Gabrieli, Selma Lagerlöf, in Rivista di letterature moderne, 3 settembre 1946.
D. Muggia, Selma Lagerlöf, Le Monnier, Firenze 1956.
C. Picchio, La vita e l’opera di Selma Lagerlöf, in ‘I premi Nobel per la
letteratura’, Selma Lagerlöf, Fabbri, Milano 1964, pagine 27-38.
A. Terziani, Introduzione a S. Lagerlöf, ‘L’imperatore di Portugallia’, Iperborea, Milano 1991.
S. Giachetti, Introduzione a S. Lagerlöf, ‘L’anello rubato’, Iperborea, Milano 1995.
G. Frabboni, S. Lagerlöf, in AA. VV., Sotto il sole di mezzanotte. Autrici e
protagoniste della letteratura scandinava per l’infanzia, Biblioteca di Sofia, Bologna 1997.
Il ragazzo
IL COBOLDO
domenica 20 marzo
C’era una volta un ragazzo. Aveva circa quattordici anni, era alto, con bei lineamenti e capelli biondi come il lino. Purtroppo, era un perdigiorno.
Le sue occupazioni preferite erano dormire e mangiare, oltre a giocare brutti tiri.
Una domenica mattina, i suoi genitori si preparavano per andare in chiesa; il ragazzo invece, seduto in maniche di camicia sulla sponda del tavolo, pensava che era una gran bella cosa che andassero fuori dai piedi, così lui per un paio d’ore sarebbe stato padrone di fare quel che voleva. Già pensava di staccare dal muro il fucile del padre e di sparare un paio di colpi senza che nessuno trovasse nulla da ridire. Ma pareva che il padre gli avesse letto nel pensiero perchè, al momento di uscire, si voltò indietro a dirgli: — Visto che non vuoi venire con noi in chiesa, potresti per lo meno leggerti la predica qui in casa. Me lo prometti?
— Certo, se proprio vuoi — rispose il ragazzo, dentro di sè pensando di leggere invece quel che gli pareva.
La madre, che s’era affrettata a togliere dallo scaffale il grosso volume dei sermoni, glielo mise, già aperto, lì sulla tavola sotto la finestra. Prese anche i Vangeli e li pose accanto all’altro libro.
Infine accostò al tavolo la grande poltrona acquistata l’anno prima alla vendita benefica del pastore di Vemmenhög Ovest e sulla quale di solito soltanto il padre di Nils era autorizzato a sedersi. Il ragazzo assisteva ai preparativi dicendosi che in realtà avrebbe letto solo un paio di pagine, ma parve che un’altra volta il padre gli avesse letto nei pensieri, perché gli disse con tono severo: — Leggi attentamente, quando rincaseremo ti interrogherò pagina per pagina, e guai a te se ne avrai saltate!
— Il sermone è di quattordici pagine e mezza — aggiunse la madre. — Farai meglio a mettertici subito, se vuoi finire in tempo.
Finalmente i genitori se ne andarono, e il ragazzo restò con l’impressione di essere caduto in trappola.
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