7
Nudo ciascuno il piè calca il sentiero, ché l’essempio de’ duci ogn’altro move, serico fregio o d’or, piuma o cimiero superbo dal suo capo ognun rimove; ed insieme del cor l’abito altero depone, e calde e pie lagrime piove.
Pur quasi al pianto abbia la via rinchiusa, così parlando ognun se stesso accusa: 8
— Dunque ove tu, Signor, di mille rivi sanguinosi il terren lasciasti asperso, d’amaro pianto almen duo fonti vivi in sì acerba memoria oggi io non verso?
Agghiacciato mio cor, ché non derivi per gli occhi e stilli in lagrime converso?
Duro mio cor, ché non ti spetri e frangi?
Pianger ben merti ognor, s’ora non piangi. —
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 54
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli Torquato Tasso La Gerusalemme liberata
Canto terzo Q
9
De la cittade intanto un ch’a la guarda sta d’alta torre, e scopre i monti e i campi, colà giuso la polve alzarsi guarda, sì che par che gran nube in aria stampi: par che baleni quelli nube ed arda, come di fiamme gravida e di lampi; poi lo splendor de’ lucidi metalli distingue, e scerne gli uomini e i cavalli.
10
Allor gridava: — Oh qual per l’aria stesa polvere i’ veggio! oh come par che splenda!
Su, suso, o cittadini, a la difesa s’armi ciascun veloce, e i muri ascenda: già presente è il nemico. — E poi, ripresa la voce: — Ognun s’affretti, e l’arme prenda; ecco, il nemico è qui: mira la polve che sotto orrida nebbia il ciel involve. —
11
I semplici fanciulli, e i vecchi inermi, e ’l vulgo de le donne sbigottite, che non sanno ferir né fare schermi, traean supplici e mesti a le meschite.
Gli altri di membra e d’animo più fermi già frettolosi l’arme avean rapite.
Accorre altri a le porte, altri a le mura; il re va intorno, e ’l tutto vede e cura.
12
Gli ordini diede, e poscia ei si ritrasse ove sorge una torre infra due porte, sì ch’è presso al bisogno; e son più basse quindi le piaggie e le montagne scorte.
Volle che quivi seco Erminia andasse, Erminia bella, ch’ei raccolse in corte poi ch’a lei fu da le cristiane squadre presa Antiochia, e morto il re suo padre.
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 55
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Canto terzo Q
13
Clorinda intanto incontra a i Franchi è gita: molti van seco, ed ella a tutti è inante; ma in altra parte, ond’è secreta uscita, sta preparato a le riscosse Argante.
La generosa i suoi seguaci incita co’ detti e con l’intrepido sembiante:
— Ben con alto principio a noi conviene —
dicea — fondar de l’Asia oggi la spene. —
14
Mentre ragioni a i suoi, non lunge scorse un franco stuol addur rustiche prede, che, com’è l’uso, a depredar precorse; or con greggie ed armenti al campo riede.
Ella vèr lor, e verso lei se ’n corse il duce lor, ch’a sé venir la vede.
Gardo il duce è nomato, uom di gran possa, ma non già tal ch’a lei resister possa.
15
Gardo a quel fero scontro è spinto a terra in su gli occhi de’ Franchi e de’ pagani, ch’allor tutti gridàr, di quella guerra lieti augùri prendendo, i quai fur vani.
Spronando adosso a gli altri ella si serra, e val la destra sua per cento mani.
Seguìrla i suoi guerrier per quella strada che spianàr gli urti, e che s’aprì la spada.
16
Tosto la preda al predator ritoglie; cede lo stuol de’ Franchi a poco a poco, tanto ch’in cima a un colle ei si raccoglie, ove aiutate son l’arme dal loco.
Allor, sì come turbine si scioglie e cade da le nubi aereo fuoco, il buon Tancredi, a cui Goffredo accenna, sua squadra mosse, ed arrestò l’antenna.
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 56
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Canto terzo Q
17
Porta sì salda la gran lancia, e in guisa vien feroce e leggiadro il giovenetto, che veggendolo d’alto il re s’avisa che sia guerriero infra gli scelti eletto.
Onde dice a colei ch’è seco assisa, e che già sente palpitarsi il petto:
— Ben conoscer déi tu per sì lungo uso ogni cristian, benché ne l’arme chiuso.
18
Chi è dunque costui, che così bene s’adatta in giostra, e fero in vista è tanto? —
A quella, in vece di risposta, viene su le labra un sospir, su gli occhi il pianto.
Pur gli spirti e le lagrime ritiene, ma non così che lor non mostri alquanto: ché gli occhi pregni un bel purpureo giro tinse, e roco spuntò mezzo il sospiro.
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