Diderot, pertanto, prende una posizione precisa nei confronti del rapporto tra Stato e Chiesa. Nel Dictionnaire philosophique (1764) Voltaire analizza la voce religione in otto questioni e nella quarta afferma che «una volta che una religione è legalmente stabilita, in uno stato, i tribunali sono tutti occupati nell’impedire che si rinnovi la maggior parte che si facevano in quella religione prima che venisse pubblicamente ammessa»12.

Il Concilio di Trento, sulla forzatura dello stato religioso così delibera:

«Sottopone il sacro Concilio all’escomunicatione tutti a ciascuno di qualità e conditione si siano… se per qualche modo haveranno forzato alcuna vergine o vedova over altra qual si sia donna contro sua voglia, eccetto nei casi espressi in iure, ad entrar ne manasterii, over a pigliar l’habito»13.

10 Su madre De Moni alcuni critici accentuano il suo entusiasmo mistico e lo assimilano ad una forma di condizionamento. Susanna precisa che c’est pourtant sa bonté qui m’a perdue (“è stata pertanto la sua bontà a smarrirmi”), e Diderot le pone in bocca frasi denigratorie verso quei religiosi che biasimano la vita laica senza sforzarsi di comprenderne il più alto valore. Madre De Moni nondimeno è la superiora più equilibrata del romanzo, quale priora valuta il caso di Susanna con attenzione, e come religiosa devota si affida alle preghiere per raccomandarla a Dio, presaga del destino cui Susanna andrà contro quando il suo priorato terminerà. ( N.d.C. ) 11 Je ne voulais entendre parler jansenisme et molinisme ni en bien ni en mal. Quand on me domandait si j’étais soumis à la constitution je repondais que je l’étais à l’église; si j’acceptais la bulle que j’acceptais l’évangile; “non volevo ascoltare discorsi sul giansenismo e di molinismo né in bene né in male. Quando mi si chiedeva se fossi sottomessa alla costituzione rispondevo che lo ero alla chiesa se accettavo la bolla e il Vangelo”. ( N.d.C. ) La bolla cui allude Susanna è la Unigenitus (1713), promulgata da Clemente XI, che condanna in modo definitivo il giansenismo.

( N.d.C. )

12 Voltaire, Dizionario filosofico, traduzione di Rino Lo Re e Libero Sosio, B.I.T., Milano. Voce religione, p. 273. ( N.d.C. )

13 Cfr. E. Cattaneo, Le monacazioni forzate fra Cinque e Seicento, in AA.VV . Vita e processo di suor Virginia de Leyva monaca di Monza, Garzanti, Milano 1985;cit p. 161. ( N.d.C. ) 4

La storia di Susanna, si conclude dopo l’episodio presso il monastero di Sant’Eutropio ad Arpajon. Questa realtà apparentemente serena cela un disordine.

Ordre et desordre è il binomio con cui la religiosa definisce questa realtà.

Si potrebbe affrettatamente dire che Susanna è giudice dello stato religioso, ma questo sarebbe lontano dagli intenti di Diderot. La competenza che l’enciclopedista francese ha del cerimoniale monastico è tale da convalidare l’affermazione di sua figlia14: si deve tener presente, del resto, che difficilmente qualcuno, al di là delle mura claustrali, avrebbe potuto conoscere le usanze del chiostro senza avere avuto un contatto diretto.

Indice

14 Vedere nota 6.

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La religiosa

Ai miei genitori, e ai miei fratellini,

Alessandra e Francesco

La risposta del signor marchese di Croismare, se mai me ne darà, mi fornirà le prime righe di questo scritto.