Né aveva mai saputo della morte della madre, che in seguito si era sposata e si era fatta una famiglia. Tuttavia cominciò subito le ricerche e trovò che tutto era vero: la giovane Emily, rimasta senza altra protezione che quella di un vecchio ubriacone, aveva preso una brutta strada e, non molto dopo, fu portata davanti a un tribunale di polizia per aver pugnalato un soldato in una osteria, degna fine dello sciagurato frutto di una LA MORTE NON ESISTE di Florence Marryat

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passione egoista. Ma la parte più strana della storia, per un profano, sta nel fatto che la donna il cui spirito si era manifestato davanti a due perfette estranee che ignoravano le sue vicende e il suo nome, era in quel tempo viva e abitava con suo marito e la sua famiglia, come il maggiore M… poté accertare.

E adesso devo dire qualche cosa a proposito delle comunicazioni con spiriti di persone ancora in carne e ossa. Questa apparirà senza dubbio la più incomprensibile e assurda delle affermazioni, e cioè che i nostri legami col nostro rivestimento terreno siano così deboli che gli spiriti di persone ancora viventi in questo mondo possano lasciare il corpo e manifestarsi visibilmente o oralmente ad altri in normali condizioni. E tuttavia è un fatto che degli spiriti mi hanno visitato così (come nel caso che ho appena riferito) dandomi informazioni di cui non avevo la minima idea. La cosa mi è stata spiegata in questo modo: non sarebbe, in realtà, lo spirito della persona vivente quello che comunica, ma lo spirito o «controllo» che gli è vicino: in sostanza quello che la Chiesa chiama «angelo custode»; e questo angelo, che conosce i suoi 33

più intimi pensieri e desideri anche meglio di lei stessa, sarebbe capace di parlare in suo nome.

Tale teoria sposta la responsabilità dei fatti da un soggetto a un altro, ma non risolve la questione. Se io posso avere notizie di eventi prima che accadano (come dimostrerò di avere avuto) presento al pubblico un nodo che anche gli scienziati troveranno assai difficile sciogliere. Un tempo avevo l’abitudine di portare ogni anno i miei figli al mare: e un’estate, volendo accertare fino a qual punto il tavolino potesse agire senza l’aiuto di una

«cerebrazione inconscia», mi accordai con i miei amici, signor Helmore e signor Colnaghi, che erano soliti far sedute con noi in casa nostra, in questo senso: noi avremmo continuato a tener sedute al mare, ogni martedì sera, come prima, e loro avrebbero fatto il cerchio a Londra il giovedì. Io avrei cercato di inviare messaggi per mezzo di «Charlie», lo spirito che, come ho già accennato, era sempre con noi.

Il primo martedì, il mio messaggio fu: «Chiedi come se la cavano senza di noi», e venne fedelmente comunicato al loro tavolo il giovedì seguente. Il loro messaggio di risposta, che «Charlie» sillabò per noi il secondo martedì, fu:

«Dille che Londra è un deserto senza di lei», al che risposi con slancio, se non con eleganza: «Che sviolinata!» Pochi giorni dopo ricevetti una lettera del signor Helmore nella quale diceva: «Temo che “Charlie” si sia già stancato di fare il postino, perché a tutte le domande che gli abbiamo fatto su di voi, giovedì scorso, ha risposto solo: “Che sviolinata!”».

Il fatto di cui questo piccolo episodio è solo l’introduzione accadde pochi giorni più tardi. Il signor Colnaghi e il signor Helmore, facendo il circolo LA MORTE NON ESISTE di Florence Marryat

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insieme, il giovedì sera, discutevano sulla possibilità di chiamare al tavolo gli spiriti di persone viventi, quando «Charlie» batté tre volte per indicare che era possibile.

«Vuoi far venire qualcuno per noi, Charlie?».

«Sì».

«Chi porterai?».

«La signora Ross-Church».

«Quanto tempo ti occorrerà?».

«Quindici minuti».

Questo avveniva nel mezzo della notte, quando dovevo essere profondamente addormentata, e i due giovani mi dissero in seguito che attesero il risultato dell’esperimento con molta trepidazione, domandandosi, suppongo, se sarei stata portata alla loro presenza in carne e ossa e li avrei scapaccionati per la loro impertinenza. Comunque, esattamente quindici 34

minuti dopo, il tavolo fu scosso violentemente e vennero sillabate queste parole: «Sono la signora Ross-Church. Come avete osato mandarmi a chiamare?». Erano molto contriti (o almeno così dissero), ma descrissero i miei modi come molto autoritari e affermarono che ripetevo: «Lasciatemi tornare! Lasciatemi tornare! Un grande pericolo minaccia i miei ragazzi! Devo tornare dai miei ragazzi!». (E qui devo notare, fra parentesi e in contraddizione con la teoria dell’angelo custode, di avere sempre osservato che, mentre gli spiriti dei defunti vanno e vengono a loro piacere, quelli dei viventi pregano invariabilmente di essere rimandati o di avere il permesso di andarsene, come se fossero incatenati dalla volontà del medium). In questa occasione ero così decisa da fare una grande impressione sui miei due amici, e il giorno dopo, il signor Helmore mi scrisse una lettera molto cauta per sapere se tutto andava bene da noi, a Charmouth, ma senza spiegare le ragioni della sua curiosità.

Il fatto è che il venerdì mattina, il giorno dopo la seduta di Londra, i miei sette bambini e due governanti se ne stavano seduti nella sala di una piccola pensione quando mio cognato, il dott. Henry Norris, tornò da una partita a pallone con i Volontari, e, mentre mostrava a mio figlio il suo fucile, fece partire accidentalmente un colpo in mezzo a loro, e il proiettile colpì la parete a due pollici dalla testa della mia figlia maggiore. Quando lo scrissi al signor Helmore, egli mi parlò della mia visita a Londra e delle parole che avevo detto in questa occasione.