Dopotutto non erano uomini molto distinti, trattavano il ladro come lui aveva trattato loro, e speravano di salvarsi l’anima con una certa cortesia di facciata, qualche preghiera e cercando di tanto in tanto di seguire una retta via piú comoda ma inutile. Può sembrare forse che li stia giudicando in modo troppo duro, credo infatti che molti di loro non siano nemmeno al corrente di avere per vicina di casa un’istituzione come il carcere.

In passato nel nostro villaggio, quando un povero indebitato usciva di prigione, era abitudine che i suoi conoscenti lo salutassero guardandolo attraverso le dita incrociate, come fossero loro dietro le sbarre: «Come va?» I miei vicini non mi hanno certo accolto cosí. Prima mi hanno dato un’occhiata veloce e poi si sono guardati tra loro, come se fossi tornato da un lungo viaggio. Sono stato incarcerato mentre andavo dal calzolaio a ritirare una scarpa che avevo fatto riparare. Quando sono stato rilasciato, il mattino seguente, ho portato a termine la mia commissione e, dopo aver messo la scarpa riparata, mi sono unito a un gruppo che andava per mirtilli, ed era impaziente di avermi come guida. Nel giro di una mezz’ora – ho sellato in fretta il cavallo – mi trovavo nel bel mezzo di un campo di mirtilli, su una delle nostre colline piú alte, a due miglia dal villaggio, e in quel momento lo stato non si vedeva da nessuna parte.

Questa è la storia completa delle «Mie Prigioni»18.

Io non ho mai evitato di pagare le tasse per la manutenzione delle strade, perché desidero essere un buon vicino tanto quanto voglio essere un cattivo suddito; allo stesso modo sto facendo la mia parte per sostenere le scuole, educando i miei concittadini. Non mi rifiuto di pagare le tasse a causa di una specifica voce di spesa. Voglio solo rifiutare di sottomettermi allo stato, voglio allontanarmene in modo concreto e rimanere distante. Ammesso che si possa fare, non mi interessa seguire nel dettaglio il tragitto dei miei dollari – finché non comprano un uomo o un moschetto per uccidere un altro uomo i soldi sono innocenti –, voglio solo arrivare a comprendere quanto sono condizionato dalla sottomissione. Infatti dichiaro guerra allo stato senza eccessi, a modo mio, pur continuando in parte a servirmene e a trarne qualche vantaggio, com’è normale in casi del genere.

Se altri pagano la tassa che mi è stata imposta, per solidarietà nei confronti dello stato, non fanno niente di diverso rispetto a quanto hanno fatto con le loro tasse, eppure si rendono complici di un’ingiustizia ancora piú grande rispetto a quella già richiesta. Se la pagano per un frainteso interesse nei confronti dell’individuo tassato, per salvare la sua proprietà, o per evitargli di andare in carcere, è perché non hanno valutato fino a che punto i loro sentimenti privati possano interferire con il bene comune.

Questa è la mia posizione. Ma in certi casi uno non può essere troppo intransigente, perché si può essere condizionati dall’ostinazione cosí come lo si sarebbe avendo troppi riguardi inutili per l’opinione degli altri. Bisogna cercare di fare ciò che sentiamo appartenere a noi stessi e all’attimo.

Qualche volta penso: questa gente ha buone intenzioni, solo non «sa». Agirebbe meglio se sapesse come farlo. E allora perché dare ai tuoi vicini la sofferenza di doverti trattare come non sono inclini a fare? Penso anche però che non ci sia motivo per cui io debba agire come loro, lasciando che altri soffrano pene molto piú grandi e di diversa natura. E mi dico: quando milioni di uomini, senza rabbia, senza ostilità, senza risentimenti personali di qualsiasi tipo, ti chiedono poco o niente – e non possono fare altrimenti, né cambiare o trattenersi, perché è un’esigenza radicata nella loro indole – e da parte tua non hai la possibilità di avere altrettanti uomini, perché rischiare di esporsi a questa schiacciante forza bruta? Non si resisterebbe al freddo e alla fame, al vento e alle onde, in maniera cosí ostinata; e ci si adegua tranquillamente a migliaia di eventi simili altrettanto inevitabili. Non si mette la testa nel fuoco. Tuttavia, nella misura in cui non considero questa gente una forza del tutto irrazionale, ma in parte una forza umana, e ritengo di doverci entrare in contatto in quanto milioni di uomini e non come fossero animali o esseri inanimati, allora mi rendo conto che per cambiare potrebbero trovare la forza di appellarsi al loro Dio Creatore e poi a loro stessi. Se invece metto di proposito la testa nel fuoco non posso fare appello alla sua volontà o a quella del suo Creatore, devo prendermela solo con me stesso. Potrei convincermi di essere soddisfatto delle persone cosí come sono e trattarle di conseguenza, e non come faccio in certi casi secondo le mie pretese e le mie aspettative riguardo al modo in cui loro, e io, dovremmo comportarci. Cosí come un buon musulmano fatalista potrei provare ad accontentarmi, e dire che ogni cosa è espressione della volontà di Dio. C’è però una grande differenza tra il resistere a questa gente e il resistere a una forza completamente animale o a una forza naturale. Posso oppormi infatti a questa massa con qualche risultato, ma non posso aspettarmi, come Orfeo, di cambiare la natura delle rocce, degli alberi e delle bestie19.

Non voglio litigare con nessun uomo e con nessuna nazione. Non voglio fare distinzioni inutili e meschine, o considerarmi migliore dei miei vicini. Si potrebbe addirittura dire che cerco una scusa per adeguarmi alle leggi del paese. Sono piú che pronto a farlo e mi metto seriamente in dubbio ogni anno, quando l’esattore delle tasse fa il suo giro, e mi scopro disponibile a rivalutare gli atti e le posizioni del governo federale e di quello statale, e i sentimenti del popolo, per trovare un pretesto e obbedire.

Dobbiamo amare la nostra patria come i nostri genitori,

e se in qualche momento esiliamo

il nostro amore e il nostro impegno dal renderle onore

dobbiamo avere presenti le consegunze e insegnare all’anima

la sostanza della coscienza e della religione

e non il desiderio di sopraffazione o di profitto20.

Credo che lo stato sarà ben presto in grado di togliermi ogni dubbio a questo proposito, e allora non sarò un patriota migliore dei miei concittadini. Vedendo le cose da una prospettiva ravvicinata, la Costituzione, pur con tutti i suoi difetti, è molto buona; le leggi e i tribunali meritano rispetto; persino questo stato e il governo federale americano sono per molti versi cose davvero rare e ammirevoli per cui ringraziare, come è stato detto da molti. Ma alzando lo sguardo si rivelano come li abbiamo descritti; e se lo alziamo ancora, fino ai suoi limiti, chi non si sentirebbe a disagio nel pensare a ciò che rappresentano o anche solo nel concepirne l’esistenza?

A ogni modo, il governo non mi preoccupa piú di tanto, e dovrei pensarci il meno possibile. Non sono molti i momenti nei quali vivo sotto un governo, anche su questa terra. Se un uomo è dotato di libero pensiero, libera fantasia e libera immaginazione, se è capace di non confondere ciò che non è con ciò che è, legislatori e riformatori inetti non possono intralciarlo in modo irreparabile.

So che la maggior parte degli uomini la pensa diversamente da me; ma chi si dedica per professione allo studio di queste o di simili materie non mi soddisfa granché.