Quien sabe? Così come andarono le cose, mi incitò a spingermi sempre più avanti, fino a vedere e ascoltare cose che, in quel momento, mi sarebbero apparse assolutamente impossibili. E
non vorrei aver perso quella esperienza per tutti i beni che il mondo potesse offrirmi.
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3 - CURIOSE COINCIDENZE
Prima di cominciare a descrivere i risultati delle mie private e premeditate ricerche, mi è stato ricordato di dire qualche parola relativamente al permesso
che ho avuto di occuparmi di spiritismo. Appena ebbi manifestato la mia curiosità su questo soggetto, da ogni parte mi si obiettò che sono cattolica e che non mi era possibile avere a che fare con tale argomento, dato che la Chiesa vieta rigorosamente ogni pratica di negromanzia o comunicazione con i defunti. Negromanzia è una parola terribile, non è vero? Specialmente per coloro che non ne conoscono il significato e la associano soltanto a notti buie.
circoli magici, pentoloni bollenti e col Maligno in propria persona, con tanto di corna e di coda. Tuttavia mi sembra strano che la Chiesa cattolica, la cui stessa dottrina trabocca di spiritismo, e che pone come materia di fede il fatto che i santi odano le nostre preghiere pronti ad aiutarci nelle nostre azioni quotidiane, e che ci raccomanda di baciare il suolo ogni mattina ai piedi del nostro angelo custode, debba considerare illegittimo per noi comunicare con i nostri cari defunti. Non riesco a vedere quale differenza di iniquità vi sia tra il parlare con John Powles, che era ed è un mio caro e fedele amico, e il rivolgermi a san Pietro di Alcantara, il quale era un vecchio signore che non ho mai visto in questa vita. Entrambi sono uomini, entrambi mortali ed entrambi spiriti. Così pure mia madre, che fu una pia donna finché visse ed è adesso nell’aldilà, dovrebbe interessarsi al mio benessere e cercar di promuovere la prospettiva di un nostro futuro incontro non meno di santa Veronica Giuliani che è la mia patrona. Tuttavia, se trascorressi metà del mio tempo in preghiera davanti all’altare di santa Veronica chiedendo aiuto e guida, agirei (secondo la Chiesa) in modo retto, mentre, se facessi la stessa 24
cosa sulla tomba di mia madre o parlassi con lei durante una seduta, commetterei un peccato. Queste distinzioni senza vera differenza erano difficili a superare, e io mi sentii costretta a risolvere il problema secondo la mia coscienza prima di proseguire nelle mie indagini.
In realtà ho incontrato, fra i seguaci dello spiritismo, cattolici e protestanti quasi in egual numero (specialmente nelle classi più elevate), e non ne sono rimasta sorpresa perché chi potrebbe meglio capire e apprezzare la bellezza delle comunicazioni con il mondo spiritico, dei membri di quella Chiesa che ci insegna a credere nella comunione dei santi come mistero sempre presente, per quanto invisibile? Se le mie conoscenze cattoliche abbiano o no ricevuto il permesso di assistere alle sedute è cosa che non mi riguarda, ma mi sono preoccupata con gran cura di procurarmelo io stessa, e lo ricordo qui perché di continuo mi giungono voci di persone che, alle mie spalle, sostengono che non posso essere cattolica dato che sono spiritista.
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A quel tempo il mio confessore era Padre Dalgairn, dell’Oratorio di Brompton, e io portai dinanzi a lui le mie perplessità. Ero una scrittrice e una giornalista molto attiva, e il non poter assistere a riunioni spiritiche e riferirne avrebbe gravemente ostacolato i miei interessi professionali. Spiegai questo al Padre, e (pur con qualche protesta) ricevetti da lui il permesso di proseguire la ricerca per la causa della scienza. Fece qualche cosa di più che pacificare la mia coscienza: si interessò a quello che gli dissi sull’argomento, e avemmo molte discussioni in proposito. Mi prestò anche, prendendole dalla sua libreria, le vite di quei santi che avevano udito voci e avuto visioni, di quelli insomma che (al pari di me) erano stati vittime di «illusioni ottiche». Tra queste trovai il caso di Sant’Anna-Caterina di Emmerich, così simile al mio, che cominciai a pensare di poter divenire anch’io una santa in altre vesti.
Questo non è ancora avvenuto, ma non si sa mai quello che può succedere.
Era solita vedere gli spiriti fluttuare al suo fianco mentre andava a messa e li udiva chiederle di pregare per loro mentre le mostravano les taches sur
leur robes (1).
(1) Le macchie sui loro vestiti.
Gli strumenti musicali suonavano abitualmente in sua presenza senza essere toccati, e voci di gole invisibili risuonavano nei suoi orecchi come avevano fatto nei miei. Ho detto questo solo a beneficio di quelle mie conoscenze cattoliche con cui ho tenuto sedute e che saranno probabilmente le prime a protestare contro la pubblicazione delle nostre comuni esperienze.
Ho fiducia che, dopo averlo letto, converranno che non sono peggiore di loro, 25
per quanto possa essere più ardita nel palesare le mie opinioni.
Prima di cominciare questo capitolo, ho avuto una discussione con quel mio amico chiamato Io (che mi ha fin troppo spesso sconfitta nella battaglia della vita) circa la questione se dovessi dire qualcosa sui tavoli battenti o giranti. Il solo fatto che un mobile così comune come un tavolino sia un agente di comunicazione con il mondo invisibile ha suscitato tanto ridicolo e ha dato così vasto adito a ogni sorta di cavilli, che pensavo fosse più saggio lasciar cadere l’argomento e limitarmi a quelle sole fasi della scienza, o arte, o religione, o comunque il lettore voglia chiamarla, che possono essere spiegate o descritte. I filosofi del diciannovesimo secolo hanno inventato tanti nomi per le cause che possono far ruotare un tavolino o fargli battere colpi, che mi sento assolutamente incapace (non essendo un filosofo) di gareggiare con loro. E’ una «forza magnetica» o una «forza fisica», o una «cerebrazione inconscia», o una «lettura cerebrale», e d’altra parte risulta estremamente LA MORTE NON ESISTE di Florence Marryat
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difficile spiegare al mondo esterno le private ragioni che ci convincono che le risposte ricevute non sono emanazioni dei nostri cervelli. Io non tenterò di confutare i loro ragionamenti dal loro stesso punto di vista.
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