Essa è rimasta qui sola, a badare alla casa e al patrimonio: e va fuori raramente. Il mio Paulo neppure la conosceva, fino a poco tempo fa. Il padre della donna era un uomo un po’ stravagante, mezzo signore, mezzo villano, cacciatore ed eretico. Basti dire che era amico dell’antico parroco. Non andava mai in chiesa; ma durante l’ultima sua malattia mandò a chiamare il mio Paulo; e il mio Paulo lo assisté fino alla morte, e gli fece un funerale come non s’e-ra mai veduto in questi luoghi. Non una persona del villaggio mancò: neppure i bimbi lattanti tenuti in braccio dalle loro mamme. Poi il mio Paulo continuò a visitare l’unica superstite della casa. E
questa orfana vive sola, con delle cattive serve. Chi la guida, chi la consiglia? Chi l’aiuta se non l’aiutiamo noi?””
Ma l’altra le domandò:
“Sei certa, Maria Maddalena? Sei veramente certa di quello che pensi? Puoi davvero presentarti al Vescovo e parlare così di tuo figlio e di quell’altra persona, le prove in mano? E se nulla è vero?”.
“Signore, Signore!”
Nascose il viso tra le mani e subito vide il suo Paulo e la donna in una stanza terrena della casa antica: una stanza vasta, che dava sull’orto, con la volta a cupola, il pavimento di cemento battuto seminato di pietruzze di mare; un gran camino si sprofondava in una parete, con due sedili ai lati e davanti un canapè antico; le pareti imbiancate con la calce ornate di armi, di teste di cervi con le corna, di quadri con le tele nere che cadevano a brandelli e dove appariva solo, qua e là, nuotante 4
nell’ombra, qualche mano di colore terroso, qualche scorcio di viso, o una treccia di donna o qualche frutto.
Paulo e la donna stavano seduti davanti al fuoco e si stringevano la mano…
“Signore!” ripeté la madre gemendo.
E per sfuggire alla visione diabolica ne evocò un’altra. Ed ecco quella medesima stanza illuminar-si d’una luce verdognola che penetra dalla finestra a inferriata aperta verso il prato, e dalla porta nel cui vano scintilla il fogliame dell’orto ancora umido della rugiada d’autunno. Passa una corrente d’aria che muove qualche fogliolina secca sul pavimento e fa dondolare le catenelle dell’antica lampada d’ottone posata sul camino.
Da un uscio socchiuso s’intravedono altre stanze un po’ buie, con le finestre chiuse.
Ella sta lì ad aspettare, con un regalo di frutta che il suo Paulo manda alla padrona di casa. E la padrona viene, quasi di corsa ma un po’ diffidente; viene dalle stanze buie; vestita di nero: il suo vi-so pallido, stretto fra due conchiglie di trecce nere e le mani bianche scarne emergono dall’ombra come quelle delle figure dei quadri intorno.
Ed anche quando appare tutta, nella luce della stanza, la sua persona piccola e sottile ha qualche cosa di sfuggente, di sospettoso. I suoi occhi grandi, foschi, fissano subito il cestino delle frutta deposto sulla tavola, poi avvolgono con uno sguardo profondo la donna che sta ad aspettare, e un sorriso rapido, che è di gioia ma anche di derisione, le illumina la bocca triste e sensuale.
E il primo dubbio della madre, ella ancora non sa perché, nasce in quel momento.
Ella non sapeva ancora perché, ma ricordava la premura con la quale la fanciulla l’aveva accolta, facendola sedere accanto a lei e domandandole notizie di Paulo. Lo chiamava Paulo, come un fratello; ma trattava lei non già come una madre comune, ma quasi come una rivale che bisognava blandire e addormentare.
Le fece servire il caffè in un grande vassoio d’argento, da una serva scalza che aveva il viso ben-dato come un’araba; le parlò dei suoi due fratelli lontani e potenti, compiacendosi, senza parerlo, a comparire in mezzo a loro come fra due colonne che sostenevano l’edificio della sua vita solitaria.
In ultimo la condusse a vedere l’orto dalla porta della stanza.
Fichi violacei coperti d’una polvere argentea, e pere, e grappoli d’uva d’oro apparivano tra il verde scintillante degli alberi e delle viti. Perché Paulo aveva dunque mandato il suo dono di frutta a chi ne aveva già tanta?
Ancora adesso nella penombra tremula della scala la madre rivedeva lo sguardo ironico e tenero che la fanciulla le aveva rivolto nel congedarla, e il suo modo di abbassare le palpebre grevi, come s’ella non conoscesse altro modo di nascondere i sentimenti che le trasparivano dalle pupille.
E quegli occhi, e quel modo di rivelare con impeto di sincerità ma poi subito di nascondere la propria anima, rassomigliavano straordinariamente a quelli del suo Paulo; tanto che nei giorni se-guenti, mentre per il contegno di lui il sospetto cresceva e si faceva terrore, ella non pensava con odio alla donna che lo induceva in peccato, ma pensava al modo di salvare anche lei come se si trat-tasse di una sua figlia.
L’autunno e l’inverno erano passati senza avvenimenti che confermassero il suo sospetto; ma ecco al ritorno della primavera, col soffiare dei venti di marzo, il diavolo si rimetteva all’opera.
Paulo usciva di notte e andava nella casa antica.
“Come farò dunque a salvarli?”
Il vento rispondeva, di fuori, come irridendola, e urtava la porta.
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