Non devi curarti di loro, perché quando si accorgeranno che a te non importa nulla…».

«Credi forse che io gliene voglia per questo? Io non voglio male a nessuno.

Nemmeno al buon Dio: e dire che oggi ognuno avrebbe davvero delle ragioni per volergliene. No, non è questo. Ma lo svegliarsi, ogni volta, come da un bel sogno, questo è terribile, Taddeo; più terribile d’essere bruciata viva».

Il Pinguino girò lo sguardo per la stanza e stette a riflettere. «Forse facendo questo ambiente un po’ più confortevole, pensò, essa potrebbe…».

Lisa la Boema parve indovinare il suo pensiero. «Credi forse che sia perché qui tutto è ripugnante e perché ho completamente tralasciato di curare la mia persona? Mio Dio, quante volte ho provato a pulire ed ordinare un po’ la stanza; ma, nel farlo, mi è sembrato di impazzire, credilo. Basta che io cominci e vada a mettere soltanto una sedia a posto, perché tutto in me gridi, che non potrà più essere come una volta. Forse lo stesso accade a molti, ma gli altri, quelli che non sono mai passati dalla luce alle tenebre, non potranno comprenderlo. Tu non mi crederai, Taddeo, ma, davvero, mi è quasi di conforto che quanto mi sta d’intorno sia così indicibilmente disfatto e orribile». Stette qualche momento a guardar fisso dinanzi a sé, poi si alzò improvvisamente in piedi: «E so anche perché. Sì, certo, perché l’uomo non dovrebbe vivere anche nel peggiore sudiciume, dato che la sua anima deve restare cacciata in questo orribile cadavere?».

«E poi, qui, in questa melma» mormorò sottovoce fra sé e sé, «un giorno potrò forse dimenticare, malgrado tutto». Come trasognata, cominciò a parlare con se stessa. «Sì, se non ci fosse Zrcadlo», a quel nome, il medico di corte si fece attento, ricordandosi che proprio per via dell’attore era venuto colà. «Sì, se non ci fosse Zrcadlo! Credo che la colpa di tutto sia la sua. Debbo mandarlo via. Oh, se ne avessi la forza!».

Il medico di corte tossicchiò per attirare l’attenzione dell’altra. «Dimmi, Lisa, che cosa è propriamente questo Zrcadlo? Abita dunque con te?» le chiese alla fine, direttamente.

Essa si passò una mano sulla fronte: «Zrcadlo? Come ti viene di pensare a lui?».

«Mah, così. Dopo quel che è avvenuto ieri, dal barone Elsenwanger. Quell’uomo m’interessa. Così, come medico».

Lisa la boema tornò a poco a poco in sé. Improvvisamente, un’espressione di terrore passò per i suoi occhi. Afferrò vivacemente il medico di corte pel braccio:

«Sai, talvolta credo, credo che egli sia… il diavolo.