Ciò spiega la sorpresa di ser Andrea. È uno dei tanti punti di comicità scurrile che dovevano suscitare l’ilarità delle platee elisabettiane; e forse richiedevano, per essere comprese, qualche opportuno gesto da parte dell’attore, perché è impossibile che si potessero cogliere a volo da una fugace dizione dello stesso. Il Baldini, per mantenere il gioco anche in italiano, cambia le tre lettere “c”, “u” e “t” nelle quattro “f”, “i”, “c”, “a”, e chi vuol leggere legga.
(58) La personificazione del sigillo di cera usato all’epoca per chiudere le lettere è ricorrente in Shakespeare. Si veda in “Cimbelino”, III, 2, 34 e segg. il lungo colloquio/meditazione di Imogene con la cera che chiude il messaggio di Postumo.
(59) “… and the impressure her Lucrece”: verosimilmente l’immagine di Olivia nei panni di Lucrezia, la matrona romana moglie di Collatino, stuprata da Sesto Tarquinio e suicidatasi per la vergogna, divenuta simbolo di onorabilità muliebre.
(60) Si legga, per la metrica “Emme – o –ai”.
(61) “Excellent wench, say I”: si capisce che allude a Maria, autrice della beffa.
(62) “Sowter will cry upon’t for all this, though it be as rank as a fox”: letteralm.: “Sowter (è il nome di un cane) si metterà ad abbaiare per tutto questo, anche se la pista puzzi come quella della volpe”.
(63) “The cur is excellent at faults”: è detto in senso ironico, perché “faults” in gergo venatorio si dice del cane (e qui “cane” è “cur”, in senso spregiativo) che si ferma perché ha perduto la traccia della preda per mancanza di buon fiuto.
(64) “… a pension of thousand to be paid from the Sophy”: “Sophy” era il nome inglese della dinastia che ha regnato in Persia nei secoli XVI/XVII; il termine era divenuto sinonimo di persona danarosa. Una menzione del “Sophy” anche nel “Mercante di Venezia”, II, 1, 25.
(65) “Wilt thou set thy foot o’ my neck?”: è l’immagine del guerriero vincitore che per esaltare la sua vittoria schiaccia col piede il collo del nemico atterrato; è frequente nella simbologia elisabettiana. Maria è per ser Tobia la vittoriosa su Malvolio. “Sono alla tua mercé” non è nel testo.
(66) Cioè diventare tuo marito. Questi accenni alle simpatie di ser Tobia per Maria preparano l’annuncio finale di lei, alla fine della commedia, del loro matrimonio.
(67) “To the gates ol Tartar”: il Tartaro, l’orrido luogo della punizione eterna della mitologia classica.
(68) “… words are very rascals, since bonds disgraced them”: “bonds” sta qui per ogni specie di atto pubblico o privato che abbia specie di contratto – obbligazioni private, intese politiche, patti internazionali, ecc. – in cui alle parole si dà una diversa interpretazione di comodo. Alcuni autori (Praz, Lodovici) traducono: “… da quando le associazioni le hanno usate male”, credendo di vedere nei “bonds” un’allusione alle leghe segrete dei gesuiti.
(69) “… I am almost sick for one”: si capisce che Viola allude al duca Orsino, che ha la barba.
(70) Cioè: m’indurrei anche a fare il ruffiano per aggiungere a questa un’altra moneta. Il riferimento è alla leggenda dei due amanti, Troilo e Cressida – Che Shakespeare tradurrà in uno dei suoi drammi storici – secondo la quale il giovane Troilo, figlio di Priamo di Troia, innamorato di Cressida, figlia del sacerdote Calcante, incontrava questa nella casa dello zio di costei, Pandaro, divenuto per questo il mezzano per antonomasia.
(71) Tutto il costrutto di questa battuta è tolto in prestito dal Baldini (cit.).
(72) Il testo ha: “But we are prevented”, letteralm.: “Ma siamo prevenuti” (dall’arrivo di Olivia); o anche – come leggono alcuni – “Ma ne siamo impediti” (dal fatto stessa che Olivia è qui). Scelga il lettore.
(73) “I had as lief be a Brownist, as a politician.”: “braunisti” erano chiamati i puritani seguaci del capo puritano Robert Brown, che nel 1581 aveva predicato per l’Inghilterra un sistema di governo teocratico. L’avversione di Shakespeare per i puritani inglesi si ritrova espressa, più o meno esplicitamente, in diversi suoi drammi.
(74) “… although the sheet were big enough for the bed of Ware in England”: la città d Ware, nell’Herefordshire, era importante centro commerciale e stazione della muta di cavalli sulla strada di Cambridge. Si diceva che per ospitare i molti viaggiatori di transito un albergo aveva apprestato un letto unico capace di 12 persone, tutte distese e coperte da uno stesso lenzuolo.
(75) “It doth not fit me”: altri traduce: “Non son uomo da farlo”, “Non ne sono capace”; che è anche letteralmente corretto, ma se Shakespeare avesse inteso questo, Antonio non dovrebbe rifiutarsi di girare per la città e mandare solo Sebastian, dicendogli di aspettarlo in albergo.
(76)“It did come to his hands”: si capisce che parla della lettera, che crede inviata a lui dalla padrona, e vuole assicurare questa di averla ricevuta “in mani proprie”.
(77) “… non dram of a scruple, no scruple of a scruple”: gioco di parole sul doppio senso di “scruple”, che vale “scrupolo”, “incertezza”, “esitazione”, ma anche misura di peso equivalente alla 24.ma parte di un’oncia, cioè una quantità insignificante. Quanto a “dram” è anche questo il nome di una moneta del valore di circa 1/8 di oncia, anch’essa assunta a sinonimo di cosa senza valore. I due termini non hanno l’equivalente in italiano.
(78) “… for more than I’ll say”: letteralm.: “… per una somma maggiore di quella ch’io possa dire”.
(79) “… to play at cherry-pit”: “cherry-pit” è il gioco infantile che consiste nel mandare con precisione dentro una piccola buca gli ossi di ciliegia, sospingedoli con colpetti delle dita.
(80) “More matter for a May morning”: “Nuova materia (di spasso) per un mattino di maggio”; il “May morning” è la festa che i toscani chiamano Calendimaggio, in cui ogni sorta di spensieratezza e di scherzo è permessa.
(81) “… will kill one another by the look, like cockatrices”: cioè al solo guardarsi, senza nemmeno aver bisogno di battersi. Il basilisco, il favoloso mostro a forma di drago, nato dall’uovo di un gallo covato da un rospo, aveva il potere di distruggere, col suo sguardo fiammante e il fiato infuocato, ogni creatura vivente che gli stesse di fronte, eccetto il gallo.
(82) “… dubbed with unhatched rapier, and on carpet consideration”: cioè non armato cavaliere sul campo.
(83) “Signior Fabian” nel testo.
(84) “… such a firago” nel testo: si tratta evidentemente di uno storpiamento della parola “virago”, di cui ser Tobia sembra ignorare il vero significato. Ma Shakespeare ha voluto disegnare in lui, come abbiamo visto, il personaggio affetto da falsa erudizione.
(85) È appena il caso di avvertire il lettore che Antonio ha scambiato Viola, vestita da Cesario, per il fratello di lei Sebastian, che questi ha detto essere a lui somigliantissima.
(86) Inutile notare che il Giullare crede che Sebastian sia Viola/Cesario.
(87) “… in Lethe steep”: cioè nel sogno: il Lete, nella mitologa classica, è il fiume dell’Ade alle cui acque le ombre dei morti bevevano per dimenticare sia i mali che i piaceri della vita.
(88) “… sir Topas the curate”: gli inglesi ai preti dànno del “sir” che equivale in questo caso al nostro “don”.
(89) “In a trice, like the old Vice…”: il Vizio era uno dei personaggi più comuni nelle rappresentazioni popolari dette “moralities” o “morality plays” in cui si stigmatizzavano i vizi dell’uomo secondo i dettami di una morale religiosa; il Vizio era generalmente presentato nelle vesti di un giullare, e suo interlocutore era spesso il Diavolo, altro soggetto di questa ballatetta di Feste.
(90) Il testo ha “da vent’anni” (“… and grew a twenty years removed thing”), ma “twenty” è spesso in Shakespeare una quantità indeterminata.
(91) Allusione alla storia narrata nel romanzo “Le Etiopiche” di Eliodoro di Emea, della prima metà del III sec. d.C. Vi si narra, in 10 libri, la storia di Teagene e Cariclea.
(92) “… a passy mesure pavin”: il “pass’e mezzo” (o “passammezzo”) era un passo di danza simile alla pavana, di andatura lenta. Era sinonimo di “lumaca”, “melenso” e simili.
(93) Questa indicazione di scena è del traduttore. Essa non è nei testi: dove si fa parlare Antonio, come se fosse presente, mentre non è stato più sulla scena da quando è stato portato via dalle guardie per ordine del duca. Né è dato sapere come abbia fatto a liberarsi dalle manette: una strana distrazione del copione, passata stranamente inosservata dai diversi curatori.
(94) Altra località inesistente, inventata da Shakespeare.
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