Bisogna far entrare anche il cavallo, se no il vento me lo porta via.

Il vecchio si pizzicò la gamba come faceva l’aquila, per convincersi che non sognava; si provò anche a protestare.

- Ma, Bernardone, credi forse di essere alla porta del manicomio?

L’altro lo lasciò dire. Aprì il portone quanto era largo e vi fece entrare il cavallo ed il carrettino: seguiva una ragazza alta, con uno scialle nero che le copriva mezza la faccia pallida dove gli occhi lagrimosi per il freddo guardavano tra sfrontati e atterriti, fissando ora il vecchio ora la profondità fredda e nera del luogo. Al chiarore ondeggiante della candela, che Elia riparava con la mano, la figura di lui, davvero scarna e barbuta come quella di un eremita, e lo scenario intorno, avevano del fantastico: la ragazza sembrava suo malgrado impressionata, tanto che, per scuotersi, disse fra l’allegro e il tragico:

- Bel servizio mi hai cercato, Bernardone, maledetta sia l’animaccia tua.

Anche Elia rincalzava.

- Bernardò, tu hai bevuto, stasera. Non trovavi altro posto dove andare a burlarti di tua moglie? Fammi il piacere, vattene.

Bernardone lasciava dire. Chiuse il portone contro il vento, staccò il cavallo e dopo averlo legato al chiodo delle chiavi gli appese al collo un sacchetto di paglia. Poi tirò giù dal carrettino, l’ombra delle cui stanghe esplorava ardita il pavimento misterioso, un pacco di roba e alcune bottiglie. Infine batté la mano sulla spalla di Elia, e gli domandò se ci aveva uno spiedo per arrostire una salsiccia.

- Ce l’ho anche per infilzare te - disse il vecchio sdegnato: poi, visto che era inutile ribellarsi, pensò: - E va be’. Adesso vediamo come va a finire.

Ma la cosa sembrava seria, poiché, entrati che furono nella cameraccia, mentre slegava l’involto e ne traeva davvero la lunga collana rosea di una salsiccia fresca, Bernardone raccontò con fare calmo e quasi triste che s’era messo in viaggio, per una certa partita di vino, quando aveva incontrata a metà strada la ragazza assiderata e piangente.

Storia semplice, del resto, quella di lei: era fuggita di casa per i maltrattamenti della matrigna e andava al paese vicino in cerca di servizio.

- Racconta tu, adesso.

Ella raccontò, scaldandosi le mani al fuoco: e un po’ rideva, un po’ si rabbuiava anche lei, dicendo che l’uomo l’aveva presa sul carrettino promettendole di trovarle quella sera stessa servizio.

- Non ho pretese; purché quell’arpia della mia matrigna non sappia dove sono.

- Opera di carità - proclamò Bernardone. - Dov’è lo spiedo? Eccolo qui. E poi ci avrai pure un sacco, per questa disgraziata.

Adesso era il vecchio, che lasciava dire e fare. Sentiva l’aquila squittire tra il rombo del vento e gli sembrava il grido della propria coscienza. Ma sperava che non si trattasse di una ignobile farsa e ne aspettava la fine. La fine fu brutta. Poiché l’oste, dopo che con la compagna ebbe mangiato e bevuto, cercò il 40

sacco, prese la candela, e dichiarò che avrebbe insegnato alla ragazza dove andare a dormire.

Camere a loro disposizione ce n’erano tante! Ed invano Elia s’illuse ancora aspettando che l’uomo ricomparisse. Si rimise a rileggere la spiegazione del Vangelo, si rimise a bere, ma non trovava pace. E l’aquila era scesa e picchiava alla porta stridendo come una civetta.