I commensali erano sossopra nell’udire dove egli era stato.
«Che cosa? Giù a Praga? Nel mondo? Lei?» esclamò il medico di corte con un movimento di stupore.
Gli altri erano rimasti di stucco: nel mondo! a Praga!
«Allora lei deve aver attraversato il ponte!» disse finalmente, quasi balbettando, la contessa. «E che sarebbe successo, se fosse crollato?».
«Crollare il ponte?» gracchiò il barone Elsenwanger, impallidendo. «Dio ce ne scampi!». Si avvicinò rabbrividendo al caminetto, dove era ancora rimasto dall’inverno un ceppo, lo prese, vi sputò sopra tre volte e lo gettò nel focolare spento. «Dio ce ne scampi!».
Bozena, la cameriera, con una blusa sciatta, un fazzoletto intorno alla testa e a piedi nudi secondo l’uso delle vecchie case patrizie di Praga, portò una pomposa zuppiera di argento massiccio cesellato.
«Ah! La zuppa di salsiccie!» mormorò la contessa lasciando cadere l’occhialino: aveva scambiato per salsiccie le dita dei guanti della ragazza che, troppo lunghi, pendevano nel brodo.
«Sono andato col tram elettrico», fece il Consigliere, ancora agitato per il ricordo dell’avventura.
Gli altri si scambiarono un’occhiata: cominciavano a dubitare delle sue parole.
Solo il medico di corte manteneva un volto di pietra.
«Io giù a Praga l’ultima volta ci fui venti anni fa», disse con un sospiro il barone Elsenwanger scrollando il capo e si annodò intorno al collo la salvietta; le due punte dietro alle orecchie gli diedero l’aspetto di un timido, grosso coniglio bianco. «A quei tempi, quando mio fratello buon’anima fu seppellito nella Teinkirche».
«Giù, a Praga, io non ci sono mai scesa», dichiarò la contessa Zahradka rabbrividendo. «Può pure aspettarmi, quella gentaglia! Là, sulla passeggiata della città vecchia hanno giustiziato i miei antenati!».
«Ma signora, questo accadde durante la guerra dei trent’anni!» fece il Pinguino per calmarla; «molto, molto tempo fa!».
«Ma che! A me sembra come se fosse proprio oggi. Già, quei maledetti Prussiani!». La contessa posò uno sguardo assente sulla sua scodella. Si stupì nel non trovarvi una salsiccia e attraverso l’occhialino gettò un’occhiata fulminante di là dalla tavola per vedere se qualcuno dei signori gliela avesse portata via. Per un momento, rimase assorta; quasi parlando con se stessa, mormorò: «Sangue, sangue, sangue. Come sprizza, quando si taglia la testa a qualcuno!». Poi, rivolta al nobile di Schirnding, continuò ad alta voce: «E lei, signor Consigliere, non ha avuto paura? E se laggiù, a Praga, fosse andato a finire fra le mani dei Prussiani?».
«Dei Prussiani? Ma ora siamo a fianco dei Prussiani!».
«La guerra è finalmente terminata? Bene. Deve averli di nuovo messi a posto, Windischgrätz».
«No, gentile signora», disse il Pinguino, «con i Prussiani, cioè, con quella gente, siamo ora alleati contro i Russi, da tre anni («Al-le-a-ti», scandì, confermando, il barone Elsenwanger) e combattiamo spalla a spalla con essi.
Così…».
1 comment