Non c’è niente di meglio che il colpo d’occhio di un commerciante di Parigi per saper distinguere la ricchezza reale dalla ricchezza apparente. Voi non avete un soldo,» disse a bassa voce. «Si vede dappertutto, persino sull’abito del vostro domestico. Volete che vi riveli degli spaventosi misteri che vi vengono celati?»

«Signore,» disse la signora Hulot che piangeva tanto da inzuppare il fazzoletto, «basta! basta!»

«Ebbene, mio genero dà del denaro a suo padre: ecco ciò che volevo dirvi, all’inizio, sul tenore di vita di vostro figlio. Ma io veglio sugli interessi di mia figlia… state tranquilla.»

«Oh, maritare mia figlia e poi morire!…» disse l’infelice fuori di sé.

«Ebbene, eccovene il mezzo!» riprese Crevel.

La signora Hulot guardò Crevel con un’aria piena di speranza e la sua espressione cambiò così rapidamente, che al solo vederla Crevel avrebbe dovuto intenerirsi e abbandonare il suo ridicolo progetto.

V • COME SI POSSONO SPOSARE LE BELLE FIGLIE SENZA DOTE

«Voi sarete bella ancora per dieci anni,» riprese Crevel rimettendosi in posa; «siate accondiscendente con me, e la signorina Hortense è già sposata. Hulot mi ha dato il diritto, come vi dicevo, di trattare l’affare in termini molto crudi, e non si arrabbierà. Da tre anni in qua ho fatto fruttare i miei capitali, dal momento che non faccio più tante scappatelle.

Ho trentamila franchi da parte al di fuori del mio patrimonio, sono per voi…»

«Uscite, signore,» disse la signora Hulot, «uscite e non fatevi mai più vedere dinanzi a me. Senza la necessità nella quale mi avete messa di conoscere le ragioni della vostra vile condotta nella faccenda del matrimonio progettato per Hortense… sì, vile…» riprese a un gesto di Crevel. «Come riversare simili rancori su una povera ragazza, su una bella e innocente creatura?… Senza questa necessità che angustiava il mio cuore di madre, voi non mi avreste mai più riparlato, non sareste più rientrato in casa mia. Trentadue anni d’onore, di fedeltà di moglie non periranno sotto i colpi del signor Crevel…»

«Ex profumiere, successore di César Birotteau, à la Reine des roses, rue Saint-Honoré,» disse con sarcasmo Crevel, «ex vice sindaco, capitano della guardia nazionale, cavaliere della Legion d’Onore, assolutamente come il mio predecessore.»

«Signore,» riprese la baronessa, «se il signor Hulot, dopo vent’anni di costanza, ha potuto stancarsi di sua moglie, ciò non riguarda che me; ma voi vedete, signore, come egli ha circondato di mistero le sue infedeltà, giacché io ignoravo che fosse succeduto a voi nel cuore della signorina Josépha…»

«Oh,» esclamò Crevel, «a prezzo d’oro, signora!… Quella capinera gli è costata in due anni più di centomila franchi! E non è ancora finita.»

«Basta con tutto questo, signor Crevel. Non rinuncerò per voi alla felicità che una madre prova nel poter baciare i suoi figli senza sentire un rimorso nel cuore, nel vedersi rispettata, amata dalla sua famiglia; io renderò l’anima a Dio senza macchia…»

« Amen! » disse Crevel con l’amarezza diabolica che si diffonde sul viso delle persone troppo sicure di sé quando subiscono un nuovo smacco in simili imprese. «Voi non conoscete la miseria al suo ultimo grado, la vergogna…

il disonore… Ho tentato di illuminarvi, volevo salvarvi, voi e vostra figlia!… Ebbene, voi compiterete la moderna parabola del ‹padre prodigo›, dalla prima all’ultima lettera. Le vostre lacrime e la vostra fierezza mi commuovono, poiché veder piangere una donna che si ama è terribile!…» disse Crevel sedendosi. «Tutto ciò che posso promettervi, cara Adeline, è di non far niente contro di voi, né contro vostro marito; ma non mandate mai a chiedere informazioni da me. Ecco tutto!»

«Che fare, dunque?» esclamò la signora Hulot.

Fino a quel momento la baronessa aveva sostenuto coraggiosamente la triplice tortura che quella spiegazione infliggeva al suo cuore, perché soffriva come donna, come madre e come sposa. Infatti, finché il suocero di suo figlio si era mostrato arrogante e aggressivo, ella aveva trovato forza nella resistenza che opponeva alla brutalità del bottegaio; ma la bonomia che egli manifestava nel bel mezzo della sua esasperazione di amante respinto, di bella guardia nazionale umiliata, allentò la tensione in tutte le sue fibre tese fino a spezzarsi; ella si torse le mani, si sciolse in lacrime, insomma era in un tale stato di attonita prostrazione che si lasciò baciare le mani da Crevel inginocchiato.

«Dio mio! che fare?» riprese asciugandosi gli occhi. «Una madre può stare a vedere freddamente sua figlia languire sotto i suoi occhi? Quale sarà la sorte di una così magnifica creatura, forte della sua vita casta accanto alla madre quanto della sua natura privilegiata? Certi giorni passeggia in giardino, triste, senza sapere perché; la trovo con le lacrime agli occhi…»

«Ha ventun anni,» disse Crevel.

«Dovrei dunque metterla in convento?» domandò la baronessa; «in simili momenti di crisi, la religione è spesso impotente contro la natura, e anche le ragazze più piamente educate perdono la testa!… Ma alzatevi, signore, non vedete che ora tutto è finito fra noi, che mi fate orrore, che avete fatto cadere le ultime speranze di una madre!…»

«E se io le risollevassi?» disse lui.

La signora Hulot guardò Crevel con un’espressione delirante che lo commosse; ma egli represse la pietà nel suo cuore a causa di quella frase: « Mi fate orrore»! La virtù è sempre un po’ troppo tutta d’un pezzo, ignora le sfumature e le attenuazioni con l’aiuto delle quali ci si destreggia in una posizione falsa.

«Oggi non si sposa senza dote una ragazza, bella come la signorina Hortense,» ricominciò Crevel prendendo di nuovo la sua aria risentita. «Vostra figlia è una di quelle bellezze che spaventano i mariti; è come un cavallo di lusso che esige cure troppo costose per trovare molti acquirenti. Andate a spasso con una moglie simile a braccetto? Tutti vi guarderanno, vi seguiranno, desidereranno la vostra sposa. Questo successo preoccupa molti che non vogliono avere amanti da ammazzare; perché, dopo tutto, non se ne ammazza mai più di uno. Nella situazione in cui vi trovate, non avete che tre possibilità per sposare vostra figlia: col mio aiuto (e lo rifiutate) ed è una.