Le prime edizioni dei giornali pomeridiani erano uscite a Londra con titoli a caratteri cubitali:
UN MESSAGGIO DA MARTE
WOKING CI COMUNICA UNA STORIA INCREDIBILE
e così via. Inoltre, il telegramma diretto da Ogilvy all'Ufficio Investigazioni Astronomiche aveva messo in subbuglio tutti gli osservatori del regno.
Sulla strada che passava accanto alle cave di sabbia c'era una mezza dozzina e più di carrozze che erano venute dalla stazione di Woking, un carrozzino proveniente da Chobham, e una vittoria2 piuttosto elegante. Lì vicino, c'era un considerevole mucchio di biciclette. Una vera massa di persone, inoltre, doveva essere venuta a piedi da Woking e da Chertsey, nonostante la giornata afosa; così si era radunata una folla notevole: tra gli altri, qualche signora vestita a colori vivaci.
Il caldo era soffocante, non c'era una nuvola né un alito di vento, e non c'era altra ombra che quella proiettata dai pochi pini sparsi qua e là. Le fiamme tra le eriche erano state spente, ma tutta la pianura verso Ottershaw era riarsa fino all'orizzonte, e vi si levavano ancora sottili strisce di fumo. Un intraprendente pasticciere di Chobham aveva mandato suo figlio con un carretto di frutta e di birra.
Mi diressi verso l'orlo della buca e vi trovai una mezza dozzina di uomini: Henderson, Ogilvy, un altro individuo biondo (seppi in seguito che era Stent, dell'Osservatorio Reale), insieme con diversi operai muniti di zappe e di picconi. Stent dirigeva i lavori con una voce chiara, squillante; stava in piedi sul cilindro, che ora, evidentemente, era molto più freddo; aveva il viso infuocato, grondante di sudore, e pareva irritato.
Gran parte del cilindro era stata messa a nudo, sebbene l'estremità inferiore fosse ancora sprofondata. Non appena Ogilvy mi scorse tra la folla degli spettatori assiepata sull'orlo della buca, mi chiamò accanto a lui, e mi domandò se volevo essere così gentile da andare da lord Hilton, il proprietario del fondo.
La folla crescente, disse, stava diventando un ostacolo serio per i loro scavi, specialmente i bambini. Volevano che fosse messo un piccolo sbarramento e chiedevano aiuti per tenere indietro la gente. Mi disse che, di tanto in tanto, si udivano ancora dei lievi movimenti all'interno del cilindro, ma che gli operai non erano riusciti a svitarne la sommità perché non offriva nessuna presa. Quell'enorme cassa doveva avere le pareti straordinariamente spesse, ed era anche possibile che i lievi rumori che udivamo fossero, all'interno, un fragoroso tumulto.
Fui molto lieto di fare ciò che mi aveva chiesto, e diventare così uno degli spettatori privilegiati di qua dallo sbarramento predisposto. Non trovai lord Hilton in casa, ma mi dissero che lo aspettavano con il treno delle sei proveniente dalla stazione Waterloo di Londra; siccome erano circa le cinque e un quarto, andai a casa, presi il tè, poi mi recai alla stazione per parlargli.
4. IL CILINDRO SI SVITA.
Quando tornai alla landa, era il tramonto. Gruppi sparsi venivano in fretta da Woking, e due o tre persone vi ritornavano. La folla intorno alla buca era aumentata - c'erano circa duecento persone - e spiccava come una massa scura contro il giallo pallido del cielo. C'era un certo clamore: si sarebbe detto che intorno alla buca si stesse svolgendo una specie di lotta. Strane immagini mi passarono per la mente. Mentre mi avvicinavo, udii la voce di Stent:
- Indietro! State indietro!
Un ragazzino correva verso di me.
- Si sta muovendomi ! disse nel sorpassarmi. - Si sta svitando per aprirsi! Non mi persuade per niente. Me ne vado a casa, io!
Continuai a dirigermi verso la folla. C'erano davvero, credo, due o trecento persone che si davano gomitate e si spingevano, e le poche donne non erano certo le meno intraprendenti.
- E' caduto nella buca! - gridò qualcuno.
- State indietro! - gridarono altri.
La folla ondeggiò un poco, e mi feci largo a forza di gomiti. Tutti sembravano eccitatissimi. Udii uscire dalla buca un curioso rumore soffocato.
- Ehi! - disse Ogilvy. - Ci aiuti a tenere indietro questi imbecilli; non abbiamo la minima idea di quel che può esserci in questa dannata trappola!
Vidi un giovanotto, credo che fosse un garzone di bottega di Woking, che stava in piedi sul cilindro e cercava di uscire dalla buca. La folla lo aveva fatto cadere.
La sommità del cilindro si stava svitando dall'interno. Erano rimasti scoperti quasi cinquanta centimetri di vite lucida. Mi sentii spingere, e per poco non caddi su quel coperchio svitabile. Mi girai - e in quel momento l'operazione di svitamento doveva essere finita - e il coperchio del cilindro cadde sulla sabbia con uno strepito assordante. Diedi una gomitata alla persona che mi stava alle spalle e tornai a girarmi verso la cosa: per un momento, la cavità circolare mi parve completamente nera. Avevo il riflesso del sole negli occhi.
Credo che tutti si aspettassero di veder emergere un uomo, probabilmente un po diverso da noi uomini terrestri, ma «uomo» nelle sue caratteristiche principali.
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