- Oh! non è affatto necessario - disse. - Conosco benissimo ogni suo oggetto, sir Ralph. Se volessi le potrei dire di ciascuno la grandezza, l’origine e forse anche il prezzo che ha pagato.
Sir Ralph lo guardò tra il sorpreso e l’incredulo.
- Ma come - domandò con accento in cui trapelava il dubbio - io non ho che il mio catalogo privato e, che io sappia, non ne esiste altra copia…
- Va bene allora - disse Tillizzini - mi lasci contare. - E incominciò Edgar Wallace
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1913 - La Mano Rossa
l’enumerazione contando sulla punta delle dita. - Numero uno, medaglione egiziano proveniente dalla collezione Colleciti… in oro ornato di rubini…
valore sterline 420. Numero due, una placca della guerra di Tanagra, pezzo rarissimo, in una splendida cornice d’oro con una iscrizione siriaca.
Numero tre, medaglione di cristallo preso da Napoleone a Napoli. Sul verso vi è il busto di Beatrice d’Este, sul retro quello del Moro, duca di Milano, valore… o a proposito non le ho detto il valore del precedente perché non lo so, e dicevo dunque valore sterline 600. Numero quattro un ciondolo veneziano in forma di un’arpa…”
- Ma come? - domandò al colmo della sorpresa sir Ralph. - Queste sono cose che riguardano la mia collezione e che sono conosciute solo da me.
- E anche da me - rispose calmo Tillizzini.
In questo frattempo il treno era arrivato e Tillizzini si diresse verso uno scompartimento vuoto e vi entrò, chiuse lo sportello dietro di sé, poi si affacciò al finestrino.
- Vi sono molte cose che deve imparare, sir Ralph, e queste non sono le sole - disse. - Fra l’uomo che ha un segreto e quello che lo conosce vi sono degli intermediari che hanno sorpreso il primo e informato il secondo.
Il treno aveva già lasciato la stazione e le sue luci scomparivano nel tunnel che penetra sotto la collina di Burboro, e sir Ralph stava ancora pensando per scoprire il significato di quell’enigma.
Rimasto così solo, Tillizzini si assicurò che entrambe le porte fossero ben chiuse e abbassò le tendine del suo scompartimento. Non aveva alcun dubbio che l’uomo, o gli uomini che lo avevano pedinato con tanta insistenza dalla sua partenza da Londra, nutrissero cattive intenzioni a suo riguardo. Se era suo destino morire, certo non voleva finire per un colpo di fucile sparatogli magari dalla strada da qualche pedone appositamente imboscato.
Quello era un treno diretto da Burboro a Londra e la prima fermata sarebbe stata London Bridge. Si mise tranquillamente a sedere sul sedile di centro allungando le gambe sul sedile opposto, mise la sua Browning accanto a sé sul cuscino e si dispose a leggere. Tillizzini portava sempre con sé una mezza dozzina di giornali della capitale; nel suo viaggio di andata ne aveva già consultato uno sistematicamente, ora si accingeva a fare lo stesso con un altro. Il suo esame si concentrava sui piccoli annunci economici, perché sapeva per esperienza che quello era il canale attraverso il quale moderni criminali organizzati comunicano fra loro.
Edgar Wallace
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1913 - La Mano Rossa
Uno per uno esaminò tutti gli annunci che erano sotto la colonna
“Domande di lavoro” e arrivò alla fine senza scoprire nulla che fosse degno di interesse, lasciò quindi cadere il giornale e ne prese un altro.
Verso la metà della colonna “Offerte di lavoro”, il suo sguardo si soffermò su di un annuncio; a un lettore ordinario questo sarebbe apparso uno dei tanti annunci messi là da una padrona di casa. Infatti era compilato così: Cercasi capo- cuoco, preferibilmente italiano, quattro in
famiglia, venerdì non giovedì come precedentemente annunciato.
Condizioni da stabilirsi.
L’indirizzo era quello di un’agenzia della City; lo rilesse di nuovo con la più grande attenzione, poi cavato dal taschino un temperino lo ritagliò con cura.
Vi erano infatti parecchie stranezze in quell’annuncio.
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