E visto come va il mondo, credo proprio che lo fosse. «Sono accusato di aver dato fuoco a un fienile, – mi ha spiegato. – Ma non l’ho mai fatto». Da quanto sono riuscito a scoprire, probabilmente era andato a dormire ubriaco in un granaio, dove aveva fumato la pipa; e cosí il fienile era andato a fuoco. Aveva la reputazione di essere un uomo intelligente. Era lí da circa tre mesi in attesa del processo, e avrebbe dovuto aspettarne ancora altrettanti; ma si era abbastanza acclimatato ed era sereno, poiché vitto e alloggio erano gratis e riteneva di essere trattato bene.

Lui occupava una finestra e io l’altra: mi sono reso conto che se uno rimane lí a lungo, la sua occupazione principale diventerebbe quella di guardare fuori della finestra. Ho seguito subito tutte le tracce lasciate sulle pareti, studiato da dove erano evasi in passato alcuni prigionieri e dove era stata segata una sbarra; e mi sono messo in ascolto della storia dei tanti che avevano occupato quella stanza. Perché anche lí c’erano una Storia e delle voci che però non andavano mai oltre le mura del carcere. Si tratta probabilmente dell’unica tra le case in città nella quale si compongono versi, scritti qui dentro ma mai pubblicati. Mi hanno mostrato molte poesie composte da giovani che, scoperti mentre tentavano di evadere, si sono vendicati declamando versi.

Ho cercato di estorcere al mio compagno di cella piú informazioni possibili, perché avevo paura di non rivederlo mai piú, ma alla fine mi ha indicato il letto, e mi ha lasciato il lume da spegnere.

Passare lí una notte è stato come viaggiare in un paese lontano, che non mi sarei mai aspettato di vedere. Mi sembrava di non aver mai sentito prima l’orologio del comune battere le ore, né i rumori della sera nel villaggio, dato che abbiamo dormito lasciando aperte le finestre tra le grate. Era come vedere il mio paese natio in una luce da Medioevo, il nostro fiume Concord scorreva come il Reno e davanti agli occhi avevo castelli e cavalieri. Nelle strade le voci che sentivo erano quelle dei vecchi abitanti del borgo. Ero spettatore e ascoltatore involontario di qualsiasi cosa venisse fatta o detta nelle cucine della locanda lí di fianco; un’esperienza del tutto nuova e per me unica. Una visione ravvicinata del paese in cui sono nato. Ero proprio al suo centro. Non avevo mai avuto modo di esplorarne le istituzioni. E la prigione è una delle sue istituzioni peculiari; in quanto capoluogo di contea. Iniziavo a capire di cosa si occupassero i suoi abitanti.

Al mattino la nostra colazione è arrivata passando attraverso un buco nella porta, in piccole gamelle di latta squadrate fatte su misura, nelle quali c’erano una tazza di cioccolata, pane nero e un cucchiaio di ferro. Quando dopo ci hanno chiesto il vassoio indietro sono stato cosí ingenuo da restituirlo con il pane avanzato. Il mio compagno l’ha agguantato in tempo, spiegandomi che dovevo metterlo da parte per il pranzo o la cena. Poco dopo lo hanno portato fuori della prigione per metterlo al lavoro, falciava il fieno in un campo lí vicino. Ci andava ogni giorno e non sarebbe tornato prima di pranzo. Mi ha augurato una buona giornata, dicendo che dubitava di rivedermi.

Quando sono stato rilasciato – perché qualcuno si era messo in mezzo pagando quella tassa17 – non ho notato grandi cambiamenti nella vita di tutti i giorni, come invece li vede chi entra in prigione da ragazzo e ne esce zoppicante e con i capelli grigi; eppure ai miei occhi un cambiamento c’era stato intorno a me – erano cambiati la città, lo stato e il paese – un cambiamento piú grande di quelli dovuti al solo scorrere del tempo. In quel momento vedevo ancora piú nitidamente lo stato in cui vivevo. Vedevo fino a che punto potevo fidarmi delle persone che mi circondavano e che consideravo buoni vicini e buoni amici. La loro amicizia era adatta solo alle giornate di sole. Non avevano nessuna intenzione di perseguire ciò che è giusto. Una razza diversa dalla mia, con pregiudizi e superstizioni, al pari dei cinesi e dei malesi. Erano persone che nel loro sacrificarsi per l’umanità non avrebbero corso nessun rischio, né lo avrebbero fatto correre alle loro proprietà.