Non potrei dire con sicurezza che cosa mi aspettassi o sperassi di ottenere in questa occasione. Ero piena di curiosità e di ansia, ma sono certa di non aver mai pensato di poter vedere un qualsiasi volto che riconoscessi come appartenuto a qualcuno vissuto su questa terra. Aspettammo fino alle nove, nella speranza di poter formare un cerchio, ma, poiché non venne alcun altro, la signora Holmes accettò di tener la seduta con noi sole, avvertendoci tuttavia più volte di prepararci a una delusione. Vennero dunque spente le luci e ci sedemmo per una preliminare seduta al buio, che forse fu buona, ma che certo non offrì le basi per una descrizione di fatti indubbiamente genuini. Quando ebbe termine, fu riacceso il gas e iniziammo una seduta per «volti spiritici».
LA MORTE NON ESISTE di Florence Marryat
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Vi erano due piccole stanze unite da una porta a due ante scorrevoli. Annie Thomas e io fummo invitate a entrare nella stanza posteriore, a chiudere la porta di comunicazione col pianerottolo e ad apporvi il nostro sigillo imprimendolo su di un nastro teso attraverso i due battenti, a esaminare la finestra e a sbarrare le imposte dall’interno, a perquisire la stanza da capo a fondo per assicurarci che nessuno vi fosse nascosto: e noi facemmo tutto questo molto scrupolosamente. Quando fummo certe che nessuno poteva entrare dal retro, il signore e la signora Holmes, Annie Thomas e io ci sedemmo nella camera anteriore su quattro sedie messe in fila davanti alla porta scorrevole, che era aperta, con una tenda di tela nera fissata davanti all’apertura da uno stipite all’altro. In questa tenda era tagliato un vano quadrangolare, di circa le dimensioni di una comune finestra, alla quale ci dissero che si sarebbero affacciati i «volti spiritici», se mai ne fosse apparso qualcuno. Non vi erano canti né suoni di altro genere che potessero coprire i rumori dei preparativi, e avremmo potuto percepire il minimo fruscio nella camera accanto. Il signore e la signora Holmes ci parlarono delle loro varie esperienze, ed eravamo ormai stanchi di attendere quando qualche cosa di bianco e di indistinto, simile a una nube di fumo di tabacco o a un fascio di veli finissimi, apparve e disparve.
«Stanno venendo! Ne sono proprio felice!» esclamò la signora Holmes.
«Non credevo che avremmo ottenuto qualche cosa, stasera». E la mia amica e io ci trovammo subito all’estremo dell’aspettativa. La bianca massa avanzò e si ritrasse più volte, e finalmente si fermò davanti all’apertura e si aprì nel mezzo, nel momento stesso in cui un volto femminile si vide distintamente 21
sopra la tenda nera. Grande fu il nostro sbigottimento nel riconoscere i lineamenti della signora Thomas, la madre di Annie. Qui devo spiegare ai miei lettori che il padre di Annie, che era tenente nella Marina Regia e capitano della guardia costiera a Morston, nel Norfolk, era stato vicino e grande amico di mio padre, capitano Marryat, e i loro figli erano come fratelli e sorelle. Avevo dunque conosciuto bene la signora Thomas e la riconobbi subito, come, naturalmente, fece sua figlia. La testimonianza di due persone è considerata sufficiente dalla legge: dovrebbe essere accettata come tale anche dalla società. La povera Annie era profondamente commossa e parlava a sua madre nel modo più incoerente. A quanto sembrava, lo spirito non poteva rispondere a parole, ma chinava la testa o la scuoteva a seconda che volesse dire «sì» o «no». Io non potei fare a meno di provare un senso di reverenziale rispetto davanti all’apparizione di quella cara, vecchia signora, ma la sola cosa che mi lasciava perplessa fu la cuffia che portava, fatta di pizzo bianco, increspata tutt’intorno al suo viso e diversa da tutte quelle che le avevo visto portare in vita. Lo sussurrai ad Annie, che subito mi rispose: «E’ la cuffia con cui è stata sepolta», e questo eliminò ogni problema. La signora Thomas LA MORTE NON ESISTE di Florence Marryat
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aveva avuto un aspetto molto piacevole ma assolutamente non comune, con occhi neri brillanti e un colorito bianco e roseo come quello di un fanciullo. Ci volle un certo tempo prima che Annie fosse indotta a lasciare che sua madre si allontanasse, ma il secondo volto che si presentò la stupì quasi altrettanto, perché riconobbe in esso quello del capitano Gordon, una signore che aveva conosciuto intimamente per lungo tempo. Io non avevo mai avvicinato il capitano Gordon da vivo, ma avevo sentito parlare di lui e sapevo che era morto per un incidente improvviso. Tutto quello che vidi fu la testa di un giovane biondo e di bell’aspetto, e, non sentendo alcun personale interesse per la sua apparizione, impiegai il tempo durante il quale la mia amica conversava con lui degli anni andati, esaminando minutamente il giuoco dei muscoli della sua gola, che senza dubbio si tendevano quando la testa si muoveva. Mentre ero intenta a questo, egli si chinò in avanti, e vidi una macchia scura, simile a un grumo di sangue, sui suoi capelli biondi, sul lato sinistro della fronte.
«Annie! Come è morto il capitano Gordon?» chiesi. «Cadde da un vagone ferroviario e batté la testa sui binari».
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