Prendi il mio cavallo, e io intanto correrò, e quando sarò stanco faremo di nuovo il cambio, in modo che, cavalcando e correndo, andremo tutti e due più in fretta.
Così fu fatto il cambio, e procedettero più lesti che poterono sul selciato ineguale, Dick con la mano appoggiata sul ginocchio dell'altro.
— Com'è che ti chiami? — domandò Dick.
— Chiamatemi John Matcham — rispose il giovinetto.
— E che ti spinge ad andare a Holywood? — continuò Dick.
— Vi cerco rifugio da un uomo che continua a opprimermi — fu la risposta. — Il buon abate di Holywood è un robusto pilastro per i deboli.
— E come sei capitato con Sir Daniel, "Master" Matcham? — insisté Dick.
— Ah! — esclamò l'altro. — Per abuso di forza! Mi ha strappato con la violenza da casa mia; mi ha vestito di questi panni; mi ha trascinato sul suo cavallo fino a sfinirmi; mi ha beffato al punto che avrei pianto; e quando fu certo che i miei amici ci inseguivano, sperando di riprendermi, mi ha passato dietro perché facessi da bersaglio! Mi hanno anche sfiorato al piede destro, e zoppico camminando. Ah, ma verrà un giorno che ci si metterà di fronte; e la pagherà per tutto!
— Vorresti sparare alla luna con un archibugio? — disse Dick. — E' un valoroso cavaliere, e ha una mano di ferro. Se indovinasse che ti ho fatto scappare o che soltanto mi sono immischiato nella tua fuga, non me la farebbe passare liscia.
— Ah, povero ragazzo — fece l'altro, — voi siete il suo pupillo, lo so. Alla stessa stregua lo sono io, o almeno così dice lui; oppure ha comperato il mio matrimonio, non so esattamente; ma se ne serve per opprimermi.
— E insisti con questo «ragazzo»! — disse Dick.
— E allora vi devo chiamare «ragazza», buon Richard? — domandò Matcham.
— Niente ragazze per me — ribatté Dick. — Le ripudio in blocco!
— Parlate proprio da ragazzino — disse l'altro. — V'interessano più di quanto volete dare a vedere.
— Non a me — disse Dick ostinato. — Non ci penso nemmeno. Sono una peste, te l'assicuro! Fatemi cacciare, e combattere, e banchettare, e vivere con l'allegra gente dei boschi. Non ho mai ancora sentito di una ragazza che facesse qualche cosa di utile fuorché una: e quella, poveretta, l'hanno bruciata come strega e perché vestiva panni da uomo contro natura.
"Master" Matcham si fece con fervore il segno della croce e sembrò che pregasse.
— Ma che fai? — domandò Dick.
— Prego per l'anima di lei — rispose l'altro, con la voce alquanto turbata.
— Per l'anima d'una strega? — rise Dick. — Ma prega pure per lei, se ti fa piacere; era la migliore ragazza d'Europa, quella Giovanna d'Arco. Il vecchio Appleyard, l'arciere, scappava davanti a lei, diceva, come se fosse stata Satana. E invece era una ragazza coraggiosa.
— Sì, buon "Master" Richard — riprese a dire Matcham, — ma se le ragazze vi piacciono così poco, non siete un vero uomo naturale, perché Dio ci ha fatti due con intenzione, e ha portato nel mondo il vero amore che fosse la speranza dell'uomo e il conforto della donna.
— Eh via! — fece Dick. — Sei un pupo lattante, a farla così lunga con le donne. E se pensi che io non sia un vero uomo, scendi a terra, e con i pugni, con la spada o con la balestra ti proverò sul vivo la mia virilità.
— No, io non so combattere — si affrettò a dire Matcham. — Non intendevo affatto offendere. Volevo solo scherzare. E se ho parlato di donne è perché ho sentito che vi dovete sposare.
— Io sposare! — esclamò Dick. — Be', è la prima volta che lo sento E con chi mi dovrei sposare?
— Con una certa Joanna Sedley — rispose Matcham arrossendo. — E' una cosa che ha combinato Sir Daniel; ha da guadagnarci denaro da tutte e due le parti; e in realtà ho udito quella povera ragazza lamentarsi da far pietà per questa unione. Sembra che la pensi come voi, oppure non le piace lo sposo.
— Oh, bene!, il matrimonio è come la morte, arriva per tutti — disse Dick con rassegnazione. — E lei si lamenta? Dimmi ora se queste ragazze non sono delle sciocche sventate: lamentarsi prima di avermi visto? Mi lamento io? No, certo. Se devo sposarmi, mi sposo con gli occhi asciutti. Ma se la conosci, di grazia, che tipo è? Bella o brutta? E' petulante o simpatica?
— E che importa? — disse Matcham. — Se dovete sposare, non vi rimane che sposare. Che importa se è bella o brutta? Queste sono sciocchezze.
Voi non siete un effeminato, "Master" Richard; vi sposerete a occhi asciutti, in un modo o nell'altro.
— Ben detto — replicò Shelton. — A me poco importa.
— Pare che la vostra signora avrà un simpatico marito — disse Matcham.
— Avrà il marito che il cielo le ha destinato — ribatté Dick. — Ce ne sono di peggiori come di migliori.
— Ah, povera ragazza! — sospirò l'altro.
— E perché tanto povera? — domandò Dick.
— A sposare un uomo di legno — replicò il suo compagno.
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