In più di un’occasione, quando non riuscivo a sapere la verità di qualche cosa che riguardasse i miei conoscenti, facevo una seduta da sola, appena pensavo che fossero immersi nel sonno, chiamavo il loro spirito al tavolino e li costringevo a parlare. Non si sono mai immaginati come fossi venuta a conoscere cose che essi avevano scrupolosamente cercato di tenermi nascoste. Ho sentito dire che il potere di evocare gli spiriti dei viventi non è di tutti i medium, ma io l’ho sempre avuto. Posso farlo quando sono svegli come quando sono addormentati, sebbene non con eguale facilità. Una volta un signore mi sfidò a farlo con lui, e non paleso il suo nome perché gli feci fare una figura ridicola. Attesi fino al momento in cui seppi che era invitato a un pranzo, e allora, verso le nove di sera, mi sedetti al tavolino e gli ordinai di venire a me. Ci volle un po’ di tempo prima che obbedisse, e, quando si presentò, era di pessimo umore. Presi un foglio e una matita, e, sotto sua dettatura, scrissi il numero e i nomi di coloro che avevano partecipato al pranzo nonché i piatti che erano stati serviti, e poi, impietosita dalle sue insistenti preghiere, lo lasciai andare. «Mi state rendendo ridicolo», disse,
«tutti ridono di me».
«Ma perché? Che cosa state facendo?» gli chiesi.
«Sono in piedi presso la mensola del camino, e mi sono addormentato», mi rispose. Il mattino dopo me lo trovai davanti tutto confuso.
«Che cosa mi avete fatto, ieri sera?», chiese. «Ero dai Watt Philip, e, dopo pranzo, mi sono profondamente addormentato con la testa sulla mano, appoggiato alla mensola del camino, e tutti cercavano di svegliarmi senza riuscirci. Mi avete forse giocato uno dei vostri tiri?».
«Ho fatto solo quello che voi sostenevate che non sarei stata capace di fare», risposi. «Vi sono piaciuti il biancomangiare, il rombo, le animelle e via LA MORTE NON ESISTE di Florence Marryat
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di seguito?».
Lui spalancò gli occhi davanti a queste mie conoscenze ottenute in modo così poco ortodosso, e ancor più quando gli feci vedere il foglio scritto sotto sua dettatura. Non è mia abitudine far queste cose - non sarebbe abbastanza interessante farlo per abitudine - ma è sempre pericoloso sfidarmi in qualche modo.
Il vecchio amico il cui spirito mi fece visita per mezzo della signora Fitzgerald, aveva perso una sorella a cui era teneramente affezionato, prima ancora di conoscermi, e io sapevo di lei poco più che il suo nome. Una sera, 39
non molti mesi dopo il colloquio con lui che ho descritto, venne a me uno spirito dandomi il nome della sorella di questo amico, con il seguente messaggio: «Mio fratello è tornato in Inghilterra e vorrebbe sapere il tuo indirizzo. Scrivigli al Club Leamington, e digli dove può trovarti». Risposi:
«Tuo fratello non mi ha scritto né si è interessato di me da undici anni. Ha perso per me ogni interesse e io non posso essere la prima a scrivergli se non ho la certezza che lo desidera realmente».
«Non ha perso ogni interesse per te», disse lo spirito; «pensa sempre a te e lo ho sentito pregare per te. Desidera avere tue notizie».
«Sarà così», risposi, «ma non posso crederlo in base alla sola tua parola. Se tuo fratello desidera davvero rinnovare la nostra conoscenza, mi scriva e me lo dica».
«Non sa il tuo indirizzo, e io non posso essergli così vicina da influenzarlo».
«Allora le cose rimarranno come sono», ribattei con una certa irritazione.
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