Il Cavaliere mi lasciò intendere che egli, e la sua famiglia, in un affare molto serio, potrebbero qualche volta aver bisogno di me, onde ottenere dalla mia scienza arcana forse uno schiarimento sopra qualche cosa ove si erano indarno esauriti tutti i mezzi naturali; ch’egli in particolare (soggiunse con aria molto significante) avrebbe forse motivo di riguardarmi qualche giorno come l’autore del suo riposo, e di tutta la sua terrena felicità. Io non m’arrischiai di scandagliar piú a fondo il di lui animo, e per allora si rimase a questa dichiarazione. La cosa però era ne’ termini seguenti.“Questo Lorenzo era il secondogenito del Marchese, ed appunto per questo era stato destinato allo stato ecclesiastico; i beni della famiglia toccar doveano al primogenito. Girolamo, che tale era il suo nome, avea consumati diversi anni in viaggi; ed erasi ripatriato circa sette anni prima dell’avvenimento ch’io sono per raccontare, onde contrarre matrimonio coll’unica figlia di un certo Conte di C***tti suo vicino, matrimonio già stipulato da amendue le famiglie sin dalla nascita di questi figli, onde unire in una sola sostanza i loro beni considerabili. Sebbene quest’alleanza fosse un puro effetto dell’interesse de’ genitori, senza aver consultato i cuori dei due futuri sposi in questa unione, l’aveano questi però già tacitamente giustificata. Girolamo del M**nte ed Antonia C***tti erano stati allevati insieme, ed il conversare poco riservato dei due fanciulli che già solevansi riguardare come una coppia futura, avea per tempo fatto nascere tra loro un tenero affetto ancor piú avvalorato dalla uniformità dei loro caratteri, e che in età meno acerba cangiossi naturalmente in amore. Una lontananza di quattro anni lo avea piuttosto infiammato che estinto e Girolamo ritornò colla stessa fedeltà ed ardore fra le braccia della sua sposa, come se mai non se ne fosse allontanato.“I trasporti di giubilo per questo ritorno duravano tuttora, ed i preparativi per la celebrazione delle nozze si proseguivano col piú grande impegno, allorquando lo sposo… sparí. Egli era solito passar sovente le intere serate ad una casa di campagna che guardava sul mare, ed andava a diporto talvolta sull’acque in piccola nave. In una di tali sere si aspettò in vano e per lungo tempo il suo ritorno. Furono spediti dei battelli a rintracciarlo, de’ navigli pur anco ne fecero ricerca in alto mare: nessuno veduto lo avea. Nessuno de’ suoi servi mancava, perché alcuno di essi non avealo accompagnato. Arrivò la notte e non comparve. Venne la mattina susseguente, il mezzogiorno, la sera, né mai si vide Girolamo. Già si cominciava a dar luogo alle piú terribili congetture, allorquando giunse la notizia che un corsaro d’Algeri aveva il giorno precedente approdato a quella spiaggia, e che diversi di quegli abitanti erano stati da lui rapiti. Furon tosto armate due galere che stavano pronte a far vela: il vecchio Marchese montò sulla prima, risoluto di liberar suo figlio a costo della propria vita. Il terzo giorno scorgono il corsaro, sul quale hanno il vantaggio di un vento favorevole: bentosto lo raggiungono, e gli si accostano a segno che Lorenzo, il quale trovavasi sulla prima galera, crede di riconoscere il segnale di suo fratello sulla coperta del legno nemico, allorché di repente una burrasca li separa. Con difficoltà la sostengono i danneggiati legni; ma la preda si dilegua, e la necessità li costringe ad entrare in porto a Malta. Il dolore della famiglia è inesprimibile; lo sconsolato genitore, in preda alla sua disperazione, si svelle il canuto crine, e la giovane Contessa fa temere di sua vita per l’amarissima afflizione ond’è oppressa.“Cinque anni si passano in ricerche infruttuose. Si fanno delle indagini sopra tutte le coste di Barberia, si offrono somme immense per la liberazione del giovane Marchese; ma nessuno si presenta per meritarle. Al fine si fece la verisimile congettura che quella burrasca, la quale avea separati i due legni, avesse cacciato a fondo il corsaro e che tutto il suo equipaggio fosse perito fra l’onde.“Comunque verisimile sembrar potesse tal congettura, molto però le mancava per arrivare alla certezza, e nulla giustificava il rinunziare ad ogni speranza che lo smarrito personaggio non potesse di nuovo ricomparire. Ma nel supposto del contrario, si estingueva con lui anche la famiglia, ove il secondogenito non rinunciasse allo stato ecclesiastico, e non subentrasse ne’ diritti del primogenito. Per quanto azzardato fosse un tal passo, e comunque ingiusta cosa fosse in se stessa di eliminare questo fratello, forse ancora vivente, dal possesso de’ suoi naturali diritti, si credette per una sí lontana possibilità di non dover mettere a repentaglio il destino di un’antica illustre prosapia, la quale cessato avrebbe di esistere senza una tale disposizione. Gli anni e gli affanni spingevano il vecchio Marchese alla tomba; ogni nuovo tentativo che andava a vôto aumentava la sua disperazione; egli vedeva prossimo l’annientamento della sua casa, che pur sarebbesi potuto evitare con una lieve ingiustizia, cioè col risolversi a favorire il secondogenito in pregiudizio del primo. Per adempiere a’ suoi obblighi colla casa del Conte di C***tti bastava il solo cangiamento d’un nome. Lo scopo d’amendue le famiglie ottenevasi per egual modo, e la Contessa Antonia poteva divenir la consorte di Lorenzo, siccome era stata destinata ad esserla di Girolamo. La quasi svanita possibilità del ricomparir di quest’ultimo equilibrar non poteva il certo e pressante male della total estinzione della famiglia; ed il vecchio Marchese, che di giorno in giorno vedeasi la morte piú da vicino, bramava con impazienza di morir libero almeno da tale inquietudine.
“Chi solo ritardava questo passo e che piú ostinatamente vi si opponeva era quegli che piú vi avea a guadagnare, cioè Lorenzo. Insensibile alle attrattive d’immensi beni, e neppure allettato dal futuro possesso della piú amabile fra le creature che venir dovea fra le sue braccia, ricusava egli con la piú generosa delicatezza di pregiudicare ad un fratello che forse tuttor vivea, e che pretender potrebbe le sue proprietà. “Non è egli abbastanza crudele il destino del mio caro Girolamo per una sí lunga schiavitú, senza ch’io abbia ad inasprirlo vie piú con un furto che lo priverebbe di ciò ch’egli avea di piú caro al mondo? Con qual cuore implorerei io dal cielo il suo ritorno, se la sua donna fosse tra le mie braccia? Finalmente se per un prodigio, ch’io non dispero, egli ritornasse fra noi, con qual fronte potrei io correre ad incontrarlo? E supposto ch’egli ci sia per sempre rapito, con quale altro mezzo possiamo noi meglio onorare la sua memoria che col lasciare per sempre sussistere quel vacuo che la sua morte ha lasciato fra noi? come, se noi sagrificassimo tutte le speranze sulla sua tomba, e se quanto era suo, non altrimenti che come cosa sacra, inviolato si lasci?”“Ma tutti gli argomenti ritrovati dalla dilicatezza fraterna non erano sufficienti a riconciliare il vecchio Marchese coll’idea di vedersi estinguere un lignaggio che per tanti secoli fiorito avea. Tutto ciò che Lorenzo poté da lui ottenere fu una dilazione di due anni ancora, prima di condur la sposa di suo fratello all’altare. Durante questo intervallo si continuarono le indagini con sommo impegno.
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