Perché è uscita monsignora,

Si rallegri ogni montagna:

Sembra la stella dell’aurora, ecc.

Intanto Giame, sua madre e il servo smontarono davanti alla stanzetta del custode.

Donna Lillica si scosse le vesti, e fece alcuni passi, tutta rattrappita dal viaggio.

26

- Quest’uomo, - le disse Giame, presentandole il vecchio, - è il custode della chiesa, ed ha riconosciuto la giumenta: ché l’ha venduta egli, al babbo.

- È vero - disse Ghisparru.

- In fede mia, l’ho venduta io, per trentacinque scudi - ripeté il vecchio, accarezzando la bestia. - Eh, piccola colomba, te ne ricordi? Sei sempre la stessa; un po’ più buona però. Eh, te ne hai mangiato d’orzo e di paglia! La tua groppa sembra uno specchio. Basta, le vossignorie possono accomodarsi qui nella mia stanzetta. Ci sono le stuoie, e poi chiederemo qualche coperta al priore.

Nel mentre Ghisparru, aiutato da Giame, scaricava le bisaccie, e levava le selle ai cavalli, Donna Lillica continuava a far dei passi per sgranchirsi le gambe, e s’accomodava il fazzoletto e la collana. Voleva entrar in chiesa con decoro.

Alcune donne s’affacciavano alle porticine, la guardavano curiose, e la salutavano sorridendo, indovinando in lei una donna ricca.

In quella entrò nel cortile l’uomo vestito di fustagno, col fazzoletto azzurro al collo. S’avvicinò scuotendo le braccia, gridando:

- Salute, donna Lillica! Salute, monsignora! Salute!

- Tu pure qui, Bellia?

Era l’ex servo, da poco tornato di reclusione.

- Io pure qui! O non le pare, monsignora? Sono venuto ad interceder Santu Juanne Battista, che tocchi il cuore di Antonio Dalvy, perché mi ripigli al suo servizio. Eh! Eh!

Rideva con sforzo, con malignità. Giame e il custode erano dentro la stanzetta.

Ghisparru toglieva le briglie ai cavalli, e vedendo Bellia e accorgendosi anche che costui era ubbriaco, lo guardava con disprezzo.

- Ohé! - gridò. - Non è luogo qui di cercar affari. Tu sei venuto solo, noi siamo venuti soli: va dunque per il fatto tuo.

Bellia sulle prime trasalì, poi riprese a ridere, fissando il servo.

- Oh, oh! Vi sei anche tu, balio? Bene, parleremo anzi d’affari con te, e con la dama e col figlio di latte…

- Va e coricati! - urlò Ghisparru, andandogli sopra.

- E anche con quello lì! - urlò a sua volta Bellia, additando zio Juanne, che usciva con Giame.

Il vecchietto lo guardò stupito, e, con quella veste, non lo riconobbe. Ma anch’egli s’accorse che quell’uomo era ubbriaco.

- Non mi riconoscete, zio Juanne Battista, figlio di Sant’Antonio?

- Tutti siamo figli di Dio! - rispose il vecchio offeso. - E tu di chi sei figlio? E chi lo sa?

- E chi lo sa? Lo so io! Ma voi non lo sapete! Voi siete figlio di Sant’Antonio: ed io sono figlio delle mie opere.

- Belle opere! - disse dama Lillica, avviandosi verso chiesa.