PINA

Niente: lasciatemi sfogare il cuore. Sapeste che c’è qui dentro!

NANNI

(imbarazzato). Sentite!… mi dispiace proprio… s’è per causa mia o per qualche parola che ho detto… proprio per ischerzo… (confondendosi sempre più, con calore). Ma finitela ora, caspita!

PINA

Adesso fate come il coccodrillo, voi!

NANNI

No, com’è vero Dio!… Finitela, com’è vero Dio!

PINA

(scuotendo il capo desolata). Non posso!… non posso più! Ho fatto tutto quello che volete voi, ma ora non posso più!… Ah, quello che mi avete fatto fare, compare Nanni!…

NANNI

Non lo sapevo! Non voglio farvi fare le cose per forza, no!

PINA

(fissandolo cogli occhi ardenti e lagrimosi). Lo vedete almeno se vi ho voluto bene?

NANNI

Sarei un ingrato se non lo vedessi. Mi date la figlia, mi date la roba! Che potete fare di più?

PINA

(col capo fra le mani). Niente! niente!

NANNI

Avete un cuore grande come il mare!… Il vostro che non è vostro!… Vi spogliate anche della roba per darla a vostra figlia!…

PINA

(scuotendo la testa, col grembiule agli occhi). Questo è nulla!… questo è nulla!…

NANNI

Sarà niente, ma è anche un bel tratto! Spogliarvi viva del fatto vostro!…

mentre siete ancora in gamba!… meglio di vostra figlia!… Lo ha detto lo stesso Malerba…

In tono di scherzo, onde rabbonirla.

Fortuna che ci mettiamo il parentato fra di noi!… Eh! eh!…

Sempre più imbarazzato.

Via, finitela!… Se non so che dirvi più… Vedete che non so dire due parole? Mi fate fare qualche sciocchezza!

Ridendo goffamente.

Mando all’aria San Giovanni e il parentato!

PINA

Ah!… scherzate anche coi santi, voi!

NANNI

(mentre il riso gli muore sulle labbra, sempre più commosso e turbato di mano in mano lui pure). No, no dico sul serio… Siete un diavolo in carne ed ossa!… Ora finitela e asciugatevi gli occhi… Fatelo per amor mio!

PINA

Lo sapete quello che mi avete fatto fare?… che mi avete messo il coltello in mano voi stesso… e poi mi avete detto… Te’, ora!… strappati il cuore tu stessa!

NANNI

(smarrendosi del tutto). Basta ora, basta… Non posso vedervi piangere così!… Mi fate perdere la tramontana anche a me!… Basta ora!… fatelo per amor mio!

L’abbraccia.

PINA

(svincolandosi di scatto, tutta tremante e sconvolta). No!… Lasciatemi!…

Fate come il coccodrillo adesso!…

Rimangono a guardarsi negli occhi, pallidi entrambi.

NANNI

(smarrito, balbettando). Perché?… Perché gnà Pina?…

PINA

(con voce sorda e rotta, quasi incalzandolo irata). Fai come il coccodrillo!… infame!… scellerato!… per farmi impazzire del tutto!…

NANNI

(indietreggiando, come per fuggirla). No!… gnà Pina!… Che volete?

PINA

(con voce sorda, afferrandolo pel braccio, fiera e risoluta). Taci!… Ci sentono qui…

NANNI

(tentando di svincolarsi). No, gnà Pina!

Cava dal petto l’abitino della Madonna con mano tremante.

Vi faccio lo scongiuro, guardate!

PINA

Lascia stare quell’abitino che non giova! Te l’ho fatto io tante volte lo scongiuro… e non è giovato!…

NANNI

No!… no, gnà Pina!… Andiamo diritto all’inferno adesso!…

Si ode stridere in alto la civetta.

Sentite, la civetta!

Imprecando col pugno rivolto al cielo.

Su te il malaugurio, bestiaccia!

PINA

Su me! Sono io la maledetta! Non me ne importa ormai! L’inferno l’ho avuto qui! L’ho pagato prima il male che fo!

NANNI

(vinto, colle gambe molli, la faccia stravolta, senza aver più la forza di resisterle). Ah , maledetto Giuda!…

PINA

(tirandoselo dietro per il braccio, a capo chino, torva come una vera lupa).

Taci!… Non bestemmiare adesso!

Scompaiono dalla sinistra, in fondo. Silenzio; odesi lontano il mormorio del fiume, il fruscio delle spighe, il trillare dei grilli, e di tanto in tanto, l’uggiolare dei cani, lugubre, nell’ora tragica.

A un tratto passa di nuovo stridendo la civetta

Tela.

ATTO SECONDO

Cortile rustico.