Gli altri parenti ridevano e gli davano degli spintoni e gli passavano la scopa sulle spalle per to-gliervi la farina; egli lasciava fare, guardando la ragazza con occhi lucenti. Ed ella accettò di spo-sarlo; e continuò a stare in casa dei parenti, ma ogni giorno scendeva al molino, e il marito, ch’ella continuava a chiamare zio, le dava una piccola misura di farina di nascosto del padrone.

Un giorno, mentre tornava su con la farina nel grembiale, le parve che in mezzo vi si agitasse qualche cosa. Lasciò spaventata le cocche del grembiale, e la farina le si sparse tutta ai piedi: allora si buttò a sedere per terra, con un senso di vertigine: le pareva ci fosse il terremoto; tutto si spacca-va, intorno, le casette del paese crollavano e le pietre rotolavano sul sentiero. Anche lei si avvoltolò sull’erba bianca di farina, poi si alzò e si mise a correre ridendo, ma ancora un po’ spaventata: si accorgeva di essere incinta.

Presto era rimasta vedova, col suo Paulo che ancora non parlava, ma i cui occhi luminosi pareva volessero volare: e aveva pianto il marito come un buon parente, non come uno sposo, consolando-si presto perché una cugina le proponeva di andare con lei a far la serva in città.

“Così potrai mantenere tuo figlio, e più tardi far venire giù anche lui e mandarlo a scuola.” E così aveva fatto, vivendo e lavorando solo per lui.

Le occasioni di peccare, o almeno di procurarsi qualche svago, non le erano mancate; e neppure la voglia. Il padrone e il servo, il paesano e il borghese, chi non l’aveva più o meno rincorsa, come lo zio fra le tamerici? L’uomo è cacciatore e la donna preda: eppure ella riusciva a sfuggire agli aggua-ti, e si conservava pura perché si considerava già madre di un sacerdote. Perché dunque questo castigo, Signore?

Piegò la testa stanca, mentre qualche lagrima le cadeva ancora dal viso giù fino al grembo, dove si mischiava ai grani del rosario.

Le idee si confondevano. Le pareva di essere ancora nella grande cucina grassa e calda del Seminario dove era stata serva per dieci anni, dove appunto era riuscita a far accettare il suo Paulo: figure nere sfioravano silenziose le pareti giallognole, e nel corridoio attiguo si sentivano le risate sommesse e i pugni che i seminaristi si davano di nascosto. Ella stava seduta, stanca morta, accanto alla finestra che dava su un cortile buio; e teneva uno strofinaccio sulle ginocchia, ma non poteva neppure muovere un dito, tanto era stanca.

E anche nel sogno le pareva di aspettare Paulo che era uscito di nascosto dal Seminario senza averle detto dove andava.

“Se se ne accorgono, lo cacciano via subito”, pensava: e aspettava con ansia che i rumori intorno cessassero, per riuscire a farlo rientrare di nascosto.

D’un tratto si svegliò, si guardò attorno e rivide la cucina della parrocchia, stretta e lunga e sbattu-ta dal vento come una barca: ma l’impressione del breve sogno era stata così forte che le parve di 8

avere ancora sulle ginocchia lo strofinaccio, e di sentire le risate sommesse e i pugni che i seminaristi si davano nel corridoio.

Un momento; e la realtà la riprese: le parve che Paulo fosse già tornato, durante quel suo breve sonno, riuscendo a sfuggire all’attenzione di lei.

Infatti, tra i tremolii e gli scricchiolii prodotti dal vento si udivano dei passi, nell’interno della ca-sa: qualcuno camminava, scendeva la scaletta. attraversava le stanzette terrene, entrava nella cucina.

Ella ebbe l’impressione di continuare a sognare. Un prete piccolo e grasso, col viso nero di barba non rasa da parecchi giorni, le stava davanti e la guardava sorridendo. Aveva la bocca sdentata, e i pochi denti che conservava erano neri per il troppo fumare: gli occhi chiari volevano essere minacciosi, ma pareva lo facessero per ridere. Ella lo riconobbe subito: era l’antico parroco. Eppure non ne provò terrore.

“Tanto è un sogno”, pensò. In fondo però le sembrava che pensasse così per farsi coraggio, e che l’apparizione invece fosse reale.

“Sedete”, disse scostando il suo sgabello per lasciargli posto davanti al camino. Ed egli sedette, tirando un po’ su la sottana e lasciando vedere le sue calze turchine scolorite e bucate.

“Giacché stai qui senza far nulla, potresti rattopparmi le calze, Maria Maddalena; nessuna donna s’è più curata di me”, disse con semplicità. Ed ella pensava: “È questo il terribile parroco? Si vede proprio che sogno”.