«Perché voi non volete credere», argomentai.

«Avete ragione», confessò. «Io non voglio credere. Se mi convinceste della verità dello spiritismo, sovvertireste tutte le teorie che ho seguito per la maggior parte della mia vita. Io non credo in un Dio, né in un’anima, né in una esistenza futura, e preferisco non credervi. A mio parere, abbiamo già abbastanza guai in questa vita per desiderarne un’altra, e preferisco rimanere radicato alla mia convinzione che, quando moriamo, la facciamo finita una volta per sempre».

Così ebbe termine il mio tentativo di convincere il dott. H…, e, in seguito, ho spesso pensato che egli era un tipico rappresentante della categoria degli scettici. In questo mondo noi crediamo per lo più a quello che vogliamo credere, e l’idea del futuro ci turba in proporzione con la vita che conduciamo su di esso. Gli spiritisti (che per lo più attendono il giorno della loro dipartita per un altro mondo come uno scolaretto attende l’inizio delle vacanze) devono essere spesso colpiti come da una cosa stranissima, dal fatto che la gente, di norma, mostri così poca curiosità nei riguardi dello spiritismo. L’idea che gli spiriti dei defunti tornino in questo mondo per comunicare con i loro amici, può apparir loro nuova e sorprendente, ma appunto questa meraviglia ci farebbe aspettare di vedere in loro un sia pur minimo interesse verso una cosa LA MORTE NON ESISTE di Florence Marryat

58

che ci riguarda tutti così da vicino. E tuttavia la maggior parte dei milioni di Inglesi di cui parlava Carlyle, o disprezzano questa idea come eccessivamente ridicola per occupare le loro menti esaltate, o vi fanno sapere, con superiore 55

saggezza, che, se anche lo spiritismo è vero non riescono a vederne l’utilità e non hanno alcun desiderio di farne un’ulteriore conoscenza. Se queste stesse persone dovessero partire, entro pochi mesi, per il Canada o per l’Australia, con quanto interesse cercherebbero di informarsi sulla loro futura dimora e di procurarsi i migliori consigli su quello che dovrebbero fare, mentre sono in Inghilterra, per prepararsi al viaggio e al cambiamento!

Ma un viaggio all’altro mondo (ai molti mondi che forse ci aspettano), una qualche prova che torneremo a vivere (o piuttosto che non moriremo mai, ma che occorrono solo tempo, pazienza e una vita onesta in questo mondo per riunirci ai nostri cari che già se ne sono andati), tutto questo non è un soggetto degno dei nostri sforzi per credervi, e di non sufficiente importanza per prenderci la briga di accertarlo. Compiango dal più profondo dell’anima coloro, uomini o donne, che non hanno un qualche caro defunto sepolto nel loro cuore con la certezza di incontrarlo ancora in una dimora scelta da Dio quando questa vita avrà fine.

Le vecchie, fredde credenze si sono disciolte sotto il sole del Progresso. Non possiamo più essere indotti a credere, come bambini, in un cielo crepuscolare e indefinito in cui i beati stiano seduti su umide nuvolette, con arpe in mano, cantando per l’eternità salmi, inni e canti celesti. Questo tipo di esistenza non sarebbe un paradiso per nessuno e per i più sarebbe un inferno. Noi non l’accettiamo, oggi, più di quanto accettiamo il suo opposto, con le sue fiamme e i suoi caratteristici fumi di zolfo e i dèmoni armati di forche e muniti di corna e di coda. Ma la religione che cosa ci ha dato in loro vece? Coloro che per il loro buon senso non possono credere al paradiso e all’inferno dei preti, generalmente (come il dott. H…) non credono in nulla. Ma lo spiritismo, seguito con buona volontà e con fiducia, non ci lascia dubbi. Gli spiritisti sanno quale sarà la loro meta. Le sfere celesti sono per loro familiari quasi quanto questa terra: non si esagera dicendo che molti vivono in esse come vivono qui, e spesso esse sembrano tanto più reali in quanto, fra i due mondi, sono le più durature. Gli spiritisti non hanno il minimo dubbio su chi i loro occhi vedranno quando si apriranno a un’altra fase di vita. Essi non si aspettano di essere portati direttamente nel seno di Abramo e di restarvi in tutta tranquillità mentre dèmoni vendicativi vanno torturando coloro che, forse, furono per loro i più vicini e i più cari quaggiù. Essi hanno una religione migliore e più valida di questa: una rivelazione che insegna come le opere che abbiamo compiuto quando eravamo nella carne devono portare i loro frutti nello spirito, e come nessun pentimento tardivo sul letto di morte, nessuna invocazione di misericordia quando la Giustizia incombe su di noi, simile ai LA MORTE NON ESISTE di Florence Marryat

59

56

pianti di un ragazzo indisciplinato davanti alla frusta che lo castigherà, varranno a cancellare le colpe commesse su questa terra. Essi sanno che l’espiazione sarà amara, ma non senza speranza, e che saranno aiutati, così come aiuteranno gli altri, nella via in ascesa che porta alla perfezione finale.

L’insegnamento dello spiritismo è tale da rendere molto più profonda la nostra fede nell’amore del nostro Divino Padre, nella pietà del nostro Salvatore e nell’aiuto degli angeli. Ma fa più di questo, più di quanto qualsiasi religione abbia mai fatto: dà la prova, l’unica prova che l’uomo abbia mai ottenuto e che la nostra limitata natura può accettare, di un’esistenza futura.

La maggioranza dei cristiani spera, ha fiducia e dice di credere.