Il bravo giovane, spaventato, indietreggiò fino all’anticamera, chiamando sua moglie: “Maria! … Maria! … ” proprio nel momento in cui la chiave girava nella serratura della porta d’ingresso. 

- È la signora!… - esclamò Bourrachot, turbandosi maggiormente. 

Era infatti la signora Vialis, che ritornava, tenendo in una mano il libro da messa e nell’altra un giornale che aveva comperato all’angolo della Piazza di Santa Clotilde per cercarvi il risultato delle elezioni. 

- È in casa, il signore? - aveva domandato al portinaio. 

E avuta una risposta affermativa, si era affrettata. Il pallore del suo bel viso e la sua stanchezza attestavano abbastanza il turbamento prodotto in lei dalla lettura delle notizie, e dicevano che ella pure aveva dormito pochissimo in quella notte, della quale tuttavia non sospettava ancora l’orribile ripercussione sul suo destino. Era in quel bel periodo delle giovani coppie, durante il quale le separazioni di dodici ore costituiscono dei veri dolori. Giovanni, nell’uscire la sera antecedente, dopo il pranzo, le aveva annunciato che certo avrebbe dovuto rimanere al Ministero fino al mattino. Ella era tormentata, ora, dal pensiero del viso stanco che certo stava per vedergli, dopo quella notte di veglia. L’aveva lasciato nervosissimo, e diceva a sé stessa ch’egli doveva essere anche molto addolorato per l’esito delle elezioni. Una donna che ama è sempre oscuramente gelosa del tempo e dei sentimenti che una carriera d’ambizione sottrae alla tenerezza anche nell’uomo più innamorato. Se le luminose pupille azzurre di Maria Vialis si fossero lasciate scrutare fino in fondo, forse vi si sarebbe indovinata la gioia di una liberazione, al pensiero ch’ella stava per avere suo marito unicamente ed interamente per sé. Santo Dio! come si preparava, la sua voce, a divenire consolatrice e persuasiva, per mormorargli, in un abbraccio: “Ebbene: non sarai segretario d’ambasciata. Poco male! Io continuerò ad essere la moglie di un semplice avvocato del foro di Parigi. Che importa, purché ti abbia?” Ella giungeva in casa, fine e flessuosa in un abito tailleur il cui colore verde- mirto s’intonava con la sua carnagione. L’aveva scelto, quel colore, per una tenera civetteria…  

Che violenta sorpresa, ora, al vedere aperta la porta della biblioteca, e, sulla soglia, il domestico, bianco in viso come il suo grembiule da lavoro, che la supplicava, sbarrandole l’ingresso con le braccia tese, per fermarla! Una voce pronuncia, lì accanto, una frase alla quale ella fa eco immediatamente. È la cameriera, che domanda con un tremito di terrore:

- Ma che c’è?

- Sì, che c’è? - ripete Maria Vialis. - Il signore… - balbetta il domestico

Ma non può continuare. La vedova ha indovinato una catastrofe. S’è slanciata. Egli vuol trattenerla. Con una forza centuplicata dall’angoscia, si svincola. È già nella stanza. Vede l’atroce spettacolo. Con un grido straziante, si butta in ginocchio accanto al cadavere. Lo solleva per le spalle, ed implora:

- Giovanni! Giovanni!… Sono io! Ti parla la tua Maria! Ma guardami! Ma dimmi che mi senti! … Dimmelo, Giovanni mio! … Dimmelo!… Non mi rispondi? Non mi guardi?… Ma no… Non è possibile!… Ah! perché m’hai fatto una cosa simile?… 

E, in un secondo grido, ancor più acuto, che è quasi un urlo, ella lascia ricadere la povera testa e s’abbandona a terra, ella pure, come una belva ferita, abbracciando strettamente il morto, baciandogli gli occhi vuoti, la tempia insanguinata, la bocca senza respiro, prendendogli le mani, le spalle, tutta scossa da un singhiozzo senza parole, lungo e convulsivo, che fa pensare che anch’ella stia per spirare… 

- Signora!… - supplicano i due domestici. 

Signora!

E, chini sulla desolata, cercano di rialzarla, mentre ella si dibatte respingendoli. 

- Lasciatemi! - geme - Sciagurati! Eravate qui, e non gli avete impedito… Ah! lasciatemi! Lasciatemi!

- Purché il piccino non la senta! - dice piano la cameriera. Poi, ad alta voce: - Ce ne andiamo signora… ma non gridate! Il signorino, Gianmaria, non s’è ancora svegliato… 

Il nome del figlio aveva colpito nella madre una corda profonda che aveva vibrato automaticamente, senza ch’ella sapesse nemmeno? Oppure, provò ella quella sensazione animale di sollievo perché i due domestici avevano cessato di tenerla? Il suo lamento, ora, diveniva dolce, soffocato e tanto più doloroso, e, incessantemente, lo stesso appassionato rimprovero del primo momento si ripeteva: “Perché, perché mi hai fatto questo?”

Con un gesto istintivo, per avere la fronte e la guancia proprio sulla fronte e sulla guancia del morto, ella si era strappato dalla testa il cappello, i cui lunghi nastri chiari e stracciati giacevano nel sangue, accanto all’arma. 

Quel particolare, di un ordine tanto umile, provocò nella cameriera uno di quei “riflessi” di mestiere che sono anch’essi quasi automatici, ma che, sentiti in certi momenti di stupore doloroso, fanno ritornare al sentimento della realtà. 

- Giovanni… - isse ella sottovoce, raccogliendo con lo stesso movimento il cappello civettuolo e l’arma funesta, e dandoli a suo marito, - lasciamola, e vieni… Devo parlarti. 

Poi, rinculando in punta di piedi, e obbligandolo a fare altrettanto, riprese, senza cessare di guardare il tragico gruppo:

- Resterò qui, per non lasciarli soli. Tu, devi andare subito a dire a Luisa che non si stacchi dal piccolo. Le dirai pure che è avvenuta una disgrazia, ma che non ne parli. Luisa è un’inglese. Se promette, manterrà. Ai portinai e alla cuoca, nemmeno una parola. Ciarlerebbero per tutto il quartiere, e allora!… 

Erano altri automatismi, non più della domestica, ma della contadina, quella paura dei pettegolezzi e quegli ordini dati al marito… Ella aveva sempre comandato a Giovanni, e ora dimostrava di avere veramente del senno, continuando:

- E poi, bisogna andare a cercare un medico, anzitutto per lei, e specialmente per la Giustizia, perché non ci siano storie di tribunali, nelle quali si sarebbe immischiati anche noi….

- Un medico? - disse Giovanni. - Ci sarebbe quel dottore che abita all’angolo di via Las Cases…

- La signora è in quello stato, e tu vorresti condurle un dottore che non conosce? No! no! nemmeno per sogno! Bisogna trovare il dottor Vernat, che è il medico di casa… E subito! Egli è di servizio alla Carità.