Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 13

ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli Torquato Tasso La Gerusalemme liberata

Canto primo

Q

37

Prima i Franchi mostràrsi: il duce loro Ugone esser solea, del re fratello.

Ne l’Isola di Francia eletti foro, fra quattro fiumi, ampio paese e bello.

Poscia ch’Ugon morì, de’ gigli d’oro seguì l’usata insegna il fer drapello sotto Clotareo, capitano egregio, a cui, se nulla manca, è il nome regio.

38

Mille son di gravissima armatura, sono altrettanti i cavalier seguenti, di disciplina a i primi e di natura e d’arme e di sembianza indifferenti; normandi tutti, e gli ha Roberto in cura, che principe nativo è de le genti.

Poi duo pastor de’ popoli spiegaro le squadre lor, Guglielmo ed Ademaro.

39

L’uno e l’altro di lor, che ne’ divini uffici già trattò pio ministero, sotto l’elmo premendo i lunghi crini, essercita de l’arme or l’uso fero.

Da la città d’Orange e da i confini quattrocento guerrier scelse il primiero; ma guida quei di Poggio in guerra l’altro, numero egual, né men ne l’arme scaltro.

40

Baldovin poscia in mostra addur si vede co’ Bolognesi suoi quei del germano, ché le sue genti il pio fratel gli cede or ch’ei de’ capitani è capitano.

Il conte di Carnuti indi succede, potente di consiglio e pro’ di mano; van con lui quattrocento, e triplicati conduce Baldovino in sella armati.

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ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli Torquato Tasso La Gerusalemme liberata

Canto primo

Q

41

Occupa Guelfo il campo a lor vicino, uom ch’a l’alta fortuna agguaglia il merto; conta costui per genitor latino de gli avi Estensi un lungo ordine e certo.

Ma german di cognome e di domino, ne la gran casa de’ Guelfoni è inserto: regge Carinzia, e presso l’Istro e ’l Reno ciò che i prischi Suevi e i Reti avièno.

42

A questo, che retaggio era materno, acquisti ei giunse gloriosi e grandi.

Quindi gente traea che prende a scherno d’andar contra la morte, ov’ei comandi: usa a temprar ne’ caldi alberghi il verno, e celebrar con lieti inviti i prandi.

Fur cinquemila a la partenza, e a pena (de’ Persi avanzo) il terzo or qui ne mena.

43

Seguia la gente poi candida e bionda che tra i Franchi e i Germani e’l mar sigiace, ove la Mosa ed ove il Reno inonda, terra di biade e d’animai ferace; e gl’insulani lor, che d’alta sponda riparo fansi a l’ocean vorace: l’ocean che non pur le merci e i legni, ma intere inghiotte le cittadi e i regni.

44

Gli uni e gli altri son mille, e tutti vanno sotto un altro Roberto insieme a stuolo.

Maggior alquanto è lo squadron britanno; Guglielmo il regge, al re minor figliuolo.

Sono gl’Inglesi sagittari, ed hanno gente con lor ch’è più vicina al polo: questi da l’alte selve irsuti manda la divisa dal mondo ultima Irlanda.

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Canto primo

Q

45

Vien poi Tancredi, e non è alcun fra tanti (tranne Rinaldo) o feritor maggiore, o più bel di maniere e di sembianti, o più eccelso ed intrepido di core.

S’alcun’ombra di colpa i suoi gran vanti rende men chiari, è sol follia d’amore: nato fra l’arme, amor di breve vista, che si nutre d’affanni, e forza acquista.

46

È fama che quel dì che glorioso fe’ la rotta de’ Persi il popol franco, poi che Tancredi al fin vittorioso i fuggitivi di seguir fu stanco, cercò di refrigerio e di riposo a l’arse labbia, al travagliato fianco, e trasse ove invitollo al rezzo estivo cinto di verdi seggi un fonte vivo.

47

Quivi a lui d’improviso una donzella tutta, fuor che la fronte, armata apparse: era pagana, e là venuta anch’ella per l’istessa cagion di ristorarse.

Egli mirolla, ed ammirò la bella sembianza, e d’essa si compiacque, e n’arse.

Oh meraviglia! Amor, ch’a pena è nato, già grande vola, e già trionfa armato.