La casa tremava tutta, ma pareva per gioia, per accompagnare lo sfregamento di mani del proprietario, per rispondere al fremito dei campi che si ubbriacavano di acqua.

- Finalmente, eh, Mariù. Che, già dormi, con questa musica?

La moglie era a letto da un pezzo, e se ne stava rannicchiata dalla sua parte, tremante e felice anche lei, ma con un senso di paura in fondo all’anima.

Pregava, e solo quando il marito, mezzo nudo, con le coscie e le gambe rossastre chiazzate di ricciolini neri, i grandi piedi gelati, fece scricchiolare col suo corpo pesante la stoppia del saccone, aprì gli occhi e le parve, per il riflesso della finestra illuminata dai lampi, che fiammeggiassero anch’essi. Poi si ricoprì, e la voce del marito le arrivò di lontano, quasi echeggiante sotto le coltri di piuma. Era una voce cattiva, anzi beatamente crudele.

- Pensa, Mariù, a quelli che si trovano sperduti nei campi, senza riparo, o viaggiano senza ombrello. Eh, chi poteva pensare, oggi, con quel cielo sereno, che sarebbe venuta la bufera? Meno male che il pericolo della grandine oramai è passato. Piove che Dio la manda. Era tempo.

La moglie pregava, ringraziando Dio della sua bontà. L’uomo rise, come in sogno.

- Eh, sì, c’è della gente che viaggia, con questo tempaccio. E noi siamo qui al riparo, nel nostro buon letto, con tutte le cose intorno in ordine, le bestie ben governate, il campo che si ristora. Non possiamo lamentarci. Mio padre diceva: «Quando la va male la vada sempre così».

- Così sia - rispose sottovoce la donna.

20

- Anche per la nostra piccola sono contento. Che si poteva desiderare di più? Un buon matrimonio, con un galantuomo ricco e gagliardo; e sopra tutto vivere a una certa distanza. Quando si è troppo vicini non mancano gli attriti, i dissapori, i malintesi: così, loro due vivono lì, a otto chilometri di distanza, e noi viviamo qui: ci si vede tutte le feste, e sono veramente feste per tutti. Lo so, tu avresti desiderato tenerti la piccola attaccata alle gonne vita natural durante; e con essa anche lo sposo: ma voi donne vedete tutto facile, tutto semplice, mentre la vita è una cosa difficile.

La vita, - rincalzò con voce grossa, sebbene la moglie non fiatasse, - è come tutte le altre cose; come le bestie, come le piante, come le erbe: bisogna tenerla a freno, potarla, falciarla: o, se ti pare meglio, è come la barba, che se tu non te la radi ogni otto giorni, con fastidio, con pericolo di tagliarti, t’invade il viso e ti fa scacciare dal consorzio degli uomini civili.

La moglie non risponde. Da tanti anni è abituata alla rude filosofia che il marito usa mettere in pratica quotidianamente. E pensa piuttosto alla “piccola”

che per lei non solamente è ancora piccola, ma è addirittura bambina, nata da pochi giorni, ancora muta, cieca, informe, eppure già bella, sensibile, vibrante di vita.

Le pare sia il giorno del battesimo: la comare tiene tra le braccia la neonata, vestita di rosa, e il prete pronunzia le parole solenni.

- Credo. Rinunzio.

- Credo. Rinunzio - rispondono in coro gli astanti.