Il giovine ascoltava, turbato, con le mani rosse ferme sulla tovaglia, la testa di Apollo piegata sul petto. Quando il padrone smise di parlare, per sputare ancora, la bella testa si sollevò, quasi con sdegno, e il viso si tramutò in quello di Cristo. Ed egli disse queste sole parole:
- Non è vero niente.
Anche la cornacchia, venuta fuori dalla gabbia della poltrona e che guardava il suo beneamato padrone di sotto in su, ora con uno ora con l’altro occhio, fischiò protestando.
E di nuovo lo scrittore si trovò come davanti a un muro nero, interminabilmente lungo e alto; ma una sua fessura lasciava penetrare un raggio più luminoso di quelli del sole. Riprese a parlare, con accento ben diverso del primo: accento di vera umanità; dello spirito che ascolta e ripete la parola eterna.
- E allora, ragazzo mio, non c’è che la seconda spiegazione. Tu hai sentito pietà della ragazza: la pietà da uomo a uomo, che non conosce sesso né tempo: la stessa pietà che io sento adesso per te, per il dolore eterno del nostro comune destino. Insomma, l’amore dettato da Dio. E l’anima della fanciulla, nell’andarsene, ti è venuta a salutare. E ti chiedeva un bacio, che tu non hai voluto darle, perché ella era già spirito, mentre tu eri ancora materia.
Il giovine sentiva voglia di piangere: eppure non sembrava convinto.
- E le punture di spilla, allora?
Lo scrittore allargò le braccia, col fiore della pipa fra le dita. Era già infastidito.
- Ah, di questo, non so proprio più dirvi nulla.
BORSE
Ai tempi del comunismo, il sor Pio ciabattino aveva procurato qualche dispiacere ai signori, e specialmente alle signore della contrada. Per conto suo, egli non si moveva dal suo bugigattolo, ch’era nel sottosuolo d’una casa all’angolo fra due grandi strade nuove: ma grosso e austero, imponente, salvo il paragone, come un pontefice in trono, tra un foro e l’altro della sua lesina, fori che egli praticava con gusto lento e perverso come si trattasse di farlo sulla pelle dei suoi clienti ricchi, predicava la rivoluzione sociale.
35
L’uditorio era sempre composto di serve, dei loro spasimanti disoccupati, di ragazzine povere già andate a male, e di monelli.
Le conseguenze erano che questi ultimi davano senza tregua l’assalto alle cancellate dei giardini intorno, e con canne e uncini devastavano le piante e i rosai dei signori: una ragazzina diede senz’altro fuoco ad una catasta di legname di una casa in costruzione, e le serve, d’intesa ferrea fra di loro, domandarono l’aumento dei salari.
Sebbene orgoglioso di quest’ultimo risultato, il sor Pio guardava egualmente arcigno le intraprendenti ragazze: anzi le odiava più che i loro stessi padroni: eccole lì che scendono come alci la scaletta del sottosuolo dove lui, circondato dalla plebaglia delle scarpe sgangherate dei clienti che possono aspettare, lavora vestito di cuoio, cupo, duro e tondo più di un rinoceronte: scendono mettendo in vista fin dove si può le gambe calzate di rosa, con pacchetti bene avvolti fra le mani massacrate dai geloni.
- Oh, bellissimo sor Pio, bisogna che questi tacchi siano pronti per stasera: altrimenti il signorino mi accoppa.
- Andate a morire ammazzati, tu, il tuo signorino e tutta la sua razza ruffiana e bastarda.
La cameriera, una biondina anemica per il troppo ballare, svolge dalla carta gli scarponcini gialli col tacco appena ròso, e tenta di sedurre l’uomo parlando male dei suoi padroni.
- Buono, sor Pio, non è oro tutto quello che luce. Il signorino, con tutto il lusso della madre e il da farsi del padre, non ha che questo paio di scarpe.
Adesso è in casa che studia, in pantofole.
Il ciabattino dà uno sguardo di traverso, prima alle scarpe in questione, poi all’esercito boccheggiante e vinto delle ciabatte povere che aspettano.
- Vedi che ho da fare? E di’ al tuo signorino che queste scarpe le può mettere benissimo ancora: verrà un giorno in cui andrà anche lui scalzo, a faticare coi contadini e i lavoratori dei porti, e si bacerà il gomito se avrà la sua razione di pane e il suo rifugio per la notte.
- E noi, sor Pio?
Egli non risponde: probabilmente neppure lui sa dove si andrà a finire.
Infatti adesso i tempi sono cambiati.
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