6

Già ’l sesto anno volgea, ch’in oriente passò il campo cristiano a l’alta impresa; e Nicea per assalto, e la potente Antiochia con arte avea già presa.

L’avea poscia in battaglia incontra gente di Persia innumerabile difesa, e Tortosa espugnata; indi a la rea stagion diè loco, e ’l novo anno attendea.

7

E ’l fine omai di quel piovoso inverno, che fea l’arme cessar, lunge non era; quando da l’alto soglio il Padre eterno, ch’è ne la parte più del ciel sincera, e quanto è da le stelle al basso inferno, tanto più in su de la stellata spera, gli occhi in giù volse, e in un sol punto e in una vista mirò ciò ch’in sé il mondo aduna.

8

Mirò tutte le cose, ed in Soria s’affisò poi ne’ principi cristiani; e con quel guardo suo ch’a dentro spia nel più secreto lor gli affetti umani, vide Goffredo che scacciar desia de la santa città gli empi pagani, e pien di fé, di zelo, ogni mortale gloria, imperio, tesor mette in non cale.

Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 6

ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli Torquato Tasso La Gerusalemme liberata

Canto primo

Q

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Ma vede in Baldovin cupido ingegno, ch’a l’umane grandezze intento aspira: vede Tancredi aver la vita a sdegno, tanto un suo vano amor l’ange e martira: e fondar Boemondo al novo regno suo d’Antiochia alti princìpi mira, e leggi imporre, ed introdur costume ed arti e culto di verace nume; 10

e cotanto internarsi in tal pensiero, ch’altra impresa non par che più rammenti: scorge in Rinaldo e animo guerriero e spirti di riposo impazienti; non cupidigia in lui d’oro o d’impero, ma d’onor brame immoderate, ardenti: scorge che da la bocca intento pende di Guelfo, e i chiari antichi essempi apprende.

11

Ma poi ch’ebbe di questi e d’altri cori scòrti gl’intimi sensi il Re del mondo, chiama a sé da gli angelici splendori Gabriel, che ne’ primi era secondo.

È tra Dio questi e l’anime migliori interprete fedel, nunzio giocondo: giù i decreti del Ciel porta, ed al Cielo riporta de’ mortali i preghi e ’l zelo.

12

Disse al suo nunzio Dio: — Goffredo trova, e in mio nome di’ lui: perché si cessa?

perché la guerra omai non si rinova a liberar Gierusalemme oppressa?

Chiami i duci a consiglio, e i tardi mova a l’alta impresa: ei capitan fia d’essa.

Io qui l’eleggo; e ’l faran gli altri in terra, già suoi compagni, or suoi ministri in guerra.-

Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 7

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Canto primo

Q

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Così parlogli, e Gabriel s’accinse veloce ad esseguir l’imposte cose: la sua forma invisibil d’aria cinse ed al senso mortal la sottopose.

Umane membra, aspetto uman si finse ma di celeste maestà il compose; tra giovene e fanciullo età confine prese, ed ornò di raggi il biondo crine.

14

Ali bianche vestì, c’han d’or le cime, infaticabilmente agili e preste.

Fende i venti e le nubi, e va sublime sovra la terra e sovra il mar con queste.

Così vestito, indirizzossi a l’ime parti del mondo il messaggier celeste: pria sul Libano monte ei si ritenne, e si librò su l’adeguate penne; 15

e vèr le piaggie di Tortosa poi drizzò precipitando il volo in giuso.

Sorgeva il novo sol da i lidi eoi, parte già fuor, ma ’l più ne l’onde chiuso; e porgea matutini i preghi suoi Goffredo a Dio, come egli avea per uso; quando a paro co ’l sol, ma più lucente, l’angelo gli apparì da l’oriente; 16

e gli disse: — Goffredo, ecco opportuna già la stagion ch’al guerreggiar s’aspetta; perché dunque trapor dimora alcuna a liberar Gierusalem soggetta?

Tu i principi a consiglio omai raguna, tu al fin de l’opra i neghittosi affretta.

Dio per lor duce già t’elegge, ed essi sopporran volontari a te se stessi.

Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 8

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Canto primo

Q

17

Dio messaggier mi manda: io ti rivelo la sua mente in suo nome. Oh quanta spene aver d’alta vittoria, oh quanto zelo de l’oste a te commessa or ti conviene! —

Tacque; e, sparito, rivolò del cielo a le parti più eccelse e più serene.

Resta Goffredo a i detti, a lo splendore, d’occhi abbagliato, attonito di core.

18

Ma poi che si riscote, e che discorre, chi venne, chi mandò, che gli fu detto, se già bramava, or tutto arde d’imporre fine a la guerra ond’egli è duce eletto.

Non che ’l vedersi a gli altri in Ciel preporre d’aura d’ambizion gli gonfi il petto, ma il suo voler più nel voler s’infiamma del suo Signor, come favilla in fiamma.

19

Dunque gli eroi compagni, i quai non lunge erano sparsi, a ragunarsi invita; lettere a lettre, e messi a messi aggiunge, sempre al consiglio è la preghiera unita; ciò ch’alma generosa alletta e punge, ciò che può risvegliar virtù sopita, tutto par che ritrovi, e in efficace modo l’adorna sì che sforza e piace.

20

Vennero i duci, e gli altri anco seguiro, e Boemondo sol qui non convenne.

Parte fuor s’attendò, parte nel giro e tra gli alberghi suoi Tortosa tenne.

I grandi de l’essercito s’uniro (glorioso senato) in dì solenne.