In quel momento sir Ralph stava riassumendo le sue teorie con evidente parzialità. Benché avesse già ricevuto alcuni smacchi dalla Corte d’Appello, non intendeva affatto lasciarsi distogliere dal suo fermo proposito di far tabula rasa nel paese di tutti coloro che mostravano qualche inclinazione a confondere il meum con il tuum.
Per tutti coloro che effettivamente conoscevano i fatti era evidente che quelle sue “conclusioni” erano un’enormità. Quel giovanotto dalla faccia pallida, che stava ritto sul banco degli imputati, e le cui mani stringevano nervosamente la sbarra, stava per essere riconosciuto colpevole; ma il vero delinquente sedeva al posto di sir Ralph.
Edgar Wallace
3
1913 - La Mano Rossa
- L’imputato vi ha raccontato, signori giurati - continuava intanto sir Ralph - che un misterioso italiano gli aveva comandato di entrare in quella casa dove ci sarebbe stato qualcuno ad aspettarlo, il quale gli avrebbe dato un pacco dal contenuto misterioso. Egli sostiene che non aveva nessuna intenzione di rubare, ma che intendeva semplicemente eseguire le istruzioni di questo mitico… forse mitico non è esatto - si affrettò ad aggiungere sir Ralph, pensando al commento che la sua sentenza avrebbe suscitato - insomma di questo fantomatico individuo che a voi, signori della Giuria, potrà sembrare un mito.
L’imputato assicura che fu spinto dalla miseria ad andare nottetempo a Highlawn, a entrare in una cucina e lì ad aspettare fino a che qualcuno avvolto in un mantello e mascherato gli avesse portato un pacco che lui avrebbe poi portato via. Insomma non era che l’esecutore di qualche mandante.
Sir Ralph si abbandonò sul suo scranno con un riso di soddisfazione.
- Ebbene, signori della Giuria - proruppe gettando avanti le braccia con finto buon umore - se voi credete a questa storia, naturalmente non lo potrete ritenere reo che di complicità. Ma, o signori, voi certamente sapete che in quella casa vi era una ricchissima raccolta di gioielli della Rinascenza e, come l’illustrissimo Procuratore della Corona vi dice, come anzi vi ha detto, tutto quello che si potrebbe dedurre dalla presenza di questo uomo nella cucina dove venne sorpreso è che egli intendesse fare man bassa di quei gioielli. E voi certamente sarete molto più propensi a credere all’ipotesi del signor Procuratore che non alle dichiarazioni dell’accusato…
La Giuria si ritirò e un vociare di conversazioni confuse riempì l’aula.
L’imputato si chinò alquanto sulla sbarra, guardò in giù verso una giovane donna: era la sua innamorata, una ragazza di forse sedici anni, gracile e delicata, che con occhi smarriti aveva ascoltato avidamente.
- Non vi è più nulla da fare, povera cara - disse.
La ragazza non osò alzare gli occhi umidi di pianto, le sue labbra ebbero un tremito, ma non seppero trovare parole per rispondere.
Lo sapeva bene, lei, che il suo compagno aveva detto la verità. La miseria l’avrebbe potuto, sì, spingere alla disperazione; ma non avrebbe mai fatto di lui un ladro.
I giurati furono di ritorno dopo cinque minuti, e si affollarono ai loro posti evitando di guardare verso il banco dell’accusato.
Edgar Wallace
4
1913 - La Mano Rossa
Il cancelliere rivolse loro le domande di rito: - Riconoscete voi l’imputato colpevole o non colpevole del delitto di cui è accusato?
- Colpevole - rispose il capo della Giuria con voce alta e nervosa.
Sir Ralph fece un cenno di approvazione, e subito si rivolse verso il prigioniero mentre il cancelliere faceva la solita domanda: - Ha qualche cosa da aggiungere?
L’uomo tra le sbarre diede una rapida occhiata alla sua donna; era svenuta, e un poliziotto di buon cuore stava sollevandola per trasportarla fuori dall’aula.
- Il racconto che le ho fatto - disse con voce chiara e senza nessuna esitazione - è la pura verità. Io non ho mai avuto l’idea di derubare la sua casa, sir Ralph; vi sono andato semplicemente perché pensavo di agire per conto di qualcuno che mi doveva portare qualche cosa… - a quel punto esitò - non saprei spiegare… insomma credevo si trattasse di una specie di intrigo - finì per dire arditamente - che si volesse tenere nascosto.
Gli occhi del prigioniero, mentre parlava, vagavano per la sala e si incontrarono con quelli della signora Morte-Mannery. I due si guardarono un istante: la donna era calma, tranquilla, quasi assente; lui pieno di speranza e leggermente imbarazzato.
- Questa è la prima volta - continuò. - Io non sono mai venuto in questi luoghi, e benché la Giuria mi abbia giudicato colpevole, spero, Eccellenza, che lei userà tutta la sua clemenza; questo non solo per me ma per amore della mia povera donna e del bambino che si agita in lei.
La sua voce qui si fece tremante, e questo fu l’unico segno di emozione che fino allora egli tradisse.
Sir Ralph con il capo annuiva, ma la sua faccia era torva; questo pose fine al discorso dell’imputato. Allora sir Ralph si aggiustò gli occhiali sul naso, si piegò a destra e a sinistra per consultare i suoi colleghi, poi: - Il suo delitto, William Mansingham - declamò - è da me particolarmente aborrito. Io non voglio affatto considerare che la casa che si era proposto di derubare fosse la mia.
1 comment