4. Il coperchio della scatola, incollato tutt’intorno all’orlo. Mentre il dottore esaminava la seta, i nodi e i sigilli, io lo guardavo da vicino.
«Siete proprio sicuro», chiesi, «che è la stessa carta in cui l’avevate avvolta?».
«Ne sono sicurissimo».
«E la stessa seta?».
«Sicurissimo».
«I vostri nodi non sono stati sciolti?».
«Sono sicuro di no».
«Né il sigillo è stato manomesso?».
«No certo! E’ esattamente come quando lo ho impresso».
«State attento, dott. H…», continuai. «Ricordatevi che io scriverò tutto quello che dite».
«Lo giurerei davanti a una corte di giustizia», rispose.
«Allora volete aprire il pacchetto?».
Il dott. H… prese le forbici e tagliò la seta a ogni nodo sigillato, poi tolse la carta da lettere che era stata ingommata (fresca come quando l’aveva applicata) e tentò di aprire la scatola, ma, non potendolo fare dato che il coperchio era incollato, ricorse al temperino e lo tagliò tutt’attorno. Nel far questo mi guardò dicendo: «Attenta alle mie parole. Sulla carta non vi sarà LA MORTE NON ESISTE di Florence Marryat
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scritto niente. E’ impossibile!».
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Alzò il coperchio e si accorse che la scatola era vuota! Il mezzo foglio di carta da appunti e la matita di legno erano entrambi scomparsi senza
lasciar traccia. Non una briciola di matita né un brandello di carta erano rimasti. Guardai il dottore, che sembrava completamente confuso.
«Ebbene?», dissi con aria interrogativa.
Lui vacillò, arrossì e cominciò a protestare a voce alta.
«Che ne pensate?» chiesi. «Come spiegate il fatto?».
«E’ la cosa più facile del mondo», rispose con aria di sfida. «La più evidente truffa che abbia mai visto.
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