Comunque gli era indispensabile; e, se il piano fosse andato in porto, anche Maxell avrebbe raggiunto il successo.
Cartwright aveva quasi dato completamente fondo alle proprie disponibilità finanziarie, e il suo futuro era interamente legato alla riuscita o meno della nuova impresa. Aveva esaurito ogni briciola del proprio credito per acquistare le proprietà in Marocco che, come lui sapeva, era ricca d’oro, e offriva possibilità che nessuno dei suoi progetti aveva mai offerto.
Giocando con i fondi dì riserva, aveva prosciugato le proprie società; tutte tranne una società finanziaria, i cui direttori erano troppo risoluti per permettergli dì fare ciò che voleva; e benché Maxell non ne fosse consapevole, aveva speso somme ingenti, non solo per acquistare il terreno ma anche per comprare l’altra miniera d’oro della regione. Era un vero e proprio rischio. Stava mettendo in gioco tutte le sue sostanze per una fantomatica sorgente dì ricchezza illimitata.
“Ma è davvero un rischio?”, si chiese. Con le proprietà che avrebbe trasferito alla sua nuova impresa, che intendeva battezzare Società per l’Estrazione dell’Oro nel Nord Marocco, non potevano esserci dubbi sul Edgar Wallace
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1922 - Il Segreto Della Miniera
risultato della raccolta dì fondi. I britannici adorano giocare d’azzardo, e ancora dì più se l’azzardo concerne l’estrazione dell’oro, con tutti i suoi misteri e incertezze.
Si coricò tardi, ma non erano neppure le nove dì mattina e già stava prendendo la sua cioccolata calda e un croissant in un piccolo bar sul boulevard. Alle nove e mezza arrivò la ragazza. Cartwright era stato indeciso sul fatto dì consumare la sua colazione dentro il bar o fuori, e si era infine risolto, essendo una mattinata luminosa e tiepida, a fare colazione sotto la tenda a strisce, bene in vista. Strano come grandi avvenimenti dipendano da piccoli dettagli.
La ragazza gli si era appena seduta dì fronte che un passante, dall’altro lato della strada, si bloccò a guardarli. Il signor Ferreira aveva una vista acuta e una perspicacia che la sua scialba occupazione non era riuscita del tutto a offuscare.
Cartwright estrasse un pacchetto voluminoso dalla tasca e lo depose sul tavolo dì fronte alla ragazza. - Lo metta nella borsa e faccia attenzione - le disse - contiene trecentomila franchi in banconote. Quando la proprietà sarà trasferita a lei, dovrà portarmi il passaggio dì proprietà.
- E la sua promessa? - gli chiese lei insospettita.
- La manterrò - replicò. - Non dimentichi che, avendo in mano il trasferimento, lei ha la migliore delle garanzie. Legalmente la proprietà è sua, finché non passerà a me.
La ragazza rimase seduta fissando il pacchetto con occhi vacui, poi esclamò: - Deve aiutarmi a lasciare Parigi immediatamente. Altrimenti dovrò partire con il Sud Express…
insieme con Brigot.
Cartwright annuì. - C’è un treno per Le Havre alle due e un quarto -
disse.
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