E
infatti in essi sembrava riflesso tutto il cammino della sua vita. I capelli neri erano accuratamente lisciati dietro le orecchie. In tutto l’insieme non era né bello né brutto. Il volto poteva apparire piuttosto comune, ma era attraente per un certo non so che, che palesava carattere e forza. La sua bocca era larga e sensuale e le mani non guantate erano lunghe, bianche e delicate come quelle di un chirurgo. Il suo sguardo vivo e rapido si posava or sull’una or sull’altra di quelle due donne.
- Sono spiacentissimo di essermi introdotto così all’improvviso - disse ridendo. - Credevo di trovare sir Ralph. Vedo che egli probabilmente è uscito… sì?
Parlava rapidamente; a tal punto che arrivava persino ad anticipare le risposte del suo interlocutore.
Prima ancora che la fanciulla avesse potuto rispondere, era già passato a una altra domanda.
- È stato così gentile a invitarmi a pranzo per questa sera, ma io proprio non posso. Ne sono spiacentissimo ma devo essere a Londra fra un’ora o due. Ho alcuni appuntamenti della massima importanza.
Il suo sorriso era davvero straordinario: gli illuminava tutto il volto e lo trasformava completamente, la sua aria melanconica e quasi funebre spariva, lasciando il posto a un nuovo essere raggiante di gioia e simpatia.
Marjorie ne fu colpita; così rischiarato quel viso diventava quasi bello. E il sorriso se ne andava e veniva come un raggio di sole fra le nuvole dopo un temporale.
- Ah! lei dunque è la signorina Marjorie Meagh - esclamò. - E lei, signora - ed egli fece un piccolo inchino - è la signora Morte-Mannery.
Il suo capo, con un gesto evidentemente abituale, si era abbassato un poco da una parte in attesa; questo atteggiamento e quel suo strano e piccolo inchino erano i soli piccoli indizi che tradivano la sua origine continentale.
Edgar Wallace
10
1913 - La Mano Rossa
Vera si sforzò di sorridere e avanzò un poco imbarazzata. Aveva sperato di sfuggire quella presentazione e di tenersi lontana da lui con il pretesto di un terribile mal di capo, ed ecco che invece…
- Oh! ma noi ci siamo già visti stamattina in aula, non è vero? - continuò Tillizzini con la massima rapidità. - Che processo interessante! E quel povero uomo… - E con la mano fece un largo gesto di pietà.
- Non capisco davvero perché mostriate tanta simpatia per quell’individuo - disse Vera.
- Sei anni… - e Tillizzini scosse di nuovo la testa. - Sei anni sono lunghi, signora, per un… innocente.
Mosse nuovamente il capo, nell’atteggiamento che gli era tipico, poi cominciò a camminare a grandi passi per la vasta sala.
- Ha sentito il suo racconto? L’uomo afferma di essere venuto in questa casa solamente per incontrarsi con un tizio che gli avrebbe consegnato un pacco.
- Oh! sono sicura però che lei non crederà una parola di tutte quelle frottole - disse Vera con aria sprezzante.
- Sì, sì che ci credo - affermò Tillizzini con voce calma e grave. - E del resto perché non credere? Ogni parola, ogni gesto di quell’uomo era per me una prova della sua sincerità.
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